A Lampedusa e Porto Empedocle situazione drammatica

La deputata del Movimento 5 Stelle Ida Carmina, ex sindaca di porto Empedocle, ha detto che la situazione di Lampedusa e Porto Empedocle è drammatica a causa dell’arrivo di un gran numero di migranti.
La notizia è stata riportata da La Gazzetta del Mezzogiorno. La Carmina se la prende col Governo, che ha abbandonato le comunità, puntando tutto su provvedimenti che si sono rivelati inutili. La Meloni aveva promesso di bloccare i flussi migratori, ma questi sono addirittura aumentati.
Tra le varie criticità viene notato il fatto che viene ancora utilizzato il traghetto di linea per effettuare i trasferimenti da Lampedusa alle coste siciliane, “costringendo così altri viaggiatori a rimanere a terra”.
L’articolo si limita a ricalcare quanto detto dalla deputata, di cui non viene pubblicata la foto, senza entrare nel merito e approfondire.
Non si dice quante persone si trovano ora nell’hotspot di Lampedusa, né quali sono i tempi necessari allo smistamento.
Non si chiede all’onorevole cosa ne pensa della decisione del governo di indirizzare le navi Ong a porti molto distanti dall’area di soccorso, per evitare di intasare i porti più vicini.
A fine agosto sono stati sottoposte a fermo amministrativo tre diverse imbarcazioni Ong, per irregolarità di vario genere.
Secondo il governo la presenza di navi di soccorso che si ostinano a sbarcare i migranti sulle coste italiane sarebbe un pull factor, ossia un fattore che incoraggia i migranti alla partenza, con tutte le conseguenze che ne derivano: naufragi in mare e sovraffollamento dei centri di accoglienza nei porti di sbarco.
I provvedimenti dureranno una ventina di giorni.
La Aurora della Ong Sea Watch è stata fermata per avere sbarcato 72 persone a Lampedusa anziché portarle a Trapani.
Le autorità, dopo avere ricevuto la comunicazione da parte della Ong dell’impossibilità di raggiungere Trapani, avevano ordinato di dirigersi verso le coste tunisine. Il Paese nordafricano è considerato sicuro dalle autorità italiane, ma non dalle Ong, che hanno deciso che va evacuato a causa del mancato rispetto dei diritti umani da parte del governo locale.
La Open Arms invece è ferma a Carrara: anziché abbandonare a sé stessi i migranti in difficoltà che chiedevano aiuto in zona dopo che era già stata effettuata un’operazione di soccorso, li aveva recuperati. Secondo il codice di condotta approvato dal governo l’anno scorso, dopo avere recuperato i migranti di una imbarcazione bisogna dirigersi immediatamente verso il porto assegnato dalle autorità, ignorando tutte le altre imbarcazioni in difficoltà presenti nelle vicinanze.
La Sea Eye 4 invece è ferma a Salerno. Anche qui l’accusa è quella di soccorso multiplo.
La segretaria Pd Elly Schlein ha accusato la Meloni di avere istituito il “reato di solidarietà”.

Pirateria, arrestati tre pescatori tunisini

Tre pescatori tunisini sono stati arrestati con l’accusa di pirateria: depredavano i migranti sui barconi.
Lo scrive Meridionews. Gli arresti sono stati eseguiti dalla squadra mobile di Agrigento. La foto è quella di un gommone stracarico che viene avvicinato dai soccorritori, presa da Wikimedia Commons. Non vengono riportati nomi.
La Tunisia al momento viene accusata di abbandonare nel deserto i migranti subsahariani, senza cibo né acqua. Il fatto è che le autorità europee stanno facendo di tutto per convincere il Paese nordafricano a bloccare i flussi migratori. Il Post racconta che i corpi di cinque persone sono state trovate dalle autorità libiche al confine con la Tunisia. Possibile che fossero parte del gruppo di 1200 persone che le autorità tunisine avevano spostato nell’est del Paese all’inizio del mese.
I trasferimenti organizzati dalle autorità tunisine sono stati raccontati dai media francesi, Le Monde e France 24.
Di recente la presidente del consiglio Giorgia Meloni ha incontrato il presidente tunisino, insieme con Ursula Von Der Leyen, e hanno diffuso foto in cui tutti si mostravano soddisfatti per l’accordo raggiunto.
Sono stati garantiti aiuti finanziari allo Stato nordafricano, e altri ancora ne dovrebbero arrivare, sempre che il presidente decida di piegarsi alle imposizioni del Fondo Monetario Internazionale e mettere in atto misure più o meno impopolari.
HuffPost ha descritto nel dettaglio il quadro che si è venuto a creare attorno alla firma del Memorandum d’Intesa tra Unione Europea e Tunisa, e ha provato a mettere in guardia Joe Biden, che ha parlato con la Meloni pochi giorni dopo.
“Biden dovrebbe insistere sul fatto che i diritti umani, l’inclusività e l’indipendenza della magistratura e del parlamento sono indispensabili per promuovere la stabilità e la crescita a lungo termine della Tunisia”, hanno scritto gli autori dell’articolo, che fanno parte dell’Istituto Affari Internazionali.
Meloni e Biden hanno discusso anche di migranti. Gli Stati Uniti riconoscono il ruolo dell’Italia nel tentativo di promuovere stabilità e prosperità nella più ampia regione del Mediterraneo. I siti d’informazione hanno riportato stralci delle dichiarazioni rilasciate dopo l’incontro.
Biden vede da lontano le questioni che riguardano le migrazioni nel Mediterraneo, ma è alle prese con un problema simile al confine col Messico. Lo Stato del Texas ha fatto installare una barriera galleggiante sul fiume Rio Grande per impedire il transito dei migranti. Il Governo federale non è d’accordo. Il Texas è stato citato in giudizio dal Dipartimento di Giustizia.

Johansson a Lampedusa con Piantedosi

Stamattina la commissaria europea agli Affari interni Ylva Johansson visiterà l’hotspot di Lampedusa insieme al ministro dell’Interno italiano Matteo Piantedosi.
La Yohansson è già stata alle Canarie e sull’isola di Lesbo, due luoghi sottoposti a una forte pressione migratoria.
Nell’hotspot di Lampedusa sono presenti oltre tremila persone, su una capienza prevista di 400 posti.
Il Governo italiano intende aumentare i posti nelle strutture di questo tipo, ma anche in quelle finalizzati ai rimpatri, nell’intento di rimandare indietro rapidamente i migranti economici.
L’operazione non è facile, anche per via della situazione in cui versano gli stati del nord Africa, da cui partono le imbarcazioni dirette in Italia.
In Tunisia c’è una forte crisi economica e un governo autoritario. La Libia è ancora spaccata in due dopo la guerra.
Quest’anno la nazionalità più rappresentata tra coloro che sono arrivati in Italia è quella della Costa d’Avorio, 8 mila persone, quasi il doppio dei tunisini. Il Paese è considerato sicuro per effettuare i rimpatri.
Intanto non arrivano aggiornamenti da Caltanissetta, dove due giorni fa c’è stata una rivolta nel Cpr, sedata dalle forze dell’ordine. Non si parla di feriti o arresti, non sono stati quantificati i danni e neanche fotografati. I giornalisti non hanno accesso a queste strutture, e spesso neanche lo chiedono.
La notizia della rivolta è stata riportata da vari siti web locali, sulla base di un unico stringato lancio d’agenzia o comunicato, senza interviste e approfondimenti, magari con una vecchissima foto del cancello d’ingresso della struttura.

Cpr, “raffica di revoche”

Il Giornale ha scritto che il Governo, senza tanto clamore, ha deciso varie revoche ai danni degli enti gestori di alcuni Centri di Permanenza per i Rimpatri.
A Gradisca il prefetto ha escluso la cooperativa Badia Grande perché il patron era stato rinviato a giudizio a gennaio dell’anno scorso per i reati di frode nelle pubbliche forniture, falsità ideologica del privato in atti pubblici e truffa ai danni dello Stato.
Anche il Cpr di Bari era stato affidato alla stessa società. A novembre scorso il contratto è stato revocato a causa dell’offerta anormalmente bassa e di gravi illeciti professionali.
Badia Grande si occupava anche dell’hotspot di Lampedusa, ora passato a Croce Rossa.
Il Cpr di Torino è stato chiuso da questo governo, dice l’articolo, dopo anni di violentissimi scontri e proteste da parte dei migranti per le condizioni in cui la società, il colosso svizzero Ors, li faceva vivere, accogliendo la richiesta del “Consiglio di Torino” dopo che i precedenti governi “sono rimasti a guardare”.
Infine a Caltanissetta la cooperativa Ekene è stata esclusa per corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, abuso d’ufficio, frode nelle pubbliche forniture, falsità matareiale e ideologica, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
L’articolo serve a rintuzzare gli attacchi del conduttore di Piazza Pulita Corrado Formigli, che avrebbe detto che il Governo se l’è presa solo con le cooperative che gestiscono i centri di accoglienza e non con quelle che si occupano di Cpr.
La fotografia accanto all’articolo mostra migranti ordinatamente in fila, forse nei pressi di qualche questura per chiedere i documenti.
A differenza del cosiddetto caso Soumahoro, dove le persone accusate sono state sbattute sulle prime pagine dei giornali prima ancora del rinvio a giudizio, in questi casi le foto delle persone coinvolte non sono state pubblicate.
Le revoche a Badia Grande non hanno praticamente fatto notizia. Il grosso dell’opinione pubblica non ha la più pallida idea di quali siano le frodi in pubbliche forniture di cui è accusato il patron.
In cronaca locale in questi giorni si dice che dal primo giugno l’hotspot di Lampedusa è gestito dalla Croce Rossa, ma la foto è quella degli edifici visti da lontano.
Tp24 scrive che le indagini sul presidente di Badia Grande riguardano gli anni tra il 2017 e il 2019, quando la cooperativa si occupava di migranti a Trapani. Un’altra indagine riguarda l’assistenza sanitaria al Cpc di Bari.
“A Lampedusa sono stati documentati dalla polizia rifiuti e sporcizia, locali allagati, impianti elettrici in disordine ed il mancato rispetto delle obbligazioni previste dalla gara”.
Save The Children aveva denunciato cattive condizioni dei bagni, migranti costretti a dormire all’aperto su materassi sporchi e senza coperte, in mezzo ai rifiuti, donne e bambini in totale promiscuità con gli uomini.
Secondo Tp24 Badia grande avrebbe incassato 800mila euro, spendendone solo 200mila per la gestione, con tagli al personale e alla manutenzione.
La cooperativa si è difesa dicendo che il centro era dimensionato per 250 e poi 389 posti, mentre sono stati rilevati picchi di 4mila ospiti presenti. Come avrebbe fatto a non ospitarli nei corridoi e per terra se non esistevano proprio abbastanza stanze e attrezzature per tutti?
“Qualunque altro soggetto avrebbe vissuto e vivrebbe le stesse difficoltà che un’isola di piccole dimensioni presenta, ad iniziare dalla difficoltà di approvigionamento del cibo”, ha scritto la coop in un comunicato.
La manutenzione degli impianti non spettava al gestore, essendo di proprietà demaniale, e non è stata fatta.
Gli spazi destinati alla logistica erano inadeguati.
“In queste condizioni non si sarebbe potuto fare di più”, si legge nel comunicato.
La cooperativa ha deciso di non partecipare al nuovo bando di gara.

Lampedusa, 600 arrivi in 24 ore

679 persone su 23 diverse imbarcazioni sono arrivate a Lampedusa. L’hotspot dell’isola è di nuovo al collasso: ospita 1.614 persone in una struttura da 400 posti. I siti di informazione riportano le foto dei barconi in mare, ma non spiegano come sono stati sistemati gli stranieri in eccesso all’interno del centro.
I nuovi arrivati sono partiti dalla Tunisia, ma tra di loro ci sono molti migranti provenienti dall’Africa occidentale: Sierra Leone, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Mali.
L’Europa ultimamente ha fatto parecchie pressioni sul governo tunisino perché fermasse gli sbarchi. E quando finalmente il governo ha annunciato che avrebbe usato il pugno duro, e scattata la corsa da parte dei migranti per tentare di salvarsi. Le partenze dei barconi sono aumentate, e per giunta il presidente tunisino è stato accusato di razzismo per le sue dichiarazioni.
Il Paese sta fronteggiando una crisi economica dovuta anche la siccità. Il Fondo Monetario Internazionale ha promesso aiuti, ma ha imposto condizioni impopolari. Il presidente sembra ora intenzionato a rifiutarle, avvicinandosi quindi a Russia e Cina.
Un altro barcone in difficoltà con 400 persone è stato segnalato ad Alarm Phone in zona Sar maltese. Al momento non ci sono notizie che parlano di soccorritori in arrivo.
Al largo delle coste tunisine c’è stato un naufragio. La locale guardia costiera avrebbe recuperato già 35 cadaveri e una quindicina di sopravvissuti. Semplici numeri che vengono inseriti in un bollettino in cui gli episodi si susseguono e si confondono. Nessuno parla coi sopravvissuti, nessuno approfondisce le loro storie.
L’Ansa ha raccontato di una manifestazione in Tunisia con poche centinaia di persone contro il colpo di Stato del presidente Saied e per la liberazione dei prigionieri politici.
Laura Boldrini qualche giorno fa si è limitata a dire che il presidente tunisino sta affamando il popolo, ma non ha minimanente approfondito la questione.
L’unica soluzione che propone implicitamente sarebbe facilitare la migrazione e bloccare i rimpatri.
Nulla di nuovo invece dalla Libia, a parte le notizie che riguardano le partenze dei barconi.
A fine marzo il Giornale ha scritto che la Nato si sta muovendo per cercare di allontanare i mercenari della Wagner dalla Cirenaica.
Il ministro italiano Crosetto aveva accennato ad un ruolo dell’organizzazione russa nel traffico di migranti.
L’Esercito Nazionale Libico chiederebbe aerei americani e il ritiro dei mercenari siriani pagati dalla Turchia nella Tripolitania.
Però da un lato gli americani non si fidano troppo di Haftar, dall’altro hanno qualche difficoltà nell’ottenere la collaborazione della Turchia di Erdogan.
E preoccupa anche l’eventuale reazione da parte dei russi alla loro esclusione dalla regione.

Decine di annegati

Una barca con 47 persone a bordo si è ribaltata sabato nel Mediterraneo. Ci sarebbero decine di annegati, a quanto riporta Alarm Phone.
La barca in difficoltà è stata avvistata dall’aereo di Alarm Phone Seabird. Qds ha riportato la notizia con la foto di un relitto vuoto sulla spiaggia.
Il Fatto Quotidiano dice che ci sono 30 dispersi. Il naufragio è avvenuto in acque libiche, ma Alarm Phone accusa le autorità italiane per i ritardi. Queste ultime rispondono che non era di loro competenza.
Due le foto inserite nell’articolo: in una si vede una barca sovraffollata, in un’altra c’è il mercantile che ha recuperato 37 naufraghi.
Le autorità libiche, vista l’impossibilità di intervenire dopo la prima segnalazione a causa della “mancanza di assetti navali”, hanno avvisato quelle italiane, che a loro volta hanno diramato un appello a tutte le navi mercantili presenti in zona.
Il barchino si sarebbe capovolto proprio all’avvicinarsi della motonave Froland.
Alarm Phone ora chiede che i migranti vengano sbarcati in Europa, mentre è probabile che saranno riportati in Libia o in Tunisia, “dove li attendono condizioni disumane”.
La prima tappa però è Malta, dove verranno sbarcati due stranieri che necessitano cure urgenti.
Il Fatto racconta che sono state organizzate operazioni di ricerca di eventuali sopravvissuti, con due velivoli dell’agenzia Frontex e qualche nave mercantile presente sul posto.
La notizia, sulla scia delle polemiche seguite al naufragio di Cutro, è finita sulle prime pagine dei siti di informazione nazionale. Sul Fatto al momento è il titolo di apertura, mentre su altri siti (Ansa, Il Giornale…) è al secondo posto, dopo la notte degli Oscar.

Agrigento, salvati 38 naufraghi

38 migranti sono stati tratti in salvo dallla Capitaneria di porto e dalla Guardia di Finanza al largo dell’isolotto di Lampione, provincia di Agrigento.
Tra loro, 11 donne e un minore.
Non risultano morti e dispersi.
La notizia è stata riportata da Agrigento Oggi.
L’articolo contiene anche cifre relative ad altri salvataggi avvenuti nelle ultime ore.
Più o meno le stesse informazioni sono disponibili sugli altri siti. Non sa quali sono i Paesi di origine e il porto di partenza.
Today ha pubblicato un articolo nel quale si dice che la Grecia avrebbe iniziato a reclutare migranti irregolari per deportare i migranti in arrivo verso la Turchia, in cambio del permesso di rimanere in Europa.
Tutto ciò per aggirare il divieto per le forze di polizia di effettuare i respingimenti.
La denuncia arriva attraverso varie Ong facenti parte del Border Violence Monitoring Network, citato dal giornale spagnolo El Pais.
Si parla di violenze e minacce ai migranti da parte delle autorità per costringerli a fare questo lavoro, proprio in un momento in cui gli scafisti vengono demonizzati. Chi manovra un barcone per portare i migranti in Europa è considerato un mostro, chi lo manovra per portarli in Turchia riceve dei benefici.
L’imbarcazione naufragata a Cutro pochi giorni fa veniva dalla Turchia. E proprio in Turchia ci sarebbe una base di trafficanti con contatti in Afghanistan e Pakistan e ramificazioni fino in Europa.
Quattro persone sarebbero state arrestate con l’accusa di avere manovrato l’imbarcazione che è affondata dalle parti di Cutro facendo decine di vittime. Uno è stato arrestato chissà come in Austria. Un altro sarebbe stato sottratto a un linciaggio. Un altro ancora sarebbe minorenne. Le informazioni però arrivano col contagocce.
Su Repubblica c’è un’articolo sull’organizzazione di trafficanti che si occupa dei migranti in arrivo da Oriente. Soltanto per abbonati.

Cutro, il conto delle vittime sale a 72

Sono 72 finora i cadaveri recuperati dopo il naufragio di Cutro, in Calabria. Gli ultimi due sono di una donna e di una bambina.
Il Ministro Piantedosi ha riferito alla Camera. L’opposizione lo sta attaccando duramente, chiedendone le dimissioni. Quotidiano Nazionale ha raccolto alla rinfusa (in ordine cronologico) in una sola pagina le numerose dichiarazioni che vari politici hanno rilasciato sull’argomento.
Intanto in Austria è stato arrestato un ventottenne turco accusato di essere il quarto scafista, allontanatosi subito dopo la tragedia. I siti di informazione non raccontano cosa ne è stato degli altri tre. Si era detto che uno di loro sarebbe minorenne.
Con la parola scafista non si indica il proprietario della barca o qualcuno che ha intascato gran parte dei soldi dai migranti, ma qualcuno che i superstiti hanno indicato come la persona che ha manovrato l’imbarcazione, o ha sistemato il motore quando questo ha avuto dei problemi.
La maggioranza è compatta nel difendere l’operato del Governo, escludendone ogni responsabilità. Forza Italia ha accusato le opposizioni di sciacallaggio.
La Lega propone di “coinvolgere la Nato in un controllo per stabilizzare i Paesi del nord Africa”. I giornalisti riportano le dichiarazioni senza approfondirle. Cosa dovrebbe fare la Nato in Tunisia o in Egitto? E la Libia non è nel caos proprio a seguito di un intervento della Nato?
Tra coloro che hanno attaccato Piantedosi i mass media riportano i nomi di Renzi e della neo-segretaria Pd Elly Schlein.
Una deputata 5 Stelle ha insultato Salvini dandogli del coniglio. Un deputato Pd ha proposto di indagare il Governo per strage colposa.
Tra le altre cose, Piantedosi ha ipotizzato che gli scafisti possano avere utilizzato “un dispositivo in grado di inibire la trasmissione e la ricezione di onde radio”.
Immancabile il tweet di Laura Boldrini: “Piantedosi alla Camera continua a non rispondere a una domanda importante. Perché nella notte del naufragio non si è mossa la guardia costiera? Verità e giustizia per uomini, donne e bambini che hanno perso la vita in mare”.
Uno slogan lanciato nel vuoto, che non tiene conto di quello che ha effettivamente detto Piantedosi: “E’ essenziale chiarire che l’attivazione dell’intero sistema Search And Rescue non può prescindere da una segnalazione di una situazione di emergenza … Laddove non venga segnalato un distress, l’evento operativo è gestito come un intervento di polizia, anche in ragione della capacità di soccorso delle nostre unità navali”.
L’imbarcazione proveniva dalla Turchia.
Il Foglio ha dedicato un articolo al fatto che, le politiche seguite finora da Piantedosi per regolare il flusso dei migranti “non funzionano”. Articolo per abbonati.

Fare chiarezza sul naufragio di Cutro

Finora sono stati recuperati i corpi di 64 dei migranti che si trovavano a bordo di un’imbarcazione affondata di fronte alle coste di Cutro, in Calabria.
Solo in 23 sono stati identificati: erano un siriano e 22 afghani. Vari sopravvissuti sono stati smistati tra ospedali, centri di accoglienza per richiedenti asilo e per minori.
Tre presunti scafisti sono stati arrestati. Uno sarebbe minorenne. Un altro sarebbe stato quasi linciato dai superstiti subito dopo l’episodio e tratto in salvo dai carabinieri.
La notizia della tragedia è stata riportata dai mezzi di informazione come notizia di apertura, e ne sono seguite polemiche politiche. Ora si vuole capire se ci siano state delle omissioni da parte dello Stato italiano. L’imbarcazione era stata avvistata in precedenza da un velivolo Frontex, e non sembrava essere in difficoltà.
Alcune motovedette avrebbero potuto intercettarla, ma comunque non erano adatte ad operazioni di soccorso. A causa del mare mosso, erano state richiamate in porto.
Repubblica ha pubblicato un’inchiesta intitolata “Li hanno lasciati morire”.
Il ministro dell’Interno Piantedosi ha detto che non ritiene ci siano stati errori e sottovalutazioni, sulla base della stima che ha dei soccorritori. Altre frasi del ministro erano state attaccate: “La disperazione non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo le vite dei propri figli”, aveva detto.
E in audizione alla commissione Affari Costituzionali del Senato ha insistito: “Chi scappa da una guerra non deve affidarsi a scafisti senza scrupoli”.
Il ministro ha detto che i corridoi umanitari sono stati intensificati, e hanno coinvolto 617 persone. Inoltre è stato approvato un decreto flussi che consentirà l’ingresso regolare di 83 mila persone.
Il governo è stato attaccato dalla nuova segretaria del Pd Elly Schlein, dal Movimento 5 Stelle, da Europa Verde, dall’Alleanza Verdi Sinistra.
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha sollecitato l’Ue ad agire per fermare le partenze.
L’imbarcazione naufragata era partita dalla Turchia. I migranti hanno pagato dai 5 agli 8 mila euro a testa.

Schlein attacca il governo sull’immigrazione

Ieri sera è stata proclamata l’elezione della nuova segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein. Per la prima volta si tratta di una donna. Nel suo primo intervento, la Schlein ha citato un paio di episodi la cui responsabilità ha fatto ricadere sul Governo. Uno riguarda la sanità, con un ragazzo morto in un ospedale di Siracusa per mancanza di medici. L’altro riguarda l’immigrazione, con il naufragio avvenuto in Calabria, che è tutt’ora la notizia di apertura sul sito dell’Ansa, e a catena sul resto del mainstream.
“Oggi c’è stata un’altra strage che pesa sulle coscienze di chi pochi giorni fa ha approvato un decreto che impedisce i salvataggi in mare quando occorrerebbero vie legali di ingresso in Europa”, ha detto la Schlein. Tutto qui.
L’imbarcazione naufragata di fronte alle coste di Cutro, in Calabria, era partita dalla Turchia. Si parla di almeno un centinaio di morti. Alcuni dei corpi sono stati recuperati sulla spiaggia.
Sono stati soccorsi circa 80 superstiti.
I migranti provenivano da Iraq, Iran, Afghanistan e Siria.
La Meloni ha ricordato che il Governo “è impegnato a impedirre le partenze e con esse il consumarsi di queste tragedie, e continuerà a farlo, anzitutto esigendo il massimo della collaborazione agli Stati di partenza e di provenienza”.
Uno degli stati di partenza è l’Afghanistan, occupato per vent’anni dagli Stati Uniti e poi abbandonato di nuovo al regime oscurantista dei talebani.
Il presidente della Regione Calabria tira in ballo l’Europa, “che dovrebbe garantire sicurezza e legalità”, e “operazioni di dialogo con i Paesi d’origine dei migranti”.
Cosa dovrebbe fare l’Europa, di preciso? Il comunicato citato non entra nel dettaglio. Il nuovo Governo italiano ha cercato di dare una scossa alle istituzioni europee, che stanno lavorando su vari fronti per tenere conto delle esigenze degli stati membri.
Mattarella ha chiesto alla comunità internazionale di rimuovere le cause alla base dei flussi di migranti: “guerre, persecuzioni, terrorismo, povertà e territori resi inospitai dal cambiamento climatico”. Ma non ha è entrato nel merito dei motivi per cui gli sforzi che da decenni vengono fatti in questa direzione non stanno portando a nessun miglioramento visibile.
L’Europa deve governare il fenomeno migratorio, ha detto il Presidente, “per sottrarlo ai trafficanti di esseri umani, impegnandosi direttamente nelle politiche migratorie”.
Perfino la Von Der Leyen ha commentato la notizia del naufragio, auspicando che si raddoppino gli sforzi “per il Patto sulla migrazione e l’asilo e per il Piano d’azione sul Mediterraneo centrale”.
L’Ansa cita una dichiarazione del Papa, che si affida alla Madonna, ma non riporta nessuna reazione dalla Turchia.
Il Giornale tira in ballo i trafficanti, che in genere sarebbero anche di nazionalità russa e ucraina, oltre che turca.
L’articolo, relativamente vago, è stato riportato da Msn. Dopo il naufragio in Calabria c’è un solo straniero fermato con l’accusa di essere scafista, ed è turco.
Le notizie riguardanti gli scafisti sono sempre molto superficiali. Le leggi contro chi conduce le imbarcazioni sono state pensate quando lo scafista era il proprietario della barca, e si dava a traffici illeciti per arricchirsi. Capita anche che lo scafista sia un migrante come gli altri, che si è assunto l’incarico di manovrare l’imbarcazione in cambio di qualche agevolazione, ma non è la persona che ha incassato i soldi sborsati dai migranti per salire a bordo.
A volte alcuni stranieri vengono incriminati con l’accusa di essere scafisti, ma i mass media non specificano quasi mai qual’è la pena prevista.
Il Corriere della Sera riporta un’attacco della Meloni dopo la tragedia: “Si commenta da sé l’azione di chi oggi specula su questi morti, dopo aver esaltato l’illusione di una immigrazione senza regole”.
Non è chiaro a chi si riferisse di preciso, il Corriere collega la frase con un’esternazione di Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana.
Il quale aveva detto: “Se ci fosse stato un sistema di ricerca e soccorso, potevano forse essere salvati”.
Matteo Renzi ha chiesto di bloccare i trafficanti, non le Ong.
Carlo Calenda ha chiesto sia di non penalizzare le organizzazioni che si occupano di salvare le persone in mare, sia di chiudere le rotte di immigrazione illegale.
Sea Watch ha chiesto sia di istituire una missione di ricerca e soccorso, sia di aprire nuove vie d’accesso all’Europa, in alternativa a quella che prevede viaggi in mare in condizioni rischiose.
Nonostante gli sforzi del Governo per tentare di bloccare gli ingressi, gli arrivi in Italia sono aumentati del 227% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Insomma il dato è quasi triplicato, passando da 5 mila a circa 14 mila arrivi.
Cinque le proposte nell’editoriale del Corriere: condanna degli scafisti, chiusura delle rotte illegali, soccorsi più efficienti, rimozione delle cause alla base del flusso dei migranti e intervento della Ue.
Immancabile il tweet della Boldrini, anche se non viene citato. Due le richieste della parlamentare: pattugliamento europeo e nessun ostacolo alle Ong. Punto.
Immancabile anche il tweet di Salvini, anzi due. Il ministro dei Trasporti prega per i “poveri morti” e chiede di fermare i trafficanti.