Che novità: l’hotspot di Lampedusa è al collasso

A Lampedusa è di nuovo emergenza. Nel locale hotspot sono presenti 1.878 stranieri appena sbarcati, a fronte di una capienza di 350 posti (alcuni dicono meno di 200).
Ansamed descrive la situazione: materassi sporchi in ogni angolo dell’hotspt. Montagne di spazzatura, insetti, bagni intasati, odore nauseabondo. Gli amministratori locali hanno protestato, e ci sono state reazioni a livello politico. La Lega vede questa situazione come una calamità per un’isola che vive di turismo. Il democratico Erasmo Palazzotto invece dice che “non si tratta di un’emergenza sbarchi ma di un’emergenza legata all’incapacità gestionale. Non si comprende come un Paese come l’Italia non sia in grado di svuotare il centro con regolare tempestività”.
Nella struttura sono presenti quattro donne incinte e diversi bambini. Contemporaneamente, ci sono persone positive al covid e casi di tubercolosi.
La ministra Lamorgese viene citata, ma non si riporta nessuna sua dichiarazione in proposito.
Per Palazzotto vanno cercate le responsabilità su questa situazione, per non legittimare il sospetto che dietro di essa “si nasconda una precisa strategia finalizzata ancora una volta a favorire una speculazione politica ed economica”.
Libero ha pubblicato alcune foto che documentano le condizioni nell’hotspot: si vedono file di materassi di spugna senza fodera né cuscino, stesi a terra praticamente uno attaccato all’altro. Quando viene lasciato un passaggio tra una fila e l’altra, è ingombro di rifiuti.
Nel titolo ci si chiede: “Lamorgese dov’è?”, echeggiando una dichiarazione di Salvini, il quale deve ancora affrontare un processo in cui rischia fino 15 anni di carcere “per aver bloccato gli sbarchi”. “Il sistema fa acqua da tutte le parti”, dice l’articolo. Il leader leghista parla di “fallito modello di accoglienza della sinistra che non fa bene a nessuno, anzi condanna chi sbarca a condizioni disumane”.
Un altro articolo sullo stesso quotidiano prova ad inserire il fatto all’interno del contesto internazionale, tirando in ballo gli interessi della Turchia, ma anche della Russia e della Francia, nella Libia.
Erasmo Palazzotto ha pubblicato un breve video in cui si vede una quantità di spazzatura nei bagni che supera di gran lunga la capienza dei contenitori che erano stati posizionati sul posto. In alcuni punti non si può camminare perché il pavimento è ingombro di rifiuti.
Il numero di ospiti dell’hotspot avrebbe superato le 2.100 unità.
Le dichiarazioni del parlamentare sono state riportate da vari siti web.
Nessun migrante è stato interpellato sull’argomento.

2 migranti positivi a Lampedusa

2 migranti sarebbero risultati positivi al coronavirus nell’hotspot di Lampedusa. Lo scrive il sito Tp24 all’interno di un lungo articolo che racconta come stanno reagendo all’epidemia le strutture sanitarie in provincia di Trapani.
Nelle ultime ore da Lampedusa non arrivano particolari novità. Nei giorni scorsi si è detto che l’hotspot ospitava di nuovo più persone rispetto alla capienza prevista, e che erano in fase di preparazione iniziative simboliche per ricordare la strage del 2013, visto che i consueti eventi che prevedono assembramenti non possono essere organizzati quest’anno a causa della pandemia.
L’anniversario ricorre il 3 ottobre, proprio lo stesso giorno in cui è prevista l’udienza contro Salvini nel processo per sequestro di persona per il caso Gregoretti. Il leader leghista è sotto processo per avere impedito per alcuni giorni lo sbarco di alcuni migranti. Sui social continua ad insistere nel dire che lui lo ha fatto per difendere i confini e la sicurezza degli italiani. Rischia 15 anni di carcere. E un altro processo è in fase di preparazione, quello sul caso Open Arms.
Sui siti di destra oggi è in evidenza la notizia del sacerdote assassinato a Como. L’omicida è un senzatetto tunisino con problemi psichici che si è costituito. Lo straniero sarebbe dovuto essere espulso ad aprile, ma la pandemia aveva bloccato i rimpatri. Vari esponenti politici hanno commentato il fatto, Il Giornale cita soprattutto i leghisti.
Laura Boldrini negli ultimi giorni ha dedicato alcuni tweet all’omicidio di Willy Monteiro (ragazzo di colore ucciso a Colleferro nel corso di una rissa) e Maria Paola (ragazza napoletana morta per colpa del fratello che contestava la sua relazione con un transessuale) ma su quanto avvenuto a Como ha preferito non twittare nulla, al momento.
L’ultimo messaggio che ha postato su Twitter è un video di nove secondi in cui si vedono alcuni manifestanti cantare Bella Ciao a Jesi per contestare Salvini. “Ecco la risposta giusta a chi vuole spaccare il paese”. Qualche utente le ha inviato un link alla notizia delle prete assassinato, non ricevendo risposta, come al solito.
Anche Zingaretti ha dedicato un tweet alla tragedia di Colleferro (il 6 settembre) e uno alla morte di Maria Paola (con tanto di foto), ma sul fatto di Como non ha scritto nulla.
Repubblica riporta un comunicato di Intersos relativo alle operazioni di allestimento di un nuovo campo di accoglienza a Lesbo, in Grecia, dopo che la precedente struttura è stata distrutta dalle fiamme pochi giorni fa. Secondo la Ong il nuovo campo somiglia troppo a un carcere. Oltre a confiscare rasoi e lacci per le scarpe, le autorità avrebbero requisito anche i telefoni ai migranti.
Infine la Ong Open Arms comunica che due donne in stato di gravidanza sono state evacuate dalla nave che le aveva soccorse in mare e che ospita ancora centinaia di persone in attesa dell’indicazione di un porto nel quale sbarcare. L’associazione mostra un video di pochi secondi in cui si vedono le due che vengono fatte salire su un gommone dai soccorritori, e scrive che a bordo della nave la tensione è ancora grande.
L’ultimo aggiornamento pubblicato dal sito del Giornale diffuso stanotte dice che 11 migranti si sono gettati in acqua dalla nave nel tentativo di raggiungere la costa, e sono stati recuperati sia da Open Arms che dalla Guardia Costiera.

Lampedusa, due migranti vanno a fare la spesa. Ocean Viking, comincia il trasferimento

Due migranti senza mascherina sono stati avvistati e fotografati a Lampedusa mentre facevano la spesa. La notizia ha indignato il sindaco dell’isola: in teoria i due sarebbero dovuti rimanere in quarantena nel locale hotspot. Il primo cittadino ha ipotizzato che qualcuno non sta facendo bene il suo dovere se gli stranieri riescono ad uscire.
Il sindaco ha anche attirato l’attenzione sul problema dei pescatori nordafricani che si spingono fino a sette miglia dalla costa italiana quando invece dovrebbero fermarsi a 12. Questo danneggia i lavoratori locali, che subiscono inoltre le conseguenze dell’emergenza coronavirus e i danni alle reti a causa dei barconi affondati.
Sull’isola si è votato un improvvisato referendum per chiedere la chiusura dell’hotspot. Nell’articolo ci si limita a ricordare che ci sono stati oltre 900 votanti.
Le votazioni sono durate una settimana, e si sono concluse una settimana fa. I risultati, secondo il Giornale, sono stati di 988 voti a favore della chiusura dell’hotspot e 4 contrari.
In un comunicato gli organizzatori del plebiscito hanno elencato le loro richieste, tra cui anche quella di intervenire sulle cause che spingono migliaia di persone a lasciare il proprio paese nelle condizioni a cui abbiamo assistito in questi anni. “Le narrazioni dominanti dell’isola improntate alla continua emergenza, da quella edulcorata dell’accoglienza e degli eroi a quella piena di stigma dell’isola razzista e xenofoba sono state tutte caratterizzate da grossolane semplificazioni, sempre lontane anni luce dalla complessità dei fenomeni e delle dinamiche in atto”, scrive il comitato cittadino.
Intanto dalla Sicilia arriva la notizia dello sbarco di 169 migranti che finora stavano scontando la quarantena sulla Moby Zazà, ancorata al largo delle coste di Porto Empedocle. Saranno portati in provincia di Crotone. 42 persone, tra cui 30 contagiati da covid, rimarranno a bordo, mentre è previsto il trasferimento di 180 migranti soccorsi in mare dalla Ocean Viking.
In un primo momento si era detto che sarebbero stati trasbordati sulla Moby Zazà senza toccare la terraferma. Un tweet di 6 ore fa della ong Sos Mediterranee annunciava genericamente l’inizio dello “sbarco”.
La nave è stata costretta ad attendere alcuni giorni prima di ottenere l’autorizzazione ad avvicinarsi al porto. Il Sussidiario fa notare, attingendo ad un’osservazione di Dagospia, che in questo caso nessuno ha ipotizzato il reato di sequestro di persona per il Governo di Conte e Lamorgese, nonostante la situazione sia simile ha quella che portò ad accusare Salvini quando era ministro dell’Interno.
E però il sito riporta anche una dichiarazione dell’esponente del Pd Giuditta Pini, secondo la quale “ci siamo comportati peggio di quando c’era Salvini al Viminale, tenendo le persone in mare senza motivo”.
Sulla stessa posizione starebbe anche un altro parlamentare democratico, Matteo Orfini. Il radicale Riccardo Magi invece sceglie di pungolare Zingaretti.
Il quale finora non si è certo messo a spiegare qual’è la sua visione del fenomeno migratorio, delle cause e delle soluzioni, però l’altro ieri ha diffuso un tweet nel quale dice: “Bene Ocean Viking. Finalmente, in futuro si deve essere più tempestivi. Ma bene. I problemi si risolvono, non si cavalcano, soprattutto quando si tratta di vite umane”.
Gli dice Magi: “Fammi capire, Nicola, il Governo – come Salvini e nessuno prima di lui – non assegna il porto a una nave che ha salvato 180 persone. Glielo assegna dopo 10 giorni e dopo che il comandante ha dichiarato lo stato d’emergenza. Il Governo ha creato il problema o l’ha risolto?”
La Stampa titola con un virgolettato che dovrebbe sintetizzare quanto detto dalla sindaca di Porto Empedocle “Radical chic al governo. Vengano qui invece di twittare come Zingaretti”. Poi nell’articolo il riferimento ai tweet viene riportato in maniera molto più generica, ma comunque c’è l’appello ai politici a venire a vedere quello che sta succedendo: a Zingaretti, ma anche a Orfini “che saliva sulla nave di Carola Rackete: perché non ci sale adesso su una di queste navi con il rischio di contagio?”. Una proposta provocatoria è quella di portare i migranti direttamente a Roma, così i politici possono andarli a trovare. Per quanto riguarda la Moby Zazà, va bene che sia utilizzata per le quarantene ma dovrebbe essere spostata a Pozzallo, dice la sindaca, visto che le autorità locali sono favorevoli all’accoglienza.

Detenzione illegale e trattamento degradante

La Corte europea per i diritti umani ha condannato l’Italia per aver violato nel 2011 i diritti di tre immigrati clandestini tunisini.
Gli uomini sarebbero stati sottoposti ad un trattamento degradante, prima nel centro di accoglienza di Lampedusa, poi sulle navi ormeggiate nel porto di Palermo e utilizzate per il loro rimpatrio.
Inoltre l’Italia li avrebbe sottoposti a detenzione irregolare priva di una base legale: i tunisini non sono stati messi al corrente dei motivi della reclusione, e non hanno potuto contestarli di fronte ad un tribunale italiano.
Sarebbe stato violato anche il divieto alle espulsioni collettive, dal momento che i tre sono stati rimpatriati in Tunisia senza nessun esame della situazione specifica di ciascuno di loro.
L’Italia è stata condannata a pagare loro 10 mila euro per danni morali, più altri 9.300 di spese legali.
La sentenza però non è ancora definitiva: le parti hanno ancora 3 mesi di tempo per ottenere un riesame della vicenda.
La notizia è stata riportata in breve sul sito del Fatto Quotidiano, ricevendo in poche ore 65 commenti.
Lo stesso sito ha anche pubblicato un testo di Valeria Brigida nel quale si ricostruisce l’atmosfera di quel periodo, anche grazie all’intervista ad uno dei numerosi migranti che si trovarono rinchiusi a Lampedusa nel 2011.
Tra i commenti, ce ne sono molti ostili alla sentenza della Corte europea: “Quando sarà che la corte di Strasburgo condannerà l’agenzia delle entrate per abusi contro il popolo italiano?”, si chiede uno degli utenti del sito.

La Commissione migranti in visita a Lampedusa

E’ in corso una visita da parte della Commissione d’inchiesta sul sistema d’accoglienza, identificazione e trattenimento dei migranti a Lampedusa.
Secondo quanto scrive il Fogliettone, il programma prevedeva l’arrivo ieri alle 15, con visita al locale centro di accoglienza. Nella giornata di oggi invece sarebbero previste alcune audizioni nella sede dell’Aeronautica Militare. Dopodiché i deputati lasceranno l’isola.
Al momento i principali siti web non riportano aggiornamenti su come è andata l’ispezione.
Tuttavia c’è stata una polemica, poco prima dell’arrivo della delegazione, quando si è saputo che un certo numero di migranti è stato trasferito in Sicilia con un aliscafo. “E’ veramente vergognoso”, hanno scritto gli esponenti del Movimento 5 Stelle. Sembrerebbe che il centro di accoglienza fosse in sovrannumero, e che il trasferimento abbia lo scopo di far risultare tutto quanto in regola.
Comunque né il comunicato né i siti web locali riportano cifre. Quanti migranti c’erano? Quanti ne sono stati trasferiti?
Chissà se alla fine dell’audizione circoleranno informazioni più precise.
Su Facebok la parlamentare del Pd Maria Chiara Gadda ha pubblicato un primo resoconto del sopralluogo nel centro di accoglienza, secondo quanto riporta il sito Il Saronno. “Devo dire che vedere nel magazzino, assieme a scarpe e magliette, anche le bare, mi ha procurato una sensazione davvero di malessere”, ha scritto la deputata.

Poliziotti a rischio malattie infettive

Il quotidiano romano Il Tempo dedica la prima pagina di oggi ad una situazione segnalata dal sindacato di polizia Sap.
Un gruppo di agenti del reparto mobile di Roma è stato chiamato il sette luglio per trasportare due gruppi di immigrati da Lampedusa a Napoli e Fiumicino, con due diversi voli nella stessa notte.
Dopo alcuni giorni gli agenti sono stati chiamati per una visita medica, dopo che si è scoperto che uno degli stranieri era affetto da meningite.
Il sindacato segnala che da parte della polizia non era stata fornita agli agenti una protezione sufficiente ad evitare un eventuale contagio. A quanto pare gli agenti hanno dovuto pagarsi a spese loro l’antibiotico che gli è stato prescritto a scopo precauzionale.
La cura durerà fino a metà della prossima settimana. Agli agenti è stato consigliato di avvisare il medico in caso di febbre alta.
Gli stranieri presenti su quei voli erano profughi appena sbarcati. Non erano stati ancora sottoposti a nessun esame medico.
Intanto tra i poliziotti desta qualche preoccupazione anche la tubercolosi. Vista la segnalazione di alcuni casi di Tbc tra i profughi in arrivo, è stata richiesta una lista di coloro che hanno fatto servizio di accompagnamento da gennaio ad oggi, per verificare un eventuale contagio.
Il mese scorso sempre Il Tempo aveva segnalato che 10 poliziotti erano risultati positivi al test della Tbc. Uno di loro aveva contratto l’infezione.

La Carta di Lampedusa

E’ nata la Carta di Lampedusa. Il testo finale è stato messo a punto dagli antirazzisti riuniti sull’isola. Melting Pot ha pubblicato sia il testo completo del documento, sia il filmato integrale dell’assemblea finale.
La Carta non è una proposta di legge o una richiesta agli Stati e ai Governi, bensì un patto che unisce tutte le realtà e le persone che la sottoscrivono nell’impegno di affermare, praticare e difendere i principi in essa contenuti.
In essa si rivendica il diritto delle persone di spostarsi da uno stato all’altro e di stabilirsi dove ritengono opportuno.
La Carta avanza varie proposte, tra cui quella di non vincolare l’asilo allo stato in cui lo straniero è approdato. Chiede inoltre la smilitarizzazione dei confini, e l’abolizione dei programmi Frontex, Eurosur, nonché la rinuncia al Muos.
La decisione di riunirsi a Lampedusa era stata presa dopo la strage avvenuta sull’isola nell’autunno scorso, che ottenne risonanza a livello internazionale.
Una sintesi dei contenuti è stata pubblicata da Redattore Sociale, a firma di Raffaella Cosentino.
Global Project ha raccolto vari video con interviste ad alcuni dei partecipanti.
Alla fine di marzo è previsto un nuovo incontro a Bologna. Il 15 febbraio a Roma ci sarà una manifestazione per chiedere la chiusura del Centro di Identificazione ed Espulsione di Ponte Galeria. Mobilitazioni europee sono previste per maggio e giugno, mentre il 1 marzo in Italia ci saranno le consuete iniziative attorno al cosiddetto “sciopero dei migranti”.
A Ponte Galeria si è da poco conclusa la protesta delle bocche cucite. Si attendono sviluppi entro le prossime due settimane.
L’associazione Medici per i Diritti Umani ha da poco visitato il Cie di Trapani, constatandone le pessime condizioni e chiedendo la chiusura di tutti i centri di espulsione italiani.
Il Cie trapanese dovrebbe essere chiuso a breve per lavori di adeguamento. Tuttavia i reclusi continuano ad affluire, come è successo ieri ad uno spacciatore, trasferito in Sicilia da Mestre.

Bocche scucite

I 13 immigrati di Ponte Galeria si sono scuciti le labbra e hanno ripreso a nutrirsi. Lo ha detto il Garante dei detenuti del Lazio, Angiolo Marroni, secondo cui “queste persone hanno deciso di interrompere la loro protesta per sfinimento, non certo perché i loro problemi sono stati risolti”. Gli stranieri hanno comunque ottenuto la rassicurazione che entro la metà di febbraio potranno accedere ai colloqui per la richiesta di asilo in Italia.
La notizia è stata ripresa da vari siti web, tra cui l’Occidentale e il Corriere della Sera, secondo i quali gli stranieri che hanno interrotto la protesta sono 12. Entrambi i siti avevano scritto che ad iniziarla erano stati in 13, ma non hanno spiegato il motivo di questa discrepanza tra i numeri.
Il Garante ha chiesto al Ministro Kyenge di visitare il centro di espulsione romano, per evitare che la situazione torni nuovamente nel dimenticatoio.
Il deputato del Pd Khalid Chaouki da alcuni giorni ha smesso di interessarsi dell’evolversi degli eventi a Ponte Galeria. I suoi ultimi post su Facebook sono dedicati allo scontro Pd-M5s. Ha scritto che Grillo è un “pazzo” e un “pagliaccio pericoloso”. Prima di Natale Chaouki si era autorecluso nel centro di accoglienza di Lampedusa per sollecitare il trasferimento dei profughi in altre strutture. L’ultimo suo post sulla nuova protesta a Ponte Galeria risale a mercoledì scorso.
Il Garante dei detenuti del Lazio ha anche fatto due proposte su come riformare il sistema di gestione delle espulsioni in Italia. La prima riguarda gli accordi bilaterali per permettere l’identificazione in carcere degli stranieri che hanno commesso reati. La seconda riguarda l’RVA, ossia il Rimpatrio Volontario Assistito, procedura prevista dalle autorità europee, ma non anora finanziata dal Fondo europeo per i rimpatri.
In questi giorni si sta svolgendo a Lampedusa un meeting degli antirazzisti, dal quale nascerà la Carta di Lampedusa, in tema di immigrazione. Ieri gli attivisti hanno incontrato la popolazione dell’isola. Il sindaco Giusi Nicolini ha auspicato un nuovo modello di accoglienza, da contrapporsi al sistema imposto dall’Unione Europea, contro cui si infrangono i principi sanciti dalle convenzioni sulla protezione internazionale.

Minacce a Lampedusa

Al centro di accoglienza di Lampedusa è stata recapitata una lettera anonima di carattere intimidatorio. Lo denuncia il presidente di Legacoop Sicilia, esprimendo solidarietà agli operatori della struttura. La notizia è stata riportata da CanicattiWeb. Insieme alla missiva c’era un tovagliolo sporco di sostanza marrone. Una lettera simile era arrivata il 2 gennaio scorso. Era indirizzata al direttore del centro, mentre quella attuale era diretta all’Ad della cooperativa Lampedusa Accoglienza. Entrambi sono al centro delle polemiche da quando il Tg2 ha diffuso un video girato all’interno della struttura lampedusana, in cui i migranti vengono fatti spogliare pubblicamente all’aperto, per essere sottoposti ad un trattamento contro la scabbia che avevano contratto a causa delle cattive condizioni in cui versava il centro troppo affollato.
Intanto venerdì scorso a Torino un deputato del Pd, Mino Taricco ha visitato il locale centro di espulsione.
La visita è stata organizzata in vista del dibattito che probabilmente ci sarà in Parlamento nelle prossime settimane per riformare il sistema di gestione dei flussi migratori in Italia.
Taricco ha detto che vuole cercare di evitare di prendere decisioni “sotto spinta emotiva” derivata da alcuni “fatti eclatanti”, e che bisogna sfuggire a “luoghi comuni e banali semplificazioni”. Al momento, comunque, non ha preso posizione.
Nei giorni scorsi il viceministro dell’Interno si è detto favorevole ad abbassare il tempo massimo di reclusione all’interno dei Cie al di sotto degli attuali 18 mesi.
Il comunicato dell’onorevole Taricco è stato ripreso dal sito Grandain.com. Il suo sito ufficiale invece è fermo alla fine di dicembre.

Intervista a Raffaella Cosentino

Il sito del Corriere della Sera ha pubblicato un’intervista alla giornalista Raffaella Cosentino, autrice insieme ad Alessio Genovese del documentario “EU013, L’ultima frontiera”.
Il documentario raccoglie numerose testimonianze rilasciate dai migranti reclusi all’interno dei Centri di Identificazione, e documenta aspetti meno conosciuti del fenomeno immigrazione in Italia. Anziché soffermarsi sui barconi e sulle rivolte nei Cie, analizza anche il fenomeno di tutti quei migranti che arrivano in Italia per nave o in aereo con un regolare permesso di soggiorno, diventando clandestini in seguito, ad esempio quando perdono il lavoro.
L’intervista è nata dopo che le polemiche per il video shock del Tg2 sul trattamento antiscabbia a Lampedusa hanno portato alla chiusura del locale centro di accoglienza, con conseguente dibattito su come riformare il sistema di gestione dei flussi migratori in Italia.
La Cosentino si occupava dei Cie “già quando i media mainstream non ne parlavano quasi mai, quando doveva faticare per veder pubblicati i suoi pezzi, quando la questione non era al centro del dibattito pubblico come oggi”, scrive l’autore dell’intervista, Paolo Riva.
Intanto ieri a Lampedusa una delegazione di Legacoop ha visitato quel che rimane del centro di accoglienza di Lampedusa, sgomberato a seguito delle polemiche. Ha trovato baracche disastrate, materassi ammassati, rubinetti rotti. Insomma, la struttura è comunque al collasso: progettata per accogliere 250 persone, si è trovata ad accoglierne anche duemila.
Il Ministero dell’Interno sta predisponendo lavori di ristrutturazione. Legacoop vorrebbe contribuire ad elaborare “un nuovo modello organizzativo da estendere a tutta la gestione dei centri dell’isola”, per evitare che alla riapertura il centro torni di nuovo in queste condizioni.