Lampedusa, sbarcano 53 migranti

Scrive Il Fatto Nisseno che dopo qualche giorno di pausa sono ripresi gli sbarchi a Lampedusa. I migranti giunti sull’isola sono 53, con 4 diverse imbarcazioni. Tra loro ci sarebbero 5 donne e 13 minori. Sono stati tutti condotti all’hotspot presente sull’isola. Non viene riportato il numero totale dei migranti presenti nel centro.
Per il resto, sul web si segnala una dichiarazione sparsa del questore di Modena, che è una donna e ha lavorato nella polizia ferroviaria, un’esperienza che le ha permesso di vivere a stretto contatto con le persone. “Capisco quando un padre mi chiede sicurezza per la figlia che torna tardi dall’università o quando un pendolare vuole viaggiare senza preoccupazioni. Come del resto sono convinta che con l’immigrazione si debba andare verso l’integrazione senza scordare gli accompagnamenti alla frontiera e l’uso dei Cpr”, sono le dichiarazioni riportate dalla Gazzetta di Modena.
Modena era appunto una delle città scelte per ospitare un centro rimpatri, ma la procedura si è interrotta per problemi emersi anche prima della pandemia, e non se ne è saputo più niente.
Alcuni giorni fa la polizia ha fermato in città un cittadino marocchino accusato di avere minacciato un italiano con una pistola poi rivelatasi giocattolo. I siti locali hanno scritto che l’uomo è stato condotto in un Cpr, ma non hanno specificato quale.
Infine si segnala un articolo su Altreconomia riguardante la questione dei rimpatri. A quanto pare il ministero dell’Interno avrebbe negato più volte alla rivista la possibilità di accedere a documenti e accordi sui rimpatri e sulle riammissioni per motivi di sicurezza nazionale. L’articolo è riservato a chi si abbona o a chi compra la rivista, anche in digitale.

A Modena tutto fermo

Dice TvQui che i lavori di allestimento del Cpr di Modena non sarebbero ancora iniziati visto che uno dei proprietari dell’immobile, la Banca Popolare di Milano, non avrebbe accettato la somma proposta dalla Prefettura sul canone di affitto, ritenendola troppo bassa. Secondo il sito, visto che la situazione non si sblocca, “è quasi certo che [il centro] non riaprirà”. Per cui finora non sono neanche arrivati i rinforzi alle forze dell’ordine, che avrebbero dovuto occuparsi della sorveglianza all’esterno della struttura.
L’iter per la riapertura del Cpr di Milano invece prosegue, ma a rilento. Si attendeva la riapertura entro giugno, poi entro l’autunno. Ora, scrive il Giornale, la Prefettura ha comunicato che non si riuscirà ad aprirlo entro l’anno perché serve ancora tempo per collaudo e allestimento. Nel centro sono già stati effettuati lavori di ampliamento delle recinzioni, illuminazione perimetrale, impianto di videosorveglianza. Eppure la Lega si ostina ad alimentare l’incertezza, insistendo sul sospetto che la struttura diventi centro di accoglienza anziché di detenzione. E in effetti nel Pd c’è chi spinge in questa direzione: l’ex assessore al welfare Majorino. Il quale ha dichiarato di avere “appreso con grande dispiacere che il governo ha confermato che riaprirà il Cpr. Un grande errore, una grande illusione. Fare un carcere temporaneo per stranieri dove chiudere alcune centinaia di persone non servirà ad aumentare i rimpatri in forma davvero significativa. E invece sarà utile a ledere i diritti umani almeno di una parte di essi”.
Majorino, che gode anche dell’appoggio del sindaco Sala, è un esponente del Pd. Come Minniti, che da ministro dell’Interno ha lanciato il piano di apertura di un Cpr per ogni regione, perché secondo lui bisognava espellere quegli stranieri che costituiscono un pericolo per la società. Nell’ultimo mese l’esponente del Pd Matteo Orfini ha chiesto un congresso perché “nessuno sa più cosa è il Pd e cosa vuole fare”. Ha osservato anche che “Fratoianni sui temi dell’immigrazione ha idee molto più simili alle mie di quante io ne abbia in comune con Minniti, [con la] parte liberal”. (Fratoianni sta in Sinistra Italiana. Orfini vorrebbe includerlo nel Pd per fare un partito “all’americana”, che raccoglie sotto la stessa bandiera le componenti più diverse).
Orfini è anche contrario ad un’alleanza strutturale con il Movimento 5 Stelle. Questo accordo di governo va bene, per contrastare Salvini che chiede i pieni poteri, ma per il resto le differenze Pd-M5s sono enormi: “Sul tema della sicurezza, per i 5 Stelle è un problema di ordine pubblico, per noi prevalentemente sociale. Sull’immigrazione la pensano come Salvini, mentre noi siamo chiaramente contrari”. Non è chiara l’agenda del Pd, secondo Orfini: “Si naviga a vista, e questo è un problema”; “le nostre bandiere, quelle di questi anni: avevamo detto abrogazione dei decreti sicurezza, scomparsa; avevamo detto ius cuturae, scomparsa…”.
Per finire, Ansamed riporta una relazione della Corte dei Conti europea che lamenta un numero di rimpatri decisamente inferiore rispetto alle decisioni di rimpatrio, in Italia ma anche in Grecia. Tra le cause, anche la “capacità insufficiente nei centri di detenzione”. La Corte segnala anche i tempi troppo lunghi per la valutazione delle richieste d’asilo: una pratica iniziata nel 2015 si è conclusa soltanto quest’anno, chiaramente serve “un sostegno” alle autorità giudiziarie per risolvere questo problema.

Contro la “teologia dei porti chiusi”

Il sito La Pressa ha pubblicato un articolo in cui si commenta in maniera negativa una dichiarazione del candidato sindaco di Modena Stefano Prampolini, che avrebbe detto che “l’accoglienza indiscriminata non ha a che fare con la carità cristiana” (notizia non riportata altrove).
L’autore dell’articolo gli risponde con una serie di riferimenti teologici e cattolici: “Pensare che la Carità, la Carità che San Paolo descriveva ai Corinzi, che tutto crede, tutto spera, tutto sopporta, possa essere ridotta a un disegno protezionista rispetto ai flussi migratori è semplicemente offensivo”. Non si può imbrigliare la Luce per racimolare voti, la “teologia dei porti chiusi” è una strategia perdente. “I modenesi non sono scemi”, dice l’articolo, chiedono risposte che entrino nel merito.
Un link porta ad un altro editoriale, sempre sullo stesso sito ma di un autore diverso, in cui si cercano di mettere in evidenza i nodi irrisolti sul fronte immigrazione, tutto ciò di cui Salvini non ha parlato in occasione della sua recente visita in città.
Il taglio dei fondi al sistema dell’accoglienza viene giudicato dall’autore di questo secondo articolo un invito a speculare meno, non uno smantellamento del sistema che ha permesso di speculare.
E sul fronte del Cpr, l’editoriale parla di “abbandono degli impegni e degli annunci fatti già un anno e mezzo fa dall’allora candidato e poi ministro dell’interno Salvini, sull’apertura dei Cpr ed in particolare quello di Modena (confermato ieri dalla totale mancanza di riferimenti alla struttura abbandonata e di fatto dimenticata da anni in via La Marmora)”.
Dei Cpr “non si sente più parlare, se non negli slogan, non più della Lega, bensì degli anarchici”, scrive La Pressa.
I quali hanno trascorso la festa del 25 aprile a sfilare contro il Cpr, lasciando discutibili scritte sui muri che hanno indignato politici, giornalisti, commercianti e semplici cittadini.
Il fatto è che non è vero che la Lega ha smesso di parlare del Cpr. Forse chi dovrebbe sapere le cose prima di scriverne ha smesso di accorgersene. Alla vigilia del corteo, Modena Today aveva riportato le dichiarazioni di Salvini secondo cui entro ottobre apriranno quattro Cpr, per un totale di 400 posti, uno dei quali è proprio quello di Modena (gli altri tre sono Gradisca in Friuli, Macomer in Sardegna e Milano in Lombardia).
L’intento di Salvini è quello di portare avanti il piano Minniti che prevede un Cpr per ogni regione. In Campania e Liguria si starebbe già lavorando all’individuazione delle località in cui allestire le strutture, mentre le autorità della Toscana continuano a rifiutarsi di dare la disponibilità.
Nella maggioranza al Governo c’è stato un po’ di battibecco proprio a proposito dei rimpatri. Salvini ha parlato di un nuovo decreto sicurezza, che è stato interpretato come un diversivo per sviare dal caso Siri (o una prova di forza con l’alleato). Di Maio ha insinuato che il ministro dell’Interno non abbia fatto i compiti a casa. Che vuol dire forse che i rimpatri non sono stati abbastanza. “Siamo pronti a dare una mano”, gli ha detto, senza specificare come.
E il Pd? Zingaretti ha sul fronte sicurezza ha chiesto più personale nelle forze armate, commissari aperti nei quartieri difficili e impegno sul grande crimine. Ma sul fronte immigrazione non ha detto niente di significativo.
A livello locale, in Friuli, un esponente democratico si è lamentato per il fatto che “i rimpatri forzati sono fermi al palo”, Salvini ha fatto “pochissimo”. Insomma, per i democratici bisognerebbe rimpatriare più gente?
Nelle ultime ore Zingaretti ha esplicitato il suo piano nel caso la maggioranza dovesse spaccarsi: si andrebbe direttamente alle urne, senza cercare un accordo d’emergenza con i 5 Stelle, “perché il livello della crisi è talmente drammatico che nessun governo parlamentare la potrebbe affrontare”.
Ma le prime pagine di oggi presentano un quadro non troppo in linea con le aspettative ideali: nelle elezioni amministrative in alcuni comuni siciliani si parla di “trionfo” del Movimento 5 Stelle (Caltanissetta e Castelvetrano) e sconfitta della Lega.
Il Pd vince a Gela, in asse con Forza Italia, dice il Corriere, notando però il crollo notevole nel numero degli elettori rispetto al primo turno: si è scesi dal 58% al 40% di affluenza.
Ed evitando di dire che il candidato vincitore era espressione di una serie di liste civiche, a cui il Pd si è accodato solo in un secondo momento (lasciando l’amaro in bocca a chi fa parte dello zoccolo duro del partito, ha scritto un sito locale).

La versione del Guernica

Lo Spazio Guernica di Modena ha diffuso un comunicato, ripreso dal sito LaPressa, per fornire la sua versione dei fatti avvenuti in città nel corso della visita di Salvini.
A loro dire sono state le forze dell’ordine che “hanno iniziato a intimidire e poi sequestrare tutte le persone che iniziavano a riunirsi per contestare Salvini”. “Dopo innumerevoli episodi di violenza e intimidazione ai danni di giovani studenti e studentesse che volevano semplicemente raggiungere il presidio è partita la prima carica. La prima di otto distribuite in 4 ore di sequestro dei manifestanti da parte delle forze dell’ordine”.
Ancora: “Circa centocinquanta/duecento giovani usciti a quell’ora dalle scuole che volevano unirsi alla piazza hanno deciso di fronte alle violenze e alla prepotenza poliziesca di non lasciar correre: di reagire a violenza e soprusi”.
E così sarebbero partiti i “lanci d’oggetti, verdure, uova, bottiglie e qualche sasso da parte di chi guardava le violenze ripetute che stavano avvenendo”.
Ieri nella stessa piazza è stata la volta del segretario del Pd Zingaretti. Il quale ha parlato soprattutto di economia e amministrazione, senza calcare la mano sul fronte immigrazione e senza fare riferimenti a quanto avvenuto il giorno prima.
Però comunque il suo tono era abbastanza ambiguo, il discorso non era tarato per respingere gli attacchi di chi accusa il Pd di essere la causa delle contestazioni dei centri sociali: “Chi governa sta distruggendo l’Italia”, ha detto Zingaretti. “Chi ci governa non ha un’idea di futuro”, Salvini è il “principale responsabile di questi undici mesi drammatici”: “Ribellatevi a questa follia”, ha esortato il segretario dem, aggiungendo che i suoi avversari pensano che “gli italiani siano polli di allevamento”, e in questi mesi “hanno diffuso odio e creato problemi”.
Ovviamente quando dice “ribellatevi a questa follia” Zingaretti sottintende: non con le sassaiole, ma votando Pd. Ma presentare una situazione drammatica e incitare alla ribellione include anche il rischio che qualcuno perda la testa.
Ad accogliere Zingaretti c’era anche l’europarlamentare Cecile Kyenge, ex ministro per l’Integrazione, molto attiva nell’attuale campagna elettorale in cui cerca il secondo mandato. I mass media hanno notato la sua presenza nelle foto e nelle inquadrature, ma non hanno riportato interviste sul perché del suo sostegno a Zingaretti, o sulle tematiche portate avanti da lei, o qualche commento sulla linea del partito.
In questi giorni la Kyenge è stata anche in provincia di Pordenone, a visitare una cooperativa attiva nel settore dell’integrazione lavorativa.
L’europarlamentare è candidata nella circoscrizione Nord Est.
Sempre ieri a Brescia c’è stato un corteo di tremila persone per protestare contro il razzismo e la legge Salvini. La notizia è passata sotto silenzio in cronaca nazionale e regionale, al massimo c’è stata qualche inquadratura ai telegiornali (evidentemente non ci sono state scritte minacciose o lanci di verdure). Comunque la notizia è arriva al pubblico nazionale perché lo stesso ministro Salvini ha condiviso su Twitter quattro fotografie del corteo. “I soliti insulti contro di me di quelli che vorrebbero portare in Italia tutta l’Africa. Altre medaglie”, ha scritto (intendendo che ogni insulto contro di lui per quello che è riuscito a fare lo considera un riconoscimento).
I commenti su Twitter non sono a senso unico: c’è chi gli dà ragione, chi gli dà torto.
Nelle stesse ore lo schieramento Brescia Identitaria aveva organizzato un’iniziativa contrapposta al corteo antirazzista, dietro uno striscione con scritto “#difendereBrescia”. Una cinquantina i manifestanti, 2.950 in meno rispetto a quelli che stavano al corteo, secondo le stime della stampa.

Modena, stavolta qualche scontro c’è stato

Il 25 aprile c’erano state polemiche a Modena per “l’inazione di chi era deputato a difendere le attività economiche, le sedi politiche e la tranquillità della comunità Modenese”, come aveva detto il Pd successivamente in una nota. In quell’occasione la polizia non aveva caricato i manifestanti pur rendendosi conto che questi stavano facendo scritte sui muri e sporcando di vernice gli obiettivi delle telecamere. La questura era soddisfatta per il fatto che non c’erano stati scontri, mentre politici e giornalisti avevano parlato di città “devastata”.
A pochi giorni di distanza Salvini è passato in città per un comizio lampo nel corso della campagna elettorale per amministrative ed europee. Tre manifestazioni di protesta sono state organizzate per l’occasione: una degli anarchici, una degli altri antagonisti, una della Cgil.
E c’è stata qualche carica sui contestatori. Un solo ferito, i giornali riportano le solite dichiarazioni sprezzanti del ministro dell’Interno: “quattro zecche da centro sociale che vanno giù a fare casino”, “non ci sono più i compagni di una volta, hanno perso la voce, hanno fatto tardi ieri sera”, “Meno canne e più uovo sbattuto della nonna e magari qualche tortellino”.
Sui siti d’informazione proliferano i classici video grezzi che si producono in questi casi. Inquadratura della massa anonima, gente che grida “oooh!”, visione confusa di qualcuno che forse sta prendendo delle manganellate per qualche motivo. Seguono altre sequenze simili. Coretto “vergogna, vergogna”. Nessuna intervista, nessuna dichiarazione.
Ciò che Salvini ha detto dal palco viene riportato in coda agli articoli. Ciò che dicono i manifestanti che non hanno partecipato agli scontri (c’erano la Cgil, l’Anpi, cittadini con nome e cognome) non appare sui radar dell’informazione, o viene messo in secondo piano. I cronisti avevano deciso di documentare gli scontri, e hanno raccolto il materiale che più si avvicina alla notizia che era stata decisa.
Salvini su Facebook: “I nazisti rossi dei centri sociali ora a Modena, città già devastata dai cortei del 25 aprile, cercano di disturbare la piazza della Lega”. Segue il video grezzo realizzato dal Corriere con le telecamere puntate sui contestatori: oltre due ore di filmati, anche con interi brani di slogan e ragionamenti gridati al megafono, ma sempre nell’attesa che succeda qualcosa. E qualcosa ogni tanto succede. Viene lanciato un sasso contro i poliziotti, parte una carica, viene rotto un megafono, un attimo dopo tutto torna tranquillo.
Mentre il video scorre, Facebook alterna al suo fianco i commenti scritti dagli utenti: “Caricate ‘ste zecche”, “Lanciafiamme”, “Schiacciasassi”, “I soliti pagliacci”, “Arrestateli tutti”, “Picchiate forte”, “Dementi”, “Andate a lavorare”, “Bastonateli”, “Un branco di ridicoli”, “Figli di papà”, “Nullafacenti”, “I centri sociali sono dei covi di delinquenti gestiti dal Pd“, “Sono questi topi il futuro dell’Italia?”, “Non vedo studenti, ma solo piccoli parassiti attaccati a quelli più grossi di parassiti che vogliono solo a gratis succhiare sangue all’Italia. Poverini, mi dispiace anche per il loro spacciatore di fiducia”, “Non sanno nemmeno per cosa protestano”. E così via, quasi mille solo sulla pagina di Salvini.
Secondo i mass media gli scontri sarebbero avvenuti nei pressi del presidio del Guernica, mentre del presidio anarchico non si dice nulla di esplicito.
Un elemento che ha colpito i cronisti è stata la presenza dell’ex calciatore della Nazionale Luca Toni al fianco di Salvini. Toni “ha scambiato col leader della Lega una affettuosa stretta di mano e ha posato col vicepremier per un selfie”. (Ha pure rilasciato delle dichiarazioni per dire che gli piace la linea seguita dalla Lega sul fronte della Sicurezza).
Sul sito della Gazzetta di Modena tutti gli aggiornamenti arrivati in redazione sono confluiti in una lunga pagina.
C’è un servizio realizzato dal Gruppo Espresso su Salvini con qualche frase dal palco, intervista a margine, dichiarazioni del candidato leghista e di Luca Toni; c’è qualche immagine grezza di un movimento improvviso delle forze dell’ordine e qualche manganellata per disperdere i manifestanti; un reportage di 17 fotografie per documentare quattro anarchici, uno striscione e il relativo schieramento di forze dell’ordine; 23 foto per documentare il palco di Salvini; trenta secondi per lo sfogo di una signora anziana, sfollata della guerra mondiale, ad una poliziotta, per chiedere di soccorrere chi fugge dalle guerre; un altro minuti di scontri, con manganellate al primo secondo di filmato, più il solito sfogo (“vergogna!”), più un altro frammento (il replay dall’inquadratura opposta?).
La Cgil viene nominata, ma non tanto per i motivi per cui è scesa in piazza, bensì perché ha denunciato un’aggressione da parte dei leghisti. “Nei minuti immediatamente successivi al discorso di Salvini alcuni delegati Cgil e operatrici di coop sociali che si occupano di accoglienza hanno deciso di passare in piazza Matteotti per esporre alcuni striscioni”. Quindi “sono stati malmenati, soprattutto le ragazze che sono state spintonate e rese oggetto di insulti, sputi e schiaffi dai manifestanti pro-lega”.
“Questo grave gesto dimostra che l’odio semina odio e che certi toni, certi argomenti appositamente enfatizzati stanno trasformando questo paese in una giungla medievale”.
Scendendo nella pagina, si possono leggere gli aggiornamenti precedenti. Ci sono undici foto del palco, resoconto di un provocatore inseguito dagli antagonisti e difeso dalla polizia, 10 foto degli striscioni della Cgil in piazza (ma non degli aggressori); resoconti dell’alternante fronteggiarsi di manifestanti e polizia, 24 minuti di filmato col comizio di Salvini; 40 secondi di filmato col coretto “Bella Ciao”, servizi fotografici sugli antagonisti e sulla Cgil e molto altro.
Il Fatto Quotidiano riporta altri sfottò di Salvini contro i contestatori: “Mia figlia che ha sei anni fa cori più intelligenti”; “Se vogliono mantenere dieci clandestini a testa glieli mandiamo a loro”; “Faremo un museo a Modena dopo il 26 maggio a tutela dei panda e dei comunisti”. A cui aggiunge le dichiarazioni rilasciate dal vicepremier a Ferrara, sempre a proposito di chi lo insultava.
Seguono, nei commenti, opinioni critiche nei confronti di Salvini, e anche insulti.
Scintille ci sono state anche a Forlì, dove, a quanto scrive il Corriere di Bologna, è stato lo stesso sindaco a dare del fascista a Salvini.
“Sui barconi ci manderemo quei 50 sfigati, le zecche dei centri sociali”, aveva detto Salvini dal palco, “visibilmente alterato” dalle contestazioni, secondo quanto scrive il sito.
Il sindaco della città ha diffuso un post su Facebook, mentre Salvini ancora parlava: “Quello a cui si sta assistendo è qualcosa di penoso. Usare il balcone di piazza Saffi per un comizio. Un pessimo modo di fare campagna elettorale, uno scimmiottamento delle adunate anteguerra del regime nel luogo del sacrario alle vittime della guerra dove molti partigiani vennero impiccati”.
E il Pd che dice? Al momento non è pervenuto. Si è tenuto defilato da qualsiasi iniziativa di contestazione. Qualcuno aveva detto che forse la Kyenge era solidale con la Cgil, ma lei sui suoi social non ha detto niente. Il Partito Democratico la sua carta la giocherà oggi, tra pochi minuti, quando Zingaretti sarà in città.
Ieri la Kyenge era a Ferrara, e ha parlato tra l’altro della revisione del trattato di Dublino. Perché la sola soluzione al problema, dice, è a livello europeo.
Nei giorni scorsi era stata a Firenze, ad una conferenza internazionale in cui aveva detto che l’approccio delle destre xenofobe non può portare nessuna soluzione alla questione delle migrazioni.
Zingaretti nelle ultime ore è stato ospite di un programma di SkyTg24. “La Lega cattura voti sull’odio e sulla rabbia ma non ha un progetto per il Paese. L’odio non crea lavoro, benessere o sviluppo”, ha detto il segretario Pd. L’Ansa riassume tutto in otto righe.

Modena, oggi arriva Salvini. Kyenge con la Cgil (dicono), il Pd no

Oggi pomeriggio Salvini sarà a Modena, nell’ambito di un tour elettorale che prevede comizi lampo in varie città lungo la via Emilia.
Non ci sarà tempo per incontrare il sindaco Muzzarelli, col quale comunque Salvini ha detto di voler discutere in un secondo momento a Roma.
Ottimismo per quanto riguarda le tre contromanifestazioni (anarchici, antagonisti, Cgil) le quali non dovrebbero creare problemi.
Secondo il sito LaPressa la candidata del Partito Democratico alle europee Cecile Kyenge avrebbe annunciato la sua adesione convinta al presidio della Cgil, in piazza Mazzini alle ore 14.
Adesione di soppiatto a titolo personale, sembrerebbe. Sulle sue pagine social non se ne trova traccia, al momento.
Comunque, sulle pagine social del Pd non c’è un’adesione ufficiale dello schieramento. Che ieri pomeriggio ha dedicato un intero post alle dichiarazioni della candidata rilasciate ad un’iniziativa elettorale a Fiesole: il fenomeno della migrazione è “più grande di Salivni e Orban”, ha detto la Kyenge. “Le destre xenofobe non sono in grado di dare una risposta politica alla migrazione”. Dalle politiche salviniane emergono solo “visione emergenziale, approcci violenti e antiumani, tentativi non riusciti di contenimento dei flussi e distruzione del clima di pace e coesione sociale”.
I porti chiusi secondo la candidata sono “una menzogna propagandistica. Non solo non lo possono fare, ma anche potendo, non fermerebbero comunque la migrazione”.
La risposta al fenomeno deve essere globale: bisogna eliminare le cause profonde, lottare contro il traffico delle persone, mettere in atto “politiche di accoglienza e integrazione, e politiche di ritorno non centrate su respingimenti e rimpatri”. Neanche per chi delinque? Non viene specificato.
“I pilastri fondamentali delle politiche di accoglienza e integrazione siano la lotta al razzismo e l’ottenimento della cittadinanza” ha detto la Kyenge. “Investiamo sulla riuscita delle politiche d’integrazione”, ha aggiunto, suggerendo il riconoscimento del diritto di cittadinanza, di voto, di essere eletti. “La migrazione è una risorsa fondamentale per il nostro paese, checché se ne dica” è la frase conclusiva del post.

Sabato Zingaretti a Modena

Dopodomani il segretario nazionale del Partito Democratico Zingaretti sarà in piazza a Modena insieme ai suoi candidati alle europee. Tra di loro, anche Cecile Kyenge, che sta portando a termine il suo primo mandato all’europarlamento.
L’attenzione è alta perché non si sono ancora spente le polemiche dopo il corteo anarchico del 25 aprile, nel corso del quale sono apparse alcune scritte di minaccia sui muri e sui monumenti che hanno spinto politici e mass media a parlare di città “devastata”.
Domani invece tutti gli occhi saranno puntati sulla visita del ministro Salvini. Che qualcuno ha accusato di avere qualche responsabilità in quanto è accaduto (visto che le questure dipendono da lui). Il candidato sindaco del centrodestra Stefano Prampolini (appoggiato da Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia) lo ha difeso, puntando il dito invece contro l’attuale sindaco.
“In realtà la responsabilità è tutta della sinistra e di Muzzarelli che hanno condiviso l’aspetto all’origine del corteo, ovvero il no alla riapertura del Cpr a Modena per i clandestini”.
Muzzarelli in queste ore non ha detto nulla contro il Cpr, mentre si è scagliato molto pesantemente contro gli autori delle scritte minacciose.
In contemporanea alla visita di Salvini sono state annunciate tre mobilitazioni: quella degli anarchici, quella degli antagonisti e quella della Cgil. Alla quale apparentemente il Pd non ha aderito ufficialmente, e alla quale neanche si accenna negli articoli riguardanti il partito.
Per presentare il comizio di sabato di Zingaretti, il Pd ha diffuso qualche dichiarazione generica, proveniente dagli esponenti locali. “La manifestazione sarà la risposta a chi ha infangato il 25 aprile, a chi ci ha speculato sopra sia a livello locale che nazionale, a chi prospera nel rancore e nella paura delle nostre comunità”. Stanno parlando della Lega o degli anarchici? Forse di entrambi, comunque la cosa resta implicita. “…i valori di una città… i suoi ideali, la coesione, la laboriosità… una risposta forte a chi vorrebbe rinchiuderci nelle nostre case paralizzati dall’ansia di un futuro incerto”, le solite dichiarazioni generiche.
Il Pd non è necessariamente contrario all’idea di un Cpr in città, visto che il progetto è stato messo a punto dall’ex ministro Minniti, dello stesso schieramento. Ma non è neanche esplicitamente favorevole, visto che il progetto lo sta portando avanti l’attuale ministro Salvini, dello schieramento opposto. Quindi risolve tutto con la retorica generica.
Intanto LaPressa scrive che la candidata sindaco della lista Modena Volta Pagina ha aderito al “presidio antifascista col Pd”, quello di piazza Mazzini. Cioè quello della Cgil, di cui l’Ansa ha riportato alcune adesioni, ma non quella del Pd.
Secondo la candidata Salvini è un politico “gradasso, innamorato di selfie e paroloni fascisteggianti. Meglio farebbe a stare qualche ora nel suo ufficio a lavorare davvero contro la mafia, la ndrangheta e la criminalità organizzata, a ripensare seriamente alle politiche di integrazione degli immigrati e a come combattere lo sfruttamento illegale del lavoro”.
Il 25 aprile Salvini è stato criticato per avere passato la giornata a Corleone a inaugurare il commissariato di polizia locale. Di Maio gli aveva detto: “La mafia la combatti con l’esempio, non andando a Corleone”. Solo il giorno prima Beppe Grillo aveva invece accusato Salvini di non parlare mai di mafia.
Comunque, la candidata di Modena Volta Pagina dice: “Le città sicure non si costruiscono con i Cpr, dove si detengono persone senza che abbiano commesso alcun reato penale”. Sicurezza vuol dire spazi vissuti dai cittadini, recupero delle periferie, potenziamento del welfare e inclusione degli stranieri residenti. “No alla reclusione illegale nei Cpr, sì alla repressione del crimine secondo legalità”.
In realtà ai centri rimpatri ci finiscono principalmente stranieri con precedenti penali: visto che i posti sono limitati, quando le forze dell’ordine fermano un numero di irregolari superiore ai posti disponibili, mandano ai Cpr solo quelli che hanno commesso i reati più gravi. Purtroppo non viene diffusa nessuna statistica complessiva su qual’è la percentuale degli stranieri reclusi nei Cpr che hanno a loro carico reati gravi, quindi normalmente gli oppositori usano l’argomento che chi ci finisce “non ha commesso reati”. Affermazione che non è necessariamente falsa: se Minniti ha istituito i Cpr per espellere i criminali, ha dimenticato di mettere per iscritto che chi non è criminale non ci può finire. Quindi anche chi non è socialmente pericoloso può essere rinchiuso nei centri in attesa del rimpatrio. Ma la percentuale non si conosce.
Il comunicato parla di “reclusione illegale nei Cpr”, ma i Cpr sono stati istituiti dopo un voto del Parlamento. Qualcuno ha sollevato dubbi di incostituzionalità per il fatto che molte delle procedure non sono passate attraverso le Camere, e per vari contenuti del successivo decreto Salvini, ma se i Cpr esistono è perché il Parlamento non ha voluto bloccare il progetto.
E poi, quale sarebbe la “repressione del crimine secondo legalità” di cui parla la candidata? Uno straniero che delinque può essere rimpatriato? E nell’attesa del rimpatrio dovrebbe essere trattenuto? E dove?
Il comunicato si conclude con un invito a Salvini a non indossare la divisa della polizia al suo comizio di domani, visto che gli agenti si sono sentiti abbandonati dai loro dirigenti e dal loro ministro, il 25 aprile, secondo quanto ha detto il Siulp.
Ma che ha detto il Siulp? Il sindacato ha parlato di tre gravi errori che hanno favorito “lo sfregio”. E’ stato ignorato quanto accadde nel 2010, non è stato fatto nessun controllo il giorno prima, e non è stato deviato in altre zone il corteo.
Il comunicato è stato riportato su un giornale locale, a pagamento, e non compare sulla pagina social del sindacato, ferma a gennaio.
Il Pd, all’indomani del corteo, aveva invece diffuso un comunicato su Facebook in cui denunciava “l’inazione di chi era deputato a difendere le attività economiche, le sedi politiche e la tranquillità della comunità modenese”, oltre all'”evidente strumentalizzazione dei fatti da parte del ministro dell’Interno”.
“Siamo stati l’unico partito a esprimere il nostro totale dissenso sul percorso e le modalità della manifestazione annunciata”, ha scritto uno dei rappresentanti locali. “Una festa con una partecipazione come non si vedeva da tempo è stata rovinata da un gruppo di imbecilli”.
Insomma, da un lato si prendono nettamente le distanze dagli anarchici, senza mai nominare neanche di sfuggita la questione del Cpr, dall’altro si critica l’operato del ministero dell’Interno e dei suoi organi locali, che “hanno avuto precise responsabilità”. E anche la sintesi di quanto avvenuto viene contestata: “Il centro è stato sì vandalizzato, non certo devastato (le parole sono importanti)”, scrive uno dei dem. E infatti se la polizia non è intervenuta è proprio perché non ci sono stati né incendi né aggressioni a persone. Per cui non c’è stato nessuno scontro e nessun ferito, tanto che la Questura alla fine aveva tirato un sospiro di sollievo, rilasciando dichiarazioni ottimiste, in contrasto con quelle allarmiste diffuse a livello politico e non solo.
Un’altra esponente dello schieramento ha presentato un’interrogazione a Salvini, “ministro fantasma che fa molto rumore ma pochi fatti”.
Tra le varie domande, anche quella in cui si chiede se è vero che la sede della Lega era presidiata e quella del Pd no. Tant’è vero che è stata “vandalizzata”: due insulti a vernice rossa a lato della saracinesca, più qualche schizzo di vernice sulla vetrina.
Il sindaco Muzzarelli si è fatto fotografare accanto ai tecnici che ripulivano il monumento ai carabinieri caduti, e la foto è stata diffusa sul web con un certo clamore.
“Irresponsabili” e “imbecilli” sono gli insulti lanciati dall’area Pd contro i manifestanti.
Intanto a Milano, un’altra delle città interessate dal ripristino dei centri di detenzione per migranti, sono stati affissi dei maxi poster nella strada dove sorgerà la struttura. Sono dei fotomontaggi con alcuni ministri in tenuta da muratori alle prese con carriole e mattoni. “I ministri dell’attuale governo Lega-M5s stanno erigendo muri (fisici, giuridici e mentali) che violano i diritti, incitano all’odio e propongono segregazione e repressione come metodo e pretesto di governo”, è il comunicato della rete No Cpr ripreso dal Giorno.
Sui manifesti sono raffigurati Salvini, Di Maio, Toninelli e un quarto personaggio che il sito dice sia l’ex ministro Minniti, bardato nel fotomontaggio con cappello e fascia che richiamano l’iconografia nazista.
Anche se è sparito dalle cronache nazionali, l’ex ministro sta continuando il suo tour nazionale di presentazione del suo libro “Sicurezza è libertà”. Pochi giorni fa era segnalato a Brindisi.
Secondo il sito Linkiesta, Minniti rimpatriava più persone di quante ne sta rimpatriando Salvini: la media era di 20 al giorno col precedente ministro, 19 con quello attuale.

Salvini a Modena: Cgil, Kyenge e Muzzarelli prendono posizione

Venerdì il ministro dell’Interno Salvini sarà a Modena, per reazione al corteo anarchico contro il Cpr che ha vandalizzato la città il 25 aprile scorso (scritte minacciose su muri e monumenti).
Gli antagonisti hanno già annunciato due mobilitazioni, una terza è stata organizzata dalla Cgil. Finora i mass media avevano solo scritto che bisognava vestirsi di rosso; ora è uscito il comunicato ufficiale del sindacato. Titolo: “Salvini a Modena, la Cgil risponde con il presidio antifascista e antirazzista”.
Già sono arrivate numerose adesioni, tra cui Anpi e Arci.
“La Cgil vuole manifestare il proprio dissenso politico contro le politiche discriminatorie e razziste del ministro dell’Interno sulla gestione dell’immigrazione e sull’attacco alle politiche di accoglienza e integrazione che hanno fatto di Modena un modello virtuoso a livello nazionale”.
La Cgil si oppone anche alla “cosiddetta flat-tax”, considerata socialmente ingiusta anche perché mette a repentaglio la tenuta del sistema di welfare attuale.
“La Cgil rileva con preoccupazione che sono sempre più forti e frequenti i segnali di una nuova diffusione di sentimenti, comportamenti e manifestazioni di stampo fascista e razzista, da cui il ministro dell’Interno non si dissocia mai apertamente, e non reprime adeguatamente come invece previsto dalle leggi. Anzi, gli slogan della Lega contro gli immigrati e volti sempre a individuare nemici del popolo italiano rischiano di legittimare culturalmente e politicamente questi gruppi di stampo fascista”.
Prevedibilmente qualcuno accuserà la Cgil di non dissociarsi apertamente dalle scritte lasciate sui monumenti dagli anarchici, ma la questione è stata lasciata comunque fuori dal comunicato.
E il Pd che dice? I vertici non stanno portando avanti una battaglia decisa su questo fronte. Ma gli esponenti locali stanno prendendo posizione. Ricompare il nome di Cecile Kyenge, ex ministro per l’integrazione, che per anni è stata attiva proprio a Modena. E che si aggancia ad un’invito al confronto partito dal sindaco della città Muzzarelli, anche lui del Partito Democratico.
Muzzarelli ha chiesto a Salvini un incontro istituzionale in Municipio. Il sindaco vuole discutere dei “problemi connessi alla futura apertura del Cpr”, del potenziamento degli organici delle forze dell’ordine in provincia e della collaborazione fra le istituzioni della Repubblica in materia di tutela della sicurezza e della legalità.
Un invito molto garbato, con tanto di auguri di buon lavoro e con il benvenuto a nome della città, a cui non si sa come risponderà il ministro. Il quale, scrive Modena Today, “ha programmato la sua visita in Emilia secondo i ritmi frenetici del classico tour elettorale. Difficile che possa trovare il tempo per un confronto istituzionale. Ma la sua scelta sarà dettata molto probabilmente più dalla volontà politica che dalle esigenze d’agenda”.
Sulla scia di Salvini ci sarebbero state delle dichiarazioni di Cecile Kyenge, che però non risultano dai social network ufficiali e vengono riportate solo dal sito LaPressa. L’europarlamentare avrebbe lanciato un invito ironico al ministro ad un confronto pubblico, dove e quando vorrà, “dato che le piazze saranno piene di manifestazioni e presidi in suo onore, per dargli il benvenuto e illustrargli i risultati della passata gestione del Cie”.
Il benvenuto? In realtà i manifestanti hanno detto esplicitamente sui loro social che Salvini non è il benvenuto.
Il sito LaPressa nota la contraddizione insita nell’invito: “Le premesse al dialogo dell’europarlamentare partono dall’accusa di xenofobia”. Due terzi del comunicato sono occupati dalla rivendicazione delle vittorie giudiziarie ottenute nei confronti di persone accusate di diffamazione con l’aggravante razzista, vittorie che “hanno reso migliore la nostra società”.
“E’ una chimera credere di poter risolvere la gestione dei flussi semplicemente chiudendo i porti e lasciando morire le persone in mare”, sarebbe scritto nel comunicato.
Secondo Salvini il numero di morti in mare è diminuito perché sono diminuite le partenze dopo la chiusura dei porti, ma la questione non viene affrontata nel comunicato.
Dove non si nota che due su tre delle iniziative organizzate a Modena provengono dagli antagonisti, non dal Pd, mentre la terza, quella della Cgil, non viene neanche nominata. E comunque anche a quella l’adesione ufficiale del Partito Democratico non risulta.
Intanto i commercianti chiedono di vietare i cortei nel centro storico e auspicano maggiori controlli preventivi sui manifestanti. Il corteo del 25 aprile, sfilato dietro lo striscione “Contro fascisti, Cpr, Stato di polizia. Resistenza!” secondo un rappresentante della categoria “non diffondeva in realtà alcun messaggio”.

Venerdì Salvini a Modena

Venerdì prossimo il ministro dell’Interno sarà in visita istituzionale a Modena.
La città è finita nelle cronache nazionali il 25 aprile scorso, quando un gruppo di manifestanti anarchici che protestavano contro l’imminente apertura del Centro di Permanenza per i Rimpatri ha lasciato scritte minacciose sui muri, imbrattando alcuni monumenti e coprendo di vernice gli obiettivi di alcune telecamere di sorveglianza.
La questura era soddisfatta di come si erano svolte le cose, visto che si era riusciti ad evitare scontri, feriti, automobili in fiamme, eppure politici e giornalisti avevano parlato di città “devastata”, ventilando l’ipotesi di vietare in futuro cortei del genere.
Ora Salvini arriva sul posto, probabilmente per manifestare la sua solidarietà a tutti quelli che si sono indignati per quanto è avvenuto e per dare un segno che lo Stato c’è e non si lascia intimidire.
Per reazione, sono stati organizzate tre iniziative di contestazione, che destano qualche altra preoccupazione per l’ordine pubblico.
Prima di tutto c’è una mobilitazione del laboratorio anarchico Ligèra, l’organizzatore del corteo del 25 aprile, che sarà alla Pomposa per 24 ore, dicono.
Poi c’è il Guernica, che nel pomeriggio presidierà il Novi Sad, che in un comunicato parla di “becera propaganda del ministro dell’Interno, così come dei suoi simili che battono altre bandiere”. Segue un riferimento al leader del Pd, che “cingerà d’assedio” la città di Modena nei giorni successivi. In realtà non ci sono annunci precisi che riguardano Zingaretti. Il quale comunque è bersaglio dei contestatori: le notizie recenti parlano di scontri a Napoli prima di un incontro col segretario Pd. A contestarlo erano stati i disoccupati del Comitato 7 Novembre, i quali comunque non hanno ricevuto alcun tipo di risposta alle loro richieste (che avevano spiegato all’agenzia Vista all’inizio del mese, nel corso di un’altra iniziativa).
Il comunicato del Guernica parla di “condizioni di vita precarie e difficili”, “un territorio inquinato e sempre più attanagliato da interessi speculativi, condizioni di lavoro sempre più ricattatorie, diritto all’abitare negato da canoni irraggiungibili, un welfare sempre più esclusivo”, “una città in cui le istituzioni difendono unicamente gli interessi aziendali”, e il tema della sicurezza viene sbandierato dal governo e dalle principali opposizioni, ma”inteso unicamente come abbandono dei quartieri in nome di riqualificazioni a misura di centri commerciali e colossi aziendali”.
Infine scende in campo anche la Cgil, che non è propriamente antagonista. Il sindacato avrebbe annunciato una “passeggiata democratica e antifascista” per protestare contro le politiche del vicepremier.
Quali politiche? Non si sa ancora. In effetti sui social non c’è nessun comunicato ufficiale ad annunciare e spiegare l’iniziativa. Il Resto del Carlino dice però che bisognerà vestirsi di rosso.
Intanto Forza Italia ha la soluzione al problema del vandalismo: una fideiussione di 5 mila euro. Chi vuole organizzare un corteo deve mettere a disposizione una cifra a cui il Comune attingerà in caso di danneggiamenti.
L’idea di base è che gli anarchici prima si impegneranno a ripulire gli eventuali danni, poi faranno il corteo. La pratica sarà probabilmente che gli anarchici non stipuleranno un bel niente, provando a infiltrarsi magari nei cortei altrui.
Per giunta la fideiussione non sarebbe obbligatoria per qualsiasi corteo, ma solo per quelli in cui “sono ravvisate le potenziaità di danneggiamenti”.
Intanto dal Cpr di Bari non giungono aggiornamenti di nessun tipo. I siti locali continuano a ripetere quel poco che si sa. I reclusi hanno appiccato degli incendi ai materassi, che hanno reso necessario l’intervento dei vigili del fuoco. Tre stranieri sono rimasti feriti tentando la fuga. Di quali nazionalità? Non si sa. Con quali precedenti? Non si sa.
L’ultimo sito a riportare la notizia ha pubblicato la foto di un qualsiasi camion dei pompieri in un centro storico, forse di Trani (50 km di distanza). Altri siti ci hannno messo foto di repertorio scattate sei mesi fa a Torino (1000 km di distanza). Comunque, sul web non sono state diffuse foto dei danneggiamenti. Si risolve tutto con immagini di repertorio e sintesi dei comunicati stampa.

Vandalismo in Trentino

La filiale della banca Credito Valtellinese di Rovereto ieri è stata danneggiata nottetempo: le vetrine sono state infrante a colpi di piccone, ed è comparsa la scritta “No Cpr, né a Modena, né altrove”.
A quanto scrive il sito La Voce del Trentino, la banca sarebbe proprietaria della struttura in cui è in fase di allestimento il Centro di Permanenza per i Rimpatri di Modena.
I danni sono stati quantificati in circa 3 mila euro.
Sul caso si sono espressi due consiglieri provinciali della Lega, uno dei quali lavorava proprio in quella banca fino a pochi mesi fa. “Attaccare una banca perché collabora direttamente per la realizzazione di un Cpr (centro di raccolta profughi destinati al rimpatrio) dimostra per l’ennesima volta il vero volto di chi solamente apparentemente di mostra umano nei propositi”, hanno scritto i leghisti. Che sperano che le forze dell’ordine riescano a fare giustizia.
I siti di informazione mainstream, nazionali e locali, non avevano mai nominato il Credito Valtellinese a proposito del Cpr di Modena. I siti di controinformazione no-Cie si erano occupati della faccenda già un paio di mesi fa: l’edificio sarebbe di proprietà di una finanziaria, tra cui soci ci sarebbero anche altre tre banche.
La decisione di aprire il Cpr a Modena era stata presa nel maggio 2017 dall’allora ministro Marco Minniti (Pd), provocando le prime proteste da parte dei sindacati di polizia.
Dopo che Salvini è diventato Ministro dell’Interno, a Modena si sono già svolti vari cortei contro l’apertura del centro.