Rapporto Caritas-Migrantes

E’ stato presentato ieri a Roma, alla presenza del Ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge e del presidente della Commissione del Senato per i Diritti Umani Luigi Manconi, il XXIII rapporto immigrazione redatto da Caritas e Fondazione Migrantes. Tra le altre cose nel rapporto si parla anche di centri di espulsione, che sono stati definiti solo un “sedativo delle ansie di chi percepisce la presenza dello straniero irregolarmente soggiornante, o dello straniero in quanto tale, come un pericolo per la sicurezza”. In realtà la Caritas ritiene che i Cie non siano efficaci, ed auspica la chiusura di questi luoghi “il più presto possibile”.
La notizia è stata riportata anche dal sito del Fatto Quotidiano, con foto di repertorio delle dita di uno straniero attraverso le sbarre (evidentemente non erano disponibili foto dei responsabili della Caritas e di Migrantes). Nonostante nell’articolo sia specificato chiaramente che l’alternativa ai Cie è l’identificazione in carcere per gli stranieri che hanno commesso reati, gran parte dei commenti ricevuti sono molto ostili nei confronti della proposta, della Caritas, e della Chiesa in generale.
Nel frattempo a Roma sta proseguendo la protesta nel Cie di Ponte Galeria. Chi ha visitato il centro ha riferito di aver trovato i manifestanti con le bocche cucite “nei loro letti, coperti, come tante larve”. Sono debilitati, ma fortemente motivati ad andare avanti. La portavoce della campagna LasciateCIEntrare ha fatto appello alle istituzioni perché intervengano al più presto.
Su Repubblica la giornalista Raffaella Cosentino, che a questa campagna ha aderito, ha scritto un articolo in cui racconta che i Romeo e Giulietta di Ponte Galeria stanno per essere rilasciati. Si tratta di una coppia di tunisini fuggiti all’estero perché i parenti di lei erano contrari al loro matrimonio. Rischiavano il rimpatrio, lei aveva tentato il suicidio per la disperazione, tempo fa, dopodiché era stato loro consentito di incontrarsi periodicamente per brevi momenti. In realtà la notizia è abbastanza vaga: nell’articolo si dice con certezza che “tra poco i due vedranno aprirsi i cancelli del Cie”, ma non si sa per quale destinazione. L’articolo è stato intitolato “I Romeo e Giulietta tunisini liberati dal Cie”, come se fosse già successo.
A visitare il Cie di Ponte Galeria, oltre ad alcuni deputati, c’erano anche due consiglieri di Sinistra Ecologia e Libertà del Comune di Fiumicino, le cui dichiarazioni sono state riprese da Terzo Binario. Sel chiede di rivedere le norme che regolano il funzionamento dei Cie e di abolire la Bossi-Fini.
Della delegazione faceva parte anche la deputata Ileana Piazzoni, che ha diffuso un comunicato in cui chiede di mantenere alta l’attenzione politica sulla battaglia per l’abolizione dei Cie.
Il sito del Corriere della Sera riporta alcuni stralci di una lettera che due migranti hanno consegnato alla delegazione, nel tentativo di coinvolgere le autorità europee ed ottenere un permesso che permetta loro di raggiungere i propri familiari in un paese in cui i loro diritti siano rispettati.

Recuperare 113 milioni

I promotori delle campagne “I diritti alzano la voce” e “Sbilanciamoci” hanno presentato al Senato il “Libro nero sul welfare italiano”.
Si tratta di un dossier che analizza le conseguenze negative derivanti dal taglio dei fondi destinati al welfare.
Una delle sezioni del dossier riguarda le proposte per un nuovo welfare. Cosa bisognerebbe finanziare, e dove potrebbero essere trovati i soldi.
Una delle proposte riguarda la chiusura dei Centri di Identificazione ed espulsione. Si legge nel rapporto: “Con i 113 milioni previsti nella legge di bilancio per il 2012 per l’attivazione, la locazione e la gestione di nuovi CIE si potrebbe finanziare un programma nazionale di inclusione sociale”.
La notizia sembra sia stata riportata soltanto dal Corriere. Si sa che la presentazione è avvenuta al Senato, ma non si sa quali senatori abbiano assistito all’evento. Comunque non sembra che qualcuno di loro abbia rilasciato dichiarazioni su questa questione.
L’ultima dichiarazione giunta da parte di Maroni a proposito di immigrazione riguardava i dati sui rimpatri. Dal 5 aprile scorso sono state rimpatriate 3592 persone. La stampa non ha riportato sue dichiarazioni a proposito delle rivolte che continuano a scoppiare nei Cie, e delle lamentele che giungono da parte delle forze di polizia a proposito della cattiva gestione del problema.
Qualche giorno fa, il rapporto di Caritas Migrantes smontava gli entusiasmi a proposito dell’efficacia dei Cie nella gestione dei flussi migratori.
Secondo Caritas meno della metà delle persone transitate nei centri di espulsione l’anno scorso sono poi state rimpatriate, 3339 su 7039. Più di un sesto è stato dimesso per scadenza dei termini. Il governo non ha commentato, ma evidentemente ritiene di avere già preso le contromisure necessarie, ovvero accordi con gli stati esteri che permettono il rimpatrio forzato in massa (contrario a qualche norma italiana ed europea) e il prolungamento della permanenza massima dei clandestini all’interno dei Cie (da 6 a 18 mesi, senza offrire nulla che possa distrarre i reclusi dalla progettazione di evasioni e rivolte).

Cie inefficaci

Su Terre Libere è stato pubblicato un articolo di Vladimiro Polchi, di Repubblica, in cui si riassumono i dati raccolti da Caritas Migrantes nel rapporto 2011 sulle migrazioni.
Nella conclusione dell’articolo, c’è qualche dato che riguarda i Cie, Centri di Identificazione ed Espulsione, che vengono definiti costosi ed inefficaci.
Da quando è stata aumentata la durata massima del trattenimento, ci sono state numerose rivolte che hanno provocato danni consistenti.
Nel 2010 la permanenza media è stata di 51 giorni, meno di due mesi. La durata massima attuale della permanenza è stata portata a 18 mesi.
Gli accordi bilaterali per i rimpatri funzionano solo in parte. Si legge nel rapporto che meno della metà delle persone trattenute sono state effettivamente rimpatriate, 3339 su 7039. Più di un sesto è stato dimesso per scadenza dei termini.
Nel 2010 si sono contati più di quattromila respingimenti alle frontiere e più di 16 mila rimpatri forzati. Però le persone rintracciate in posizione irregolare sono state più di 50 mila. In effetti pare che qualcosa non funzioni.
Non risulta che il ministro Maroni abbia commentato il rapporto della Caritas. Né i giornalisti che hanno parlato del rapporto hanno mai citato il Ministro, a giudicare dai risultati che vengono fuori dai motori di ricerca.
Nei giorni scorsi in Umbria il consiglio regionale ha bocciato una proposta avanzata dal centro destra per l’apertura di un Cie nella regione. Anche alcuni dei sindacati di polizia erano contrari alla proposta. Il Ministero avrebbe voluto inaugurare alcuni nuovi Cie in varie regioni italiane, ma il progetto ha incontrato così tante difficoltà che è stato momentaneamente accantonato.