L’Espresso: Cie indegni

L’Espresso ha appena pubblicato un’inchiesta sui Centri di Identificazione ed Espulsione italiani, concludendo che costano troppo, non raggiungono gli obiettivi e trattano i migranti in modo indegno.
Nell’articolo c’è anche un elenco dei Cie che sono attualmente chiusi: Trapani-Vulpitta, Lamezia Terme (Catanzaro), Brindisi, Crotone, Modena e Bologna.
Normalmente i giornalisti si limitano ad attingere le informazioni dal sito del Ministero dell’Interno, secondo cui i centri di espulsione in Italia sono sempre 13. In realtà l’Espresso scrive chiaramente che ne sono aperti al momento soltanto sette, e neanche a pieno regime, per motivi di sicurezza o per via dei danni subiti nel corso delle rivolte.
Il Cie di Brindisi dovrebbe riaprire a fine anno, dopo lavori costati un milione e seicento mila euro. Quello di Bologna potrebbe riaprire all’inizio dell’anno prossimo, dopo una spesa di 150 mila euro per sistemare gli spazi. Sempre che si presenti qualcuno alla gara d’appalto.
“A Lamezia Terme il bando è stato proprio disertato”, scrive il settimanale. “Non si è fatto avanti nessuno per assumersi la responsabilità dei suoi ottanta posti”.
Gli appalti più recenti sono stati assegnati ad una cifra di meno di 30 euro giornalieri per ogni recluso. Cifra che secondo alcuni è altamente insufficiente alle esigenze di gestione dei centri, specie di quelli più piccoli. In precedenza lo Stato spendeva cifre vicine ai 70 euro giornalieri a testa, poi sono arrivati i tagli. Col risultato che alcuni gestori non sono stati in grado neanche di pagare gli stipendi ai propri dipendenti, o di assicurare beni di prima necessità per i reclusi.
In effetti sul web circola anche un’altra versione di quello che è successo. Si dice che lo Stato non abbia pagato puntualmente al gestore neanche quei trenta euro che gli aveva garantito, mentre le banche hanno rifiutato il credito. Se le cose stessero così, non c’è da stupirsi se nessuno ci tiene ad aggiudicarsi l’appalto.
Questa versione comunque non è stata presa in considerazione dall’Espresso. Che ha raccolto invece le dichiarazioni del responsabile dell’associazione Medici per i Diritti Umani, secondo cui “tutti gli operatori ci hanno confermato che è impossibile garantire standard decenti a queste condizioni” (cioè con gare a ribasso a partire da 30 euro giornalieri a persona, dove vince non chi garantisce il servizio migliore, ma chi applica lo sconto maggiore).