Liguria, centrosinistra contrario al Cpr

Lucio Sardi, di Alleanza Verdi Sinistra, ha detto di essere contrario all’apertura di un Centro di Permanenza per i Rimpatri non soltanto a Diano Castello, ma in tutta la Liguria.
Non ha detto se intende regolarizzare anche i criminali stranieri, o se intende rimpatriarli con un sistema più umano.
Le sue dichiarazioni sono riportate da La Voce Di Imperia, insieme a quelle di anonimi consiglieri Pd, i quali si schierano dalla parte del loro collega Christian Quesada, che aveva poposto una mozione per impegnare il presidente della provincia ad opporsi al Cpr nel Golfo Dianese, poi bocciata dalla maggioranza, che pure è contraria all’apertura del centro.
Le preoccupazioni riguardano sia l’impatto che l’apertura della struttura potrebbe avere sul turismo, danneggiandolo in base a qualche dinamica on meglio precisata, sia la situazione dei diritti umani al suo interno.
Nei giorni scorsi si era sparsa la voce che la decisione era già stata presa, e questo ha creato un po’ di subbuglio nel comitato di amministratori locali che si oppone al centro. Le istituzioni hanno cercato di tranquillizzare tutti limitandosi a dire che si sta ancora valutando. Si immagina che la doccia fredda arriverà dopo le elezioni europee che si svolgeranno a breve, per poter incassare i voti di tutti e poi dare un dispiacere a qualcuno, non soltanto in Liguria ma in tutte le regioni che non hanno un centro rimpatri.
Le direttive che arrivano dall’Unione Europea prevedono procedure di rimpatrio che si basano sulla disponibilità di un numero elevato di posti nei centri per migranti, molto al disopra della capienza prevista al momento.
Nei comunicati diffusi in Liguria ci si limita a dire che al momento i Cpr presenti in Italia sono “dieci, ma non tutti funzionanti”. Non si sa quanti siano quelli funzionanti. Quello di Torino è sicuramente chiuso da oltre un anno, quello di Trapani potrebbe essere stato chiuso di recente, quello di Milano starebbe per chiudere per ristrutturazione.
Nessuno dà un quadro completo e sintetico della situazione.
In concomitanza con la manifestazione che c’è stata sabato contro il Cpr a Diano Castello, gli attivisti del centro sociale di Imperia La Talpa E L’Orologio hanno affisso uno striscione e fatto circolare un comunicato in cui dicono che bisognerebbe opporsi a tutti i Cpr in quanto luoghi di violazione dei diritti.
Come al solito la questione della regolarizzazione dei criminali stranieri non viene affrontata.

Capo Berta, striscione no-Cpr

Uno striscione con scritto “No Cpr – Né qui né altrove” è stato attaccato a Capo Berta, in Liguria, a poche ore dalla manifestazione del comitato messo su dagli amministratori locali contro l’apertura del Centro di Permanenza per i Rimpatri a Diano Castello.
Lo scrive Imperia Post, che mostra una foto dello striscione e riporta acriticamente il comunicato che è stato diffuso nei giorni scorsi dagli attivisti del centro sociale di Imperia La Talpa E L’Orologio.
In cui si dice che i Cpr sono luoghi di tortura, che dentro ci finiscono persone che non hanno commesso reati, e che bisognava fare un’opposizione decisa ai centri per i rimpatri in sé, anziché concentrarsi sulla proposta di costruirli altrove, in un luogo con meno afflusso turistico e non meglio specificato per non inimicarsi le popolazioni locali.
Nel comunicato manca qualsiasi riferimento agli schieramenti politici. Anche negli articoli che parlano della presa di posizione degli esponenti locali, ci si concentra più sui nomi di persona che sugli schieramenti.
Il Partito Democratico resta molto defilato. Cercando informazioni precise su Bing, il motore di ricerca, che ormai si basa sull’intelligenza artificiale, restituisce solo risultati che non c’entrano niente, anziché dire “nessun risultato” come si faceva una volta.
Una foto della manifestazione di ieri è stata pubblicata dal sito Telenord. Si vedono molte persone, con cartelli tutti uguali che dicono No Cpr dietro un segno di divieto.
Nell’articolo ci sono le dichiarazioni di vari amministratori locali. La manifestazione è stata indetta quando è sembrato di capire che il prefetto di Imperia ha dato per scontata l’apertura del Cpr a Diano Castello. In seguito il prefetto, il governatore, il ministro dell’Interno hanno fatto finta di fare marcia indietro, dicendo che in realtà non era stato deciso niente. Che non significa che sono contrari, anzi.
Si immagina che l’annuncio verrà dato dopo le elezioni europee che sono previste a breve, per poter incamerare più voti possibile e poi dare un dispiacere ad alcuni elettori. Non soltanto in Liguria. Il Governo intende aprire almeno un Cpr in ogni regione italiana, anche perché le direttive che arrivano dall’Europa prevedono la detenezione e il rimpatrio dei non aventi diritto all’asilo, una misura che per essere messa in atto prevede la disponibilità di un numero enorme di posti nei Cpr, che al momento non ci sono.
L’articolo cita il segretario provinciale del Pd di Imperia, Cristian Quesada, solo per fargli dire che il presidente della regione Toti “generalmente dice cose e il giorno dopo fa il contrario di quello che dice”.
La spiegazione delle motivazioni dei manifestanti viene invece affidata al sindaco di Diano Marina, Cristiano Za Garibaldi, che afferma che “nessuno vorrebbe un carcere alle porte delle strutture ricettive-turistiche della zona”, per cui ci sarebbe un danno di immagine.
Frase un po’ campata in aria: chi va in vacanza a Barcellona, per esempio, si informa della distanza tra l’albergo e il locale carcere? Ovviamente no. Ma nessuno entra nel merito delle dichiarazioni che vengono rilasciate in quest’ambito.
L’importante è farsi vedere e farsi sentire.

Imperia, il consiglio provinciale non si esprime sul Cpr

Il consiglio provinciale di Imperia non ha approvato un ordine del giorno di Cristian Quesada che chiedeva di prendere posizione contro l’apertura del Centro di Permanenza per i Rimpatri a Diano Castello.
A quanto pare si attendono informazioni più precise, ossia la decisione irreversibile. I vari schieramenti non vogliono prendere posizioni nette prima delle imminenti elezioni, e guardano qualsiasi iniziativa individuale come un tentativo di strumentalizzazione.
Riviera Time ha pubblicato un video con un’intervista allo stesso Quesada e un chiarimento da parte del presidente della provincia Scajola, il quale ha detto che ha consigliato al ministro Piantedosi di ripensare la scelta, perché Diano è troppo lontano da porti e aeroporti, oltre che essere zona turistica.
Il fatto è questo, che anche quelli che non hanno votato la mozione sono contrari al Cpr, e si presume che saranno in piazza oggi insieme agli amministratori del golfo dianese che hanno messo su un comitato.
Eppure Quesada ha esplicitamente detto che a questo punto chi ha votato contro la sua mozione è meglio che non si faccia vedere tra i manifestanti.
Il clima politico si è scaldato dopo che si era sparsa la voce, a seguito di un incontro tra Prefetto e amministratori locali, che la decisione di aprire il Cpr a Diano Castello era definitiva. Dopo che si è alzato il polverone, le istituzioni hanno fatto mezza marcia indietro, dicendo semplciemente che è una delle ipotesi al vaglio. Non è escluso niente. Si presume che la doccia fredda arriverà dopo le elezioni.
Gli amministratori locali sono contrari al Cpr perché danneggerebbe il turismo, dicono, senza spiegare di preciso quali dinamiche si verrebbero a creare. In gran parte è diffidenza verso tutto ciò che riguarda gli immigrati. Solo un centro sociale di Imperia ha detto che bisognerebbe opporsi a tutti i Cpr in quanto luoghi di violazione dei diritti umani.
Tra l’altro quelli che chiedono di costruire il Cpr altrove non specificano mai dove, per non inimicarsi i loro compagni di partito a livello locale.
I siti di informazione tendono a mettere in evidenza i nomi dei politici coinvolti, ma non il loro schieramento di appartenenza.
Il Pd al momento tende ad essere contrario ai Cpr, ma dimentica di averli istituiti e ignora completamente la questione dei crimini commessi dagli stranieri.
Quando era al governo, il partito diceva che i Cpr erano l’alternativa più umana ai Cie per espellere gli stranieri pericolosi. Oggi invece si rifiuta anche solo di ammettere che uno straniero possa avere commesso reati. Non ne propone il rimpatrio, ma neanche la regolarizzazione, ufficialmente.
L’articolo di Riviera Time non ricorda dove e quando ci sarà la manifestazione di oggi.
Secondo la Tgr il sit-in è previsto alle ore 11 davanti al luogo prescelto, la caserma Camandone.
Nel servizio compare il prefetto, che cerca di sminuire le polemiche dicendo che la decisione non c’è ancora stata, ma fa capire che lui approverà ciecamente qualunque decisione verrà presa dal ministro dell’Interno.

Cpr Diano, parla Belllacicco

Il capogruppo della lista civica Diano Marina Marcello Bellacicco ha rilasciato parecchie dichiarazioni riguardanti il fatto che il Consiglio Comunale non ha approvato la sua proposta di mozione per chiedere al presidente della regione Liguria Toti di esprimere un parere contrario all’apertura di un Centro di Permanenza per i Rimpatri a Diano Castello.
Nei giorni scorsi il Prefetto di Imperia aveva fatto capire che la decisione di aprire lì il centro era già stata presa, salvo poi fare una mezza marcia indietro quando lo stesso Toti ha detto che nulla è stato deciso.
L’ipotesi che circola è che si aspetta di dare la comunicazione ufficiale che si siano svolte le elezioni amministrative ed europee. Le forze che sostengono il governo vorrebbero fare il pieno di voti per poi dare un dispiacere ad alcuni degli elettori. Toti non è contrario all’apertura di un Cpr, e non ha detto che non deve aprire a Diano Castello.
D’altronde, la maggioranza a Diano Marina non è favorevole all’apertura del Cpr. Infatti la mozione in questione è stata bocciata non perché sia contraria, ma perché non è stata concordata con il comitato di Comuni del Golfo Dianese che sulla carta si oppone al Cpr.
Insomma, il litigio è tra persone che dicono di essere contrarie al Cpr e si accusano l’un l’altra di essere favorevoli.
Solo un centro sociale di Imperia ha notato che non si sta minimamente entrando nel merito di cosa sia un Cpr e del fatto che al suo interno verrebbero violati i diritti delle persone recluse. Bisognerebbe opporsi a tutti i centri per i rimpatri, e invece la linea seguita dagli schieramenti locali è quella di essere favorevoli purché siano aperti altrove.
Del resto i No Cpr non dicono che bisogna rimpatriare i criminali stranieri in maniera più umana, ma neanche che bisogna regolarizzarli. Si limitano a ignorare che alcuni stranieri commettono reati.
I partiti nazionali di centrosinistra non vengono citati da Bellacicco. C’è un vago riferimento all'”altro gruppo di opposizione”, che “non dovrebbe avere esigenze di partito” e che invece ha “spalleggiato la maggioranza”, ma non si dice chi sia.
Le dichiarazioni di Bellacicco sono state riportate integralmente da La Voce Di Imperia, senza domande o approfondimenti.

Diano Marina, si discute di Cpr

Dopo che è circolata l’indiscrezione che Diano Castello sarebbe stata scelta come località adatta per aprire il Centro di Permanenza per i Rimpatri previsto per la Liguria, gli amministratori locali del golfo dianese sono un po’ in subbuglio, nonostantee le smentite circolate che in realtà non smentiscono nulla.
Nella riunione del Consiglio Comunale di Diano Marina si è discusso della questione. E’ stata proposta una mozione che alla fine è stata bocciata. Ne dà un confuso resoconto il sito Riviera Time, con brandelli di dichiarazione attinti dalla discussione.
Un articolo su Riviera 24 è un po’ più chiaro: i consiglieri comunali Marcello bellacicco e Elisabetta Borghi volevano chiedere al presidente della Regione Liguria Giovanni Toti di prendere posizione contro il Cpr a Diano Castello.
La mozione è stata bocciata perché ritenuta un gesto isolato, non concordato con gli altri comuni del Golfo.
Per Bellacicco Diano Marina sarebbe il comune che ci rimetterebbe di più, visto che è il più famoso dal punto di vista turistico. La presenza di furgoni della polizia che farebbero avanti e indietro non sarebbe vista in maniera positiva dai turisti.
Dopo le indiscrezioni dei giorni scorsi, Toti ha espresso dichiarazioni sul Cpr, limitandosi a dire che nessuna decisione è stata ancora presa ma evitando di dire quale è il suo parere in proposito. Si sa che è favorevole all’apertura del Cpr, e che l’altra località ligure in cui si sono svolti sopralluoghi è Albenga. L’articolo cita anche Vallecrosia, che sarebbe già stata esclusa in quanto troppo piccola.
Insomma, sia chi ha appoggiato la mozione che chi l’ha bocciata è contrario al Cpr, ma intanto si litiga per motivi secondari.
La questione se sia opportuno aprire un Cpr altrove, e dove, resta in secondo piano.
Solo un centro sociale di Imperia ha cercato di portare l’attenzione sul fatto che ci sono violazioni dei diritti dei trattenuti nei Cpr per cui tutte le strutture di questo genere andrebbero chiuse.
Ma anche in questo caso non ci si è posti il problema di cosa fare dei criminali stranieri: regolarizzarli o rimpatriarli in altro modo?

Cpr Liguria, sabato manifestazione. Il Prefetto fa mezza marcia indietro

Sabato 27 aprile è prevista una manifestazione organizzata dal comitato che è nato per scongiurare l’apertura di un Centro di Permanenza per i Rimpatri a Diano Castello.
Negli ultimi giorni il comitato era un po’ in subbuglio dopo che si era sparsa la voce che la decisione della località in cui aprire il Cpr ligure era già stata presa.
Il governatore della regione, il ministro dell’Interno, e ora anche il prefetto di Imperia si sono affrettati a precisare che si tratta soltanto di un’ipotesi.
E questo non smentisce niente. Si sospetta che il governo stia tentando di temporeggiare prima delle prossime elezioni amministrative ed europee, per poi riservare una doccia fredda ad alcuni dei suoi stessi elettori.
L’altra ipotesi circolata in Liguria riguarda Albenga. E siccome si immagina ora l’apertura di un centro rimpatri in ogni regione, la cattiva notizia per Diano sarebbe una buona notizia per Albenga.
Molti amministratori locali, anche di destra, sono contrari ai Cpr in maniera istintiva, senza argomentare più di tanto i motivi. Sono centri per migranti, non vogliamo i migranti quindi non vogliamo i centri.
Alcuni non escludono l’apertura dei Cpr, purché siano fatti altrove, in località meno turistiche rispetto al golfo dianese. Ma non specificano mai dove, visto che i loro omologhi in qualunque altro Comune faranno presumibilmente lo stesso discorso.
A chiedere di opporsi a tutti i Cpr come luoghi di violazione dei diritti umani è stato soprattutto un centro sociale di Imperia, mentre a livello di centrosinistra non è emerso nessun nome come simbolo del contrasto a questi centri. Anche perché i Cpr sono stati istituiti dal Partito Democratico come alternativa più umana ai Cie istituiti dalla destra. Il loro scopo doveva essere quello di rimpatriare i criminali stranieri.
Ora che il Pd è all’opposizione al livello nazionale, anche solo l’idea che gli stranieri possano commettere reati è considerata tabù.
Gli schieramenti che si oppongono al governo non dicono che bisogna rimpatriare i criminali stranieri, ma neanche che bisogna regolarizzarli. Questo lascia campo libero alla propaganda di destra.
E in effetti le cose non vanno molto bene per lo schieramento: la notizia di oggi è che le elezioni in Basilicata sono state vinte dal centrodestra col 56% dei voti.

Toti: non è deciso niente

Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti è stato intervistato sull’ipotesi di aprire un Centro di Permanenza per i Rimpatri a Diano Castello, circolata dopo che alcuni amministratori che avevano parlato con un prefetto avevano dato la scelta per scontata.
Toti ha detto che non è ancora stato deciso niente, e in un fiume di periodi ipotetici di primo e di secondo grado ha detto che qualora si dovesse decidere di aprire un Cpr in regione non è detto che sarà a Diano Castello e si valuterà insieme la scelta migliore.
Insomma non ha confermto e non ha neanche smentito.
Quello che si pensa in giro è che la destra stia temporeggiando per massimizzare i voti alle prossime amministrative ed europee, per poi dare una doccia fredda ad alcuni dei suoi elettori.
L’argomento del mancato rispetto dei diritti umani all’interno del Cpr non è stato affrontato.
Non è stato citato nessun politico di sinistra. Molti amministratori locali sono contrari solo alla località scelta per il centro, ma non ai centri rimpatri in sé, come invece hanno chiesto gli esponenti di un centro sociale ligure.
Il Cpr per Toti serve ad espellere “gli immigrati più pericolosi o quelli che non possono essere lasciati all’accoglienza diffusa”.
Sono pressappoco le stesse cose che diceva il Pd quando era al governo.
Ora che è all’opposizione il Partito Democratico è diventato contrario ai Cpr, ma senza fare un esame di coscienza. In tutto il centrosinistra non è ben chiaro se si vogliono regolarizzare i criminali stranieri oppure rimpatriare con metodi più umani, e questo lascia il campo aperto alla propaganda di destra.
La stessa esistenza di criminali stranieri è un argomento tabù per i No-Cpr. L’unica cosa che si deve dire è che chi finisce nei centri rimpatri non ha commesso reati, quindi non deve stare lì.
In realtà nei Cpr ci finiscono sia persone che hanno commesso reati sia migranti appena sbarcati, o lavoratori che hanno perso il posto.
Il discorso sarebbe più complesso, ma si preferisce affidarsi a dichiarazioni elettorali che dicono tutto e il contrario di tutto.

Imperia, centro sociale contro il Cpr

Il centro sociale La Talpa e l’Orologio di Imperia ha diffuso un comunicato per protestare contro l’apertura del Centro di Permanenza per i rimpatri in un comune del golfo dianese (Diano Castello, ma loro dicono Diano Marina).
Soprattutto il comunicato è contro quelli che si oppongono al Cpr solo perché viene aperto in località turistica invece di essere contrari a tutti i Cpr.
Dentro c’è la solita propaganda relativa al fatto che chi finisce nei centri per i rimpatri non ha commesso reati (molti li hanno commessi) ma anche tutti i motivi per cui la condizione all’interno è considerata vergognosa.
Ad esempio, mancano i contatti con l’esterno, che pure sono consentiti in carcere a chi sta scontando una pena.
Sicuramente i sostenitori del governo diranno che il centro non avrà ricadute sul turismo, e probabilmente è vero. Chi si informa della distanza tra l’albergo in cui intende andare e il carcere più vicino?
Ma resta il problema di coscienza.
Il governo è intenzionato ad aprire centri per i rimpatri in tutte le regioni italiane. Almeno uno per regione. In Liguria si sono svolti sopralluoghi ad Albenga e Diano Castello. Scegliere Diano significa escludere Albenga. Almeno per il momento un sospiro di sollievo.
Ma la notizia della decisione non è ancora ufficiale. Sarebbe stata data dal prefetto agli amministratori locali, ma il Governo dice che sta ancora valutando.
L’ipotesi che fanno alcuni è continuerà a valutare fino a dopo le prossime elezioni amministrative ed europee, per poter incassare i voti di tutti gli elettori prima di ricompensarne alcuni con la doccia fredda.
Il centrosinistra è contrario ai Cpr, ora. Ma il Pd non ha mai fatto un vero esame di coscienza sul fatto che ha istituito i Cpr e sostenuto il piano di aprirne uno per ogni regione finché stava al governo.
Gli altri invece evitano di evocare anche lontanamente il problema dei criminali stranieri. Non si sa se li vogliano regolarizzare o rimpatriare con altri mezzi, e questo vuol dire voti in meno alle prossime elezioni.

Diano Castello, iniziative di protesta

Amministratori locali e rappresentanti di categoria hanno annunciato iniziative di protesta dopo che si è sparsa la voce che il governo avrebbe deciso di aprire un nuovo Centro di Permanenza per i Rimpatri a Diano Castello.
Lo scrive Imperia Post, in base al quale è prevista una lettera al prefetto, una lettera al presidente della Regione, una manifestazione di piazza davanti alla caserma Camandone, e comunicati stampa.
Il sito non riporta la notizia diffusa dalla Regione che il ministro dell’Interno in un colloquio telefonico col presidente Toti avrebbe detto che nessuna decisione definitiva è stata presa, rimandando tutto ai prossimi mesi.
Secondo alcuni il ritardo nella comunicazione delle località prescelte dipende dal fatto che la maggioranza non vuole dare una delusione agli elettori prima delle elezioni amministrative ed europee che si svolgeranno a breve. Prima vorrebbe incassare i voti, poi dare le brutte notizie.
La Liguria è ancora sprovvista di Cpr. Si sono svolti sopralluoghi in due località: a Diano Castello e ad Albenga.
Molti amministratori locali non sono contrari ai rimpatri, solo che non vogliono nessun centro per immigrati sul loro territorio. Approvano che strutture del genere siano aperte altrove, ma si rifiutano di dire dove, per non inimicarsi i loro compagni di partito nella località citata.
Fratelli d’Italia ha diffuso un comunicato per fare un po’ di polemica con l’assessore regionale Marco Scajola, ma senza insistere sul fatto che l’apertura del Cpr non creerà i problemi temuti dagli amministratori e dai cittadini.

Diano Castello, reazioni prevedibili

Dopo che il prefetto di Imperia ha annunciato agli amministratori locali che il Centro di Permanenza per i Rimpatri della Liguria sarà allestito nella caserma Camandone di Diano Castello, sono arrivate le prevedibili reazioni deluse da parte degli schieramenti politici locali.
Uno è Indipendenza Golfo Dianese, che ha rilasciato alcune dichiarazioni riprese da Riviera 24.
I politici dicono che il Cpr danneggerà il turismo in tutti i comuni circostanti, anche se non entrano nel merito delle dinamiche che si vengono a creare dentro e intorno ai centri per i rimpatri. Dicono che ci sono sicuramente altre aree alternative che potrebbero essere prese in considerazione senza comprometter la vocazione turistica, ma non spiegano quali.
Infine ci mettono alcune dichiarazioni generiche sul fatto che l’Italia dovrebbe frenare i flussi migratori e cooperare con l’Africa.
Il sito riporta la notizia senza foto dei due autori del comunicato, ma con un’immagine della facciata della caserma.
Primo Canale scrive che dopo avere saputo che il Cpr ligure “sorgesse” a Diano Castello, il governatore Giovanni Toti ha telefonato direttamente al ministro dell’Interno, il quale ha detto che la decisione non è ancora definitiva. “L’ipotesi è ancora in fase embrionale di valutazione e ci sarà modo di approfondire ogni aspetto nei prossimi mesi. Pertanto ogni voce circa una scelta già effettuata dal ministero è al momento priva di qualsiasi fondamento”, è la sintesi pubblicata dal sito.
Per l’assessore regionale Marco Scajola la scelta di mettere un Cpr in quella località è “uno schiaffo al nostro territorio”.
Fratelli d’Italia è favorevole al Cpr, anche se l’ultimo comunicato si concentra più su polemiche personali e si affida completamente al giudizio del Governo.