Ipotesi Cpr a Catanzaro

Il sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita ha detto che il Governo sta valutando di aprire un Centro di Permanenza per i Rimpatri nella sua città, nella zona di Alli, e si è detto nettamente contrario.
Catanzaro ha bisogno di un potenziamento delle forze dell’ordine per contrastare la criminalità ed è contraria a strutture “disumane e inutili, lontane dallo spirito di solidarietà umana di cui la nostra città ha dato prova” e che comunque “non risolveranno il problema dell’immigrazione irregolare e clandestina”.
La notizia è riportata da Corriere della Calabria, senza riferimento alla posizione dei politici locali di destra.
Lo stesso comunicato è comparso anche sul Giornale della Calabria, sempre senza essere integrato con altre informazioni.
Anni fa in Calabria c’è stato un centro di espulsione a Sant’Anna, provincia di Crotone, ma da tempo la regione ne è rimasta sprovvista. Più di recente si era parlato di aprire un centro di espulsione dalle parti di Reggio Calabria ma non se n’è mai fatto niente.
I migranti che devono essere rimpatriati dalla Calabria vengono portati nei Cpr delle altre regioni. In Sicilia ce ne sono due (ma forse uno è inagibile al momento), in Basilicata uno, in Puglia due. In Campania non c’è mai stato un centro rimpatri. Per il resto ce n’è uno a Roma e un altro in Sardegna, e poi un’altro paio in funzione nel nord (Milano e Gradisca, dopo la chiusura un anno fa di quello di Torino).
Mancano statistiche relative all’anno scorso su quanti siano stati i rimpatri a partire dalla Calabria e quali centri siano stati i più utilizzati.

La lista dei nuovi Cpr

Il quotidiano Domani ha diffuso una lista provvisoria dei Centri di Permanenza per i Rimpatri che potrebbero essere realizzati in Italia nel giro dei prossimi due anni. La lista definitiva è attesa entro la fine dell’anno.
Il sito ha poi scritto che gli amministratori locali non sono soddisfatti del fatto che la scelta sia ricaduta sui loro territori, anche se fanno parte dello stesso schieramento al Governo.
Una delle località sarebbe Castel Volturno, in Campania che pure è una zona in cui sono presenti 20mila immigrati irregolari sfruttati dal punto di vista lavorativo e sessuale.
In Trentino Alto Adige la scelta sarebbe caduta su Bolzano.
Per la Liguria si parla di Diano Castello in provincia di Imperia e Albenga in provincia di Savona.
In Toscana sarebbe in pole position Aulla, provincia di Massa Carrara.
Nelle Marche sarebbe stata scelta Falconara Marittima.
In Calabria, Catanzaro.
Nella lista viene nominata anche la città di Brindisi, dove in effetti un Cpr c’è già ma forse ci si riferisce alla costruzione di una nuova struttura più moderna.
In Emilia Romagna sarebbe stata scelta Ferrara, che non ha mai avuto un centro rimpatri: in passato strutture del genere erano in funzione a Bologna e Modena.
Il quotidiano ha raccolto varie reazioni da parte dei sindaci, che farfugliano scuse vaghe e incoerenti: il nostro territorio deve essere ristorato, è troppo urbanizzato, è esondabile, eccetera.
Apparentemente nessuno ha tirato in ballo la questione dei diritti umani, e nessuno ha detto che vuole che lo Stato rinunci del tutto a rimpatriare gli irregolari.
Affari Italiani riprende la notizia, attribuendola a “Il Domani”, e schiaffandoci un fotomontaggio di Giorgia Meloni seria di fronte a un gruppo di stranieri seduti per terra.
Si parla di nove Cpr, ma la lista è abbastanza confusa, vengono citate anche Torino e Milano. A Milano un Cpr c’è già. A Torino in effetti pure, ma è chiuso a seguito di danneggiamenti. E’ possibile che il governo abbia in mente di costruire anche lì nuovi edifici altrove, ma l’articolo non lo dice esplicitamente.

Cosenza, pakistano accompagnato a un Cpr

Un pakistano ventiquatrenne con precedenti penali per istigazione al terrorismo è stato portato in un Centro di Permanenza per i Rimpatri su richiesta del Questore di Cosenza.
Lo scrive il sito Imola Oggi, che attinge ad un lancio dell’Ansa e ci mette vicino una foto di repertorio di stranieri dietro le sbarre.
L’articolo non specifica di quale Cpr si tratta.
Lo straniero ha già scontato una pena imprecisata nel carcere di Corigliano Rossano, in Calabria.
Quotidiano Nazionale titola: “Pakistano espulso e portato in Cpr, è un rischio per la sicurezza?”, col punto interrogativo. La foto è quella di due poliziotti di spalle.
Le informazioni riportate sono le stesse, senza nessun approfondimento e integrazione.
Le stesse informazioni e la stessa foto si trovano su Msn, attribuite direttamente all’Ansa. Solo che nel titolo manca il punto interrogativo.
Il comunicato della questura è pubblicato da Qui Cosenza, con foto standard del corridoio di un carcere. Ci sono riferimenti alla normativa, ma nessun dettaglio in più.
Nel corso del 2022 61 pakistani sono transitati nei Cpr italiani, tutti uomini.
Ne sono stati rimpatriati 11 (il 18%), a quanto risulta dai dati diffusi dal Garante dei detenuti pochi mesi fa.

Ferisce i passanti a Roma Termini, accompagnato a Macomer

Un guineano di 25 anni ha ferito alcune persone nella stazione di Roma Termini. Individuato poco dopo dalle forze dell’ordine grazie ai filmati della videosorveglianza, è stato accompagnato al Centro di Permanenza per i Rimpatri di Macomer, in Sardegna, visto che nel vicino Cpr di Ponte Galeria non c’era posto. La notizia è stata riportata dal sito del Corriere della Sera.
Dal Cpr di Macomer non arrivano statistiche di nessun genere. Le più recenti risalgono a due anni fa, al 2021, quando il centro era il più inefficiente d’Italia per quanto riguarda la percentuale di stranieri rimpatriati. Nessuno ha spiegato come mai. In seguito si è detto che il problema era stato risolto, ma non si sa quale è stato il suo rendimento l’anno scorso. Il centro è stato inaugurato quando il ministro dell’interno era Marco Minniti. Il suo scopo era quello di fungere da deterrente per gli stranieri che arrivano dal Mediterraneo occidentale, ma a quanto pare viene usato anche per ospitare stranieri che sono stati fermati fuori dalla Sardegna. Purtroppo anche in questo caso non ci sono statistiche e non si sa in che percentuale gli stranieri transitati nel centro provengono dall’isola o da altre regioni.
In Africa ci sono tre Stati che si chiamano Guinea: Guinea, Guinea Bissau e Guinea Equatoriale. I primi due confinano tra di loro e si trovano in Africa Occidentale, il terzo si trova molto distante, in Africa Centrale. Non si sa se gli accordi di rimpatrio siano funzionanti, e non si sa quanti guineani sono stati rimpatriati l’anno scorso. I mass media non parlano quasi mai della situazione in questi Paesi. Due giorni fa il Corriere della Calabria ha nominato il figlio di un ex preseidente della Guinea Bissau, che avrebbe incontrato un esponente della criminalità organizzata italiana per organizzare affari sospetti. L’articolo contiene molti dettagli attinti dagli inquirenti nel corso di intercettazioni ambientali.
Nessuna ulteriore novità sul fronte dei Cpr italiani. Il Governo intende ristrutturare quelli che hanno subito danni nel corso delle rivolte, e aprirne di nuovi nelle regioni che non ne hanno mai avuto uno. Ma anche in quelle che ce l’hanno avuto: il centro rimpatri di Crotone, in Calabria, è chiuso da anni, e il Governo intende riattivarlo a breve. Lo ha scritto il mese scorso il Giornale, attingendo alle dichiarazioni del commissario all’emergenza immigrazione nominato dal Governo.

Video da San Ferdinando

A dicembre scorso alcuni magistrati calabresi di Magistratura Democratica hanno visitato la baraccopoli di San Ferdinando, Reggio Calabria. Quattro giorni fa è stato caricato su Youtube il filmato che ne è derivato, della durata di 20 minuti.
Il campo ospita ora 400 persone.
Nel video si spiega perché i migranti non denunciano lo sfruttamento, si ascolta la loro opinione in merito alle difficoltà, e c’è la testimonianza dei volontari che forniscono assistenza sanitaria e dei sindacalisti che si occupano della loro situazione.
Nel campo mancano l’elettricità e l’acqua calda.
Il filmato è stato presentato con una conferenza presso il Tribunale di Milano, cinque giorni fa.

Sbarchi in Calabria

Negli ultimi giorni sono stati segnalati molti sbarchi nei pressi di Roccella Ionica, sulle coste della Calabria. Si tratterebbe di migranti provenienti dalla rotta turca, tra cui molti afghani. I siti di informazione hanno titolato che Roccella è la nuova Lampedusa. Mancano le strutture di accoglienza. In queste ore si sta lavorando per allestire una tensostruttura sul posto, per far arrivare una nave-quarantena, non si sa quale, mentre si è deciso di ristrutturare un immobile per trasformarlo in centro di accoglienza.
La notizia di ieri è che una cinquantina di migranti, in prevalenza afghani, soccorsi al largo di Roccella sono stati condotti nel porto di Reggio Calabria. Le condizioni del mare erano proibitive, è stato necessario l’intervento prima della Guardia Costiera, poi di una nave passeggeri.
Il tema è finito anche in tv: se ne è discusso nel corso della trasmissione Quarta Repubblica, anche se poi il dibattito è degenerato con insinuazioni e attacchi personali. Comunque, la destra punta sul fatto che Francia e Germania si disinteressano dei migranti che arrivano sulle coste italiane e chiudono i loro confini mentre la sinistra, rappresentata in studio da Erasmo Palazzotto, mette sullo stesso piano la guardia costiera libica (che ferma i migranti per riportarli indietro) e gli scafisti (che prendono soldi per consentire ai migranti di imbarcarsi): sono la stessa cosa.
Molto defilato il Pd.
Firenze Post ha notato che negli Stati Uniti il numero di migranti arrestati al confine quest’anno è il più alto di sempre. Si tratta almeno per metà di persone provenienti dall’America centrale, soprattutto Honduras e Guatemala, in gran parte famiglie con bambini. “Il governo democratico … ha un atteggiamento molto più repressivo nei confronti dei migranti rispetto a Trump, ma nessuno ovviamente dice nulla, nella strategia del politicamente corretto delle sinistre”, scrive l’autore dell’articolo.
Dalla Grecia intanto arriva la notizia di un naufragio: quatto bambini sono annegati. Provenivano dalla Turchia, ma non ne è stata comunicata la loro nazionalità.

Se non ci sono le Ong non è notizia

L’inviato di Avvenire è stato a Roccella Jonica, sulla costa meridionale della Calabria, e ha parlato con le persone che si occupano di accoglienza.
Nella città arrivano tantissimi migranti, ma si tratta sempre di sbarchi autonomi, quelli nei quali non intervengono le Ong, e che quindi non fanno notizia.
Arrivano in Calabria stranieri provenienti dal nord Africa ma anche dalla Turchia. Ci sono parecchi asiatici: iracheni, iraniani, siriani.
Non c’è nessun hotspot nelle vicinanze. Solo una parte dei soldi che il comune spende per l’accoglienza vengono rimborsati dalla prefettura.
Il sindaco fa molta attenzione a non criticare nessuno, anzi a sottolineare l’impegno di tutti nella soluzione del problema. Ma dice anche che non dovrebbe essere prevista una lunga procedura per il riconoscimento dell’asilo quando arriva una mamma con bimbo di quattro mesi.
L’idea che per scrivere un articolo sia importante mandare un inviato sul posto, o perlomeno intervistare qualcuno, è sempre più marginale nel giornalismo online di oggi. Spesso sul web si legge il riassunto di qualche comunicato stampa scritto da qualcuno che non sta sul posto, o peggio ancora qualche discorso retorico di chi sta seguendo il tutto distrattamente e a distanza.
Ieri sul Giornale i migranti venivano nominati in home page solo in relazione ad un articolo scritto dalla ex ministra del lavoro Elsa Fornero, famosa perché pianse in conferenza stampa, in cui si parte dal pianto dei calciatori italiani che hanno vinto l’europeo per evocare altri pianti, tra cui quello dei migranti “gettatisi da qualche barcone sul punto di affondare” e che dovrebbe commuoverci.
L’articolo non riporta nessuna reazione politica all’articolo della Fornero, ma mette in evidenza il fatto che l’ex ministra non ha citato il pianto degli italiani per il covid. “La solita minestra buonista sui migranti”, dice l’autore: “Dimenticare le sofferenze dell’ultimo anno e mezzo per riportare l’attenzione del lettore ancora (e unicamente) sul dramma dell’immigrazione clandestina è fuorviante e profondamente ideologico. Oltre che incomprensibile”.
Intanto nell’hotspot di Lampedusa da 250 posti ieri mattina c’erano ancora 750 persone, nonostante i trasferimenti sulle coste siciliane effettuati col traghetto di linea e l’imbarco di 173 persone su una nave-quarantena giunta sul posto (Sky non la nomina, ma dovrebbe trattarsi della Adriatico. Non si sa di preciso dove si trovano le altre).

Calabria, Cpr ad Oppido Mamertina

Il nome di Oppido Mamertina era già circolato anni fa come possibile sede di Centro di Permanenza per i Rimpatri in Calabria, ma poi non se ne era saputo più niente. Ora il presidente facente funzioni della Regione Calabria ne ha parlato ad un incontro con Prefetto e capo dipartimento Libertà civili e immigrazione del Ministero dell’interno. E ha detto che il Cpr è uno dei punti fermi e ha ricevuto parere favorevole dal presidente della Regione e dal sindaco di Oppido. E’ una risposta di difesa della popolazione. “Fare i buonisti è il peggiore dei peccati, che porta a commettere i peggiori tra i reati. Dobbiamo cominciare ad essere buoni, non buonisti: e i buoni sono quelli che rispettano le regole”, ha detto, secondo quanto riporta Cn24tv.
Comunque, il Metropolitano, attingendo all’agenzia Dire, titola: “Migranti. Ad Oppido Mamertina apre centro permanenza per rimpatrio”, come se fosse una notizia di attualità. In realtà non c’è nessuna stima riguardante i tempi di apertura, i lavori da svolgere, i costi, eccetera. Né viene messa in evidenza la scelta della località: Oppido Mamertina è un comune di quasi cinquemila abitanti che si trova a 342 metri sul livello del mare nell’entroterra calabrese. Ci si arriva tramite una stradina tutta curve che attraversa gli uliveti. La distanza dal capoluogo Reggio Calabria è di una settantina di chilometri, percorribili in circa un’ora.
Ovvio che uno dei problemi sarà la sorveglianza del centro: concentrare un centinaio di migranti nello stesso posto circondato da sbarre, quando molti di loro sono pure criminali provenienti dal carcere significa avere nelle vicinanze, pronti ad intervenire, numerosi poliziotti in tenuta anti-sommossa. Posizionati dove? Ciascun turno dovrà fare un’ora di viaggio all’andata e un’ora al ritorno ogni giorno per prendere servizio? O verranno sistemati in qualche modo nelle vicinanze?
Quando l’allora ministro dell’Interno Minniti ha lanciato il piano per aprire un Cpr in ogni regione ha stabilito che i centri per i rimpatri dovessero essere allestiti in strutture dismesse che fossero già di proprietà dello Stato, e che non si trovassero necessariamente nei pressi di porti e aeroporti, ma nelle vicinanze delle vie di comunicazione. Una definizione vaghissima, per cui apparentemente nessun comune sul territorio italiano può essere escluso. Tant’è vero che in Sardegna è stato scelto il comune di Macomer, a 40 minuti di viaggio dal capoluogo Nuoro, 1 ora e mezzo da Cagliari.
Il fatto è che spesso a livello locale ci sono forti resistenze all’apertura dei Cpr. A Torino, dove la struttura è costruita in mezzo ai palazzi, i residenti si sono spesso lamentati per via della confusione notturna che si genera in occasione delle rivolte, o per i problemi alla viabilità quando gli attivisti organizzano dei cortei nelle vicinanze. Per cui allestire i centri in località lontane dai principali centri abitati viene considerata una soluzione al problema.

Crotone, notizie di una fuga dal Cara

Si è diffusa ieri la notizia di una fuga dal Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo di Crotone. Visto che si era creato un certo allarme, la Questura ha diffuso un comunicato in cui specifica che l’episodio risale al 10 settembre. “Vari” cittadini tunisini si erano allontanati dal centro in cui stavano scontando un periodo di quarantena e “quasi tutti” sono stati rintracciati, destinati ad un Cpr e rimpatriati. Il comunicato della Questura è pubblicato su Calabria News. Si dice che la notizia era stata diffusa da “una testata giornalistica nazionale e ripresa da altre agenzie”, senza specificare quale.
Soprattutto, la Questura esclude che i fuggitivi fossero positivi al coronavirus. Alcuni siti locali hanno arrotondato: anziché dire che “quasi tutti” sono stati rintracciati hanno scritto “tutti”.
Lacnews24 è entrato nel merito della notizia: la testata che l’ha riportata è il Giornale. Il motivo per cui il fatto ha destato grande scalpore è che è documentato da un video nel quale si vedono i migranti uscire in massa dal portone del centro di accoglienza, gettando a terra l’unico poliziotto di guardia. Il segretario nazionale di uno dei sindacati di polizia ha detto che il filmato “è l’emblema di uno Stato che si è arreso nella gestione dei migranti”.
Al momento il filmato è ancora in home page sul sito del Giornale, ma senza approfondimenti.
Intanto sulla rotta balcanica si parla di 76 migranti di nazionalità imprecisata fermati dalla polizia nei pressi di Trieste. Tra loro famiglie con bambini.
Qualche sbarco c’è stato negli ultimi giorni a Lampedusa, ma l’attenzione mediatica è un po’ calata. Blogsicilia ha scritto due giorni fa che sul posto c’era la nave Snav Adriatica e che la Azzurra stava per arrivare, per evitare l’eventuale sovraffollamento del locale hotspot.

L’esercito a Pozzallo

A quanto si sa, a partire da lunedì l’esercito verrà schierato all’hotspot di Pozzallo per evitare ulteriori fughe.
L’associazione Ragusa In Movimento è soddisfatta del provvedimento, e afferma che “E’ necessario lavorare sul contenimento fino all’auspicato azzeramento degli sbarchi”.
“Ma occorrono relazioni di politica estera che sinceramente questo Governo non sembra in grado di poter imbastire”, aggiunge.
Il sindaco di Modica ha invece detto che l’invio dell’esercito a Pozzallo “è solo un palliativo che non risolve certo il problema e non risponde alle richieste dei cittadini iblei”.
“Il problema di fondo è l’inadeguatezza della struttura. Inutile mandarci i soldati a presidiare un colabrodo quale è il Centro di Prima accoglienza di Pozzallo. Così si getta fumo negli occhi della gente e si mettono a rischio anche gli stessi militari che si trovano a fronteggiare un problema che ha radici più profonde” dice il primo cittadino.
Una delle preoccupazioni è che i migranti possano far perdere le proprie tracce in un secondo momento, una volta trasferiti negli Sprar.
In questi centri “l’umanità e il senso di accoglienza sembrano ormai passati in secondo piano e sempre più spesso somigliano a vere imprese economiche dove la logica del guadagno ha preso il posto della cooperazione, della solidarietà e dell’altruismo”.
Ognuno di loro avrebbe bisogno dell’esercito, dice il sindaco, “ma sappiamo che questo è irrealizzabile”.
L’auspicio è che vengano allestiti “centri all’avanguardia”, magari in una caserma dismessa.
I migranti trovati positivi nell’hotspot di Pozzallo sono finora 73.
I militari che dovranno vigilare sul centro saranno 90.
Il sindaco di Pozzallo invece ha ringraziato il Prefetto quando quest’ultimo gli ha comunicato la decisione di schierare i soldati.
La notizia d’apertura sul sito del Giornale stamattina riguarda la decisione del Tribunale di Napoli che avrebbe concesso ad uno straniero di restare in Italia con la motivazione che nel suo paese, il Pakistan, c’è l’epidemia di coronavirus per la quale non potrebbe ricevere le cure adeguate. A causa delle privatizzazioni i servizi sanitari per i poveri sono diventati scarsi, sarebbe il dato di fatto riconosciuto, secondo quanto il sito attinge al Sole 24 Ore. La preoccupazione è che molti altri stranieri potrebbero far valere lo stesso principio, tanto che il titolo del Giornale è “Le toghe spalancano le porte. Permessi per il rischio Covid”.
Intanto si è sparsa la voce che la seconda nave quarantena in funzione, che si chiama Aurelia, verrà ormeggiata a Corigliano-Rossano anziché a Gioia Tauro, decisione che ha suscitato prevedibili polemiche a livello locale.
Secondo il sindaco della città il porto non è attrezzato a portare a termine il compito nel migliore dei modi. Per giunta la notizia gli è arrivata a mezzo stampa prima che tramite i canali ufficiali.
L’amministrazione “impedirà con ogni mezzo a propria disposizione che si realizzi tale ipotesi, che è raffazzonata, inutile e rischiosa”, ha detto.
Tre parlamentari del Movimento 5 Stelle sono insorti alla notizia della destinazione della nave: a loro dire il porto di Gioia Tauro si presta meglio a svolgere questo compito. Decisioni come queste non possono essere calate dall’alto, dicono.
Anche un altro deputato del Movimento si è schierato sulle stesse posizioni.
Salvini, partecipando ad una trasmissione tv, ha accennato al “noleggio di navi da crociera per garantire brillante soggiorno a chi sbarca: la situazione può solo peggiorare”. “Chiaro è che invece direi dei ‘no’; bloccare gli sbarchi e svegliare l’Europa”, è un tweet che sintetizza alcuni concetti espressi dal leader leghista nel corso della trasmissione.
Da parte del Pd, nel frattempo, nulla di nuovo.