Vive con la nonna, non può essere rimpatriato

Il giudice di pace di Bari non ha convalidato il trattenimento di un ventunenne albanese presso il locale Centro di Permanenza per i Rimpatri, perché lo straniero vive stabilmente in Italia, frequenta scuole italiane ed è ospitato dalla nonna, di origini albanesi ma cittadina italiana.
Lo scrive il sito Termoli Online, riportando un comunicato nel quale si accenna vagamente ad una scarcerazione recente a seguito di un reato non meglio precisato.
Il sito Primo Numero aveva riportato la notizia dell’accompagnamento al Cpr, specificando che il 25 settembre lo straniero era stato arrestato perché doveva scontare una pena per porto di armi o oggetti atti a offendere commesso nel 2017, quando era ancora minorenne. La pena era di quattro mesi. Gli era stato concesso l’affidamento ai servizi sociali, che però ha più volte violato.
Intanto da Bari non sono arrivati aggiornamenti dopo la notizia della conclusione di un’indagine a carico dei gestori del Cpr, diffusa all’inizio del mese. L’ipotesi di cui si sono occupati gli inquirenti riguardava la mancata visita dei migranti al momento di primo ingresso. Il medico sarebbe stato presente nella struttura per tutte le ore previste dal contratto, ma concentrandole in giorni adiacenti, restando poi irreperibile per il resto della settimana, senza quindi occuparsi dei nuovi ingressi o di eventuali esigenze mediche. Quattro persone hanno ricevuto avvisi di garanzia. Non si sa quando si svolgeranno le udienze.
Il Corriere del Mezzogiorno ha riportato anche tre righe con la versione del gestore: “Il capitolato d’appalto è stato rispettato in ogni suo punto e la cooperativa è in grado di darne dimostrazione documentale all’autorità giudiziaria titolare delle indagini”.
Secondo gli investigatori, la precarietà dei servizi essenziali erogati dalla cooperativa avrebbe contribuito a creare le condizioni di esasperazione da cui sono scaturiti proteste e incendi all’interno della struttura verso la fine del 2019.

Fuggiti dal centro di accoglienza, accompagnati al Cpr

Due giovani tunisini, 19 e 22 anni, che erano fuggiti dal centro di accoglienza di Campolieto in Molise sono stati accompagnati al Centro di Permanenza per i Rimpatri di Brindisi.
Lo scrive in breve la Tgr Rai in un articolo in cui si riporta anche la notizia di sei casi positivi al coronavirus in due diversi centri di accoglienza molisani.
Racconta anche la stampa locale che la fuga dal centro di Campolieto era stata violenta, e che nel caso dei tunisini sarebbe stata riscontrata una “inclinazione a violare sistematicamente la legge”, anche se non vengono forniti ulteriori dettagli.
L’Ansa invece parla di due episodi diversi: prima ci sarebbe stato l’allontanamento di massa dal centro di accoglienza, nel corso del quale si sono perse le tracce di 32 tunisini. Poi, quando i due stranieri in questione sono stati rintracciati (non si dice quando e dove) ci sarebbe stata la colluttazione con gli agenti.
Uno degli stranieri fuggiti è stato fermato al valico di Como dagli agenti della polizia di frontiera, dice l’agenzia.
Una decina di giorni fa nel centro di accoglienza di Campolieto erano stati individuati due stranieri positivi al coronavirus.
In un altro centro di accoglienza in provincia di Campobasso, quello di Campomarino, dieci giorni fa erano fuggiti in 19.
Scrive Libero che gli agenti che hanno arrestato i due fuggitivi di Campolieto sono stati sottoposti al test per coronavirus, nel timore che possano essere stati contagiati. In provincia di Treviso tre poliziotti sono risultati positivi dopo il loro intervento per sedare una ribellione in una struttura di accoglienza dove il contagio si è esteso a 257 degli oltre 300 stranieri ospitati.
Sul sito del Giornale è in evidenza un video di 13 minuti nel quale si vedono le fasi dell’arresto di uno straniero che aveva puntato il coltello alla gola di un vigilante nel duomo di Milano. Sembra di capire che l’uomo chiedesse ospitalità. Circondato dai poliziotti con le armi puntate, è stato disarmato approfittando di un attimo di distrazione. Immancabili le dichiarazioni di Salvini per ringraziare la polizia e chiedere pene severe.
Nell’articolo non vengono riportate reazioni da sinistra. Che invece ci sono a Torino dopo le dichiarazioni del Questore riguardanti la mancanza di rispetto per l’autorità, il tasso di delittuosità da parte di alcune comunità di migranti e la violenza che molti stranieri rivolgono alla polizia. L’articolo parla di “imbarazzo” nella reazione della sinistra.

Toscana, appello dei medici contro il decreto Salvini. Repubblica, criminali non rimpatriati. Opinioni varie, un accompagnamento al Cpr

71 fra medici, infermieri, farmacisti e biologi toscani hanno firmato un appello contro il decreto sicurezza-immigrazione, sottolineando il fatto che quest’ultimo non garantisce universalità e gratuità delle cure, come invece è stabilito dalla Costituzione e dalla legge 833/78. Col nuovo decreto un numero maggiore di persone finirà in clandestinità, quando non sarà rinchiusa per lunghi periodi nel centro rimpatri. Questo peggiorerà la loro situazione di salute, e allo stesso tempo ridurrà le possibilità di ricevere, assistenza sanitaria adeguata.
Intanto la situazione del Cpr in Toscana ancora non si è sbloccata. E Repubblica quattro giorni fa ha messo in evidenza la notizia di stranieri che avevano ricevuto decreti di espulsione dopo avere minacciato degli italiani e che invece sono tornati, anche ad aggredirli. Un caso è avvenuto a Pisa, dove il titolare di un bar, che era stato sfigurato a colpi di bottiglia ha giugno, ha incontrato di nuovo il suo aggressore tunisino (notizia riportata da La Nazione). Un altro caso è avvenuto a Perugia, che sarebbe stato picchiato dallo spacciatore marocchino che già ad agosto lo aveva accoltellato.
Accanto all’articolo, foto di agenti della polizia che sorvegliano persone che si imbarcano su un aereo. Foto di repertorio, scattata chissà dove chissà quando.
L’articolo di Repubblica mira a mettere in difficoltà il Ministro dell’Interno: “Il pugno di ferro sulle espulsioni del ministro Salvini continua a infrangersi su una macchina dei rimpatri che non riesce a carburare”, è la prima frase. Però così facendo sostiene indirettamente che la direzione seguita da Salvini, e che se la macchina “riuscisse a carburare” sarebbe una buona cosa.
Il tunisino dell’aggressione di Pisa è stato per un po’ di tempo nel Cpr di Potenza. Ora si è fatto vedere da tutti i commercianti della zona, a far capire che non ha paura di nessuno. Repubblica non spiega che cosa è andato storto nelle operazioni di rimpatrio. La Tunisia è uno di quei paesi con cui l’Italia ha accordi efficienti che permettono una certa quota di rimpatri settimanali garantiti. Quale cavillo ha permesso allo straniero di uscire?
L’altro pure è stato nei centri rimpatri; anzi, sembra che ci sia stato portato due volte (ma non si sa dove). Anche in questo caso, non si sa che cosa lo ha fatto uscire.
Il decreto immigrazione-sicurezza è arrivato alla Camera, dove dovrà essere approvato entro la fine del mese. Associazioni varie continuano a far sentire la loro voce.
L’Anci Lombardia ha inviato le sue osservazioni alla Camera, chiedendo di salvaguardare i progetti Sprar.
Un gruppo di insegnanti ha scritto un comunicato per segnalare che se da un lato si tagliano i corsi di italiano per i richiedenti asilo, dall’altro si pretende un livello di conoscenza della lingua italiana di livello B1.
Fratelli d’Italia invece lavora sull’altro fronte, e propone di usare il 5×1000 della dichiarazione dei redditi per rimpinguare il fondo per finanziare i rimpatri.
La notizia è riportata dal sito del Giornale, che dice di averla attinta da Libero. In pratica anziché scegliere un’associazione a cui devolvere il suo 5×1000, il cittadino sceglierebbe di devolverlo alla Stato per finanziare i rimpatri. La proposta verrebbe da un tale Giacomo Zamperini, dirigente regionale di Fdi, ma non si dice di quale regione (Lombardia).
Anche il sindacato di polizia Siap ha volantinato contro il decreto, ma solo per questioni economiche (è successo in Molise).
Infine, si segnala un accompagnamento al Cpr di Restinco, la settimana scorsa, di un pachistano che ha appena finito di scontare una condanna a tre anni per essere stato fermato all’aeroporto di Ancona nel 2015 con un carico di oltre un chilo di eroina. Normalmente le forze dell’ordine diffondono un comunicato al momento dell’ingresso nel Cpr, ma non al momento dell’effettivo rimpatrio. O del rilascio.

Toscana, sinistra contro il Cpr

Due consiglieri di Sì-Toscana a Sinistra hanno presentato una mozione per chiedere alla Regione di opporsi alla costruzione di un Cpr. Lo riporta il sito Pianano Notizie, che si limita a trascrivere stralci del comunicato senza dire quando sarà esaminato.
Intanto il Coordinatore Nazionale dell’Osservatorio sulla Repressione si è schierato dalla parte dei sindaci della zona di San Giuliano di Puglia, in Molise, che non vogliono il centro rimpatri sul loro territorio. In realtà all’inizio dell’anno s’era detto che non ci sarebbero stati Cpr in Molise, essendo una delle due regioni escluse dal Piano Minniti, insieme alla Valle d’Aosta. Ma adesso si sta parlando di allestire un centro migranti nel villaggio costruito per i terremotati di San Giuliano di Puglia. Si è parlato di un “centro di rimpatrio volontario assistito”, che nessuno ha mai sentito prima e che non si sa come sarà strutturato.
Comunque il Coordinatore dell’Osservatorio da un lato reagisce come se si stia parlando di un normale Cpr/Cie/Cpt. Dall’altro si chiede se saranno organizzati corsi di italiano e programmi di inserimento lavorativo. Per persone che stanno per essere rimpatriate.
Pochi giorni fa sono stati diffusi dal Sole 24 Ore alcuni dati forniti dal Ministero dell’Interno. La Puglia risulta al primo posto per numero di migranti rimpatriati (oltre 4 mila), seguita da Lombardia (oltre 3 mila) e Lazio (oltre 2 mila). La Toscana è undicesima, con meno di 300 rimpatri.
I Cpr attivi al momento sono solo 5: Roma (l’unico femminile), Torino, Caltanissetta e Brindisi, a cui si è aggiunto quello di Bari che ha riaperto da poco. Bandi per l’apertura di altri centri rimpatri sono già stati diffusi dalle Prefetture o sono in fase di messa a punto. Si era detto che sarebbero state strutture da 100 posti, e già nei primi bandi c’è scritto 150. Si era detto un Cpr per regione, e per ora in Puglia ce ne sono due.
Per quanto riguarda il numero di migranti ospitati, la Lombardia conduce, a quota 27 mila, seguita da Campania (17 mila) e Lazio (16 mila). La Toscana è al nono posto. Il totale dei migranti ospitati sul territorio nazionale è di oltre 190 mila. Questo almeno è il dato che viene trascritto dal sito Ok Siena, senza specificare se si sta parlando di Sprar, di Cara, o di entrambi i progetti. Il Sole 24 Ore sul sito web ha pubblicato l’articolo sui rimpatri, ma non le relative tabelle che stanno invece nell’edizione a pagamento.

Centro di Rimpatrio Volontario Assistito

Quello che dovrebbe sorgere a San Giuliano di Puglia sarebbe un Centro di Rimpatrio Volontario Assistito. Dovrebbe avere una capienza di 250 posti.
E’ quanto aveva detto a fine ottobre il Prefetto di Campobasso in una conferenza stampa dopo un incontro col Ministero dell’Interno sul Patto per la Sicurezza.
I sindaci dell’area interessata hanno manifestato ieri di fronte alla Prefettura, ma non sono stati ricevuti, visto che non avevano presentato nessuna richiesta formale di incontro. Se ne parlerà forse la settimana prossima.
La possibilità di rimpatrio volontario esiste da anni, ma di centri di rimpatrio volontario non si è mai parlato. E’ una novità? Quando sarebbero stati istituiti? Quanti ne dovrebbero essere in Italia? O è una bufala?
Sembra certo che non si tratterà di un centro di espulsione con regime di detenzione amministrativa: il Molise sarebbe una delle due regioni esentate dal piano Minniti (l’altra è la Valle d’Aosta).
Secondo il sito Primo Numero la denominazione ufficiale sarebbe Rva, “Rimpatrio volontario assistito e reintegrazione” (ma nella sigla manca la “r” finale).
“La procedura è valida anche per chi è espulso”, spiega il sito. “Il migrante viene aiutato nella verifica dei documenti, nell’acquisto del biglietto aereo e riceve una modesta somma da impiegare all’arrivo per le prime necessità nel proprio Paese”.
Quanto modesta? Non si sa.
Le categorie coinvolte sono molte: “soggetti vulnerabili, vittime di tratta richiedenti o titolari di protezione internazionale o umanitaria, cittadini stranieri che non soddisfano le condizioni per il rinnovo del permesso di soggiorno, cittadini stranieri destinatari di un provvedimenti di espulsione o di respingimento e trattenuti nei centri di accoglienza, cittadini stranieri destinatari di un provvedimento di espulsione a cui sia stato concesso un periodo per la partenza volontaria”, scrive il sito.
Quel “trattenuti nei centri di accoglienza” suona strano: se uno straniero espulso deve essere trattenuto va nei centri di rimpatrio, dove è in detenzione amministrativa. Ma forse si sta parlando di quegli stranieri appena arrivati, che vengono individuati nei centri di prima accoglienza e lì ricevono il provvedimento di espulsione.
Ma quello che stupisce è la presenza della categoria “titolari di protezione internazionale”. Chi riceve la protezione internazionale in teoria ottiene l’asilo perché al suo paese è minacciato. E allora che ci farebbe in un centro per il rimpatrio volontario?

Molise, no al centro migranti

Si è svolta a Santa Croce di Magliano una conferenza con i sindaci dei quattro comuni che si sono opposti all’apertura di un centro di smistamento migranti a San Giuliano di Puglia, nel villaggio costruito anni fa per ospitare i terremotati.
Un sit in di fronte alla prefettura di Campobasso è stato annunciato per lunedì prossimo.
I sindaci comunque hanno detto di essere favorevoli al modello dell’accoglienza diffusa: pochi stranieri, smistati in proporzione alla popolazione locale (“piccoli numeri, proporzionale alle nostre dimensioni”).
Nei giorni scorsi gli esponenti locali del movimento Noi Con Salvini hanno organizzato una raccolta firme a San Giuliano per dire No all’hub. Nel loro comunicato non ci sono riferimenti allo Sprar e all’esigenza di accogliere, ma c’è uno “stop invasione” scritto tutto in maiuscolo e un ironico “mancano solo i cammelli”, con tanto di punto esclamativo finale.
Secondo i sostenitori di Salvini, sul territorio regionale sarebbero già presenti circa 5000 “clandestini”.

Il Molise è allo stremo

L’ex governatore del Molise Michele Iorio, Popolo della Libertà, ha dichiarato che “il Molise ha già dato, è allo stremo, allo sbando” per quanto riguarda i migranti che continuano ad arrivare nelle strutture di accoglienza regionali.
Lo riporta il sito dell’Ansa, che parla di “critiche nei confronti del Governo centrale e di quello regionale sull’ipotesi di realizzazione di un Centro di identificazione ed espulsione (Cie) a San Giuliano di Puglia (Campobasso)”.
Notare con quale cura l’agenzia riporta la denominazione del centro, con tanto di sigla tra parentesi.
Bisognerebbe notare che i Cie sono stati rinominati Cpr dal ministro dell’Interno Minniti, e che il Molise è stato escluso dalla lista nelle nuove strutture, insieme con la Valle d’Aosta, ma evidentemente questo non è compito dell’agenzia.
A San Giuliano verrebbe costruito un hub, ma dal punto di vista dei giornalisti, dei politici e dell’opinione pubblica le definizioni sono intercambiabili: smistamento, accoglienza ed espulsione sono la stessa cosa.
Il problema secondo Iorio, è nei numeri. Il governo centrale prevede un centro con 500 immigrati. “In proporzione è come chiedere al Comune di Roma di ospitarne 100 mila, con la differenza che nella capitale il sindaco, ribellandosi, ha già comunicato che c’è disponibilità di accoglienza fino al massimo di tremila”.
Un altro esponente del centrodestra, il senatore Ulisse Di Giacomo, ha affermato che la cifra di 500 migranti da ospitare nel villaggio costruito dopo il terremoto potrebbe essere aumentata fino a 1200 unità, e che il Molise è già oltre la soglia di ripartizione dei migranti prevista a livello nazionale.
Il senatore si scaglia contro il prefetto, che ha detto di non poter annullare una gara che è già assegnata.
Di Giacomo fa anche un riferimento alla “ragazza aggredita a Campobasso”, ovvero ad un tentativo di scippo avvenuto due giorni fa, di cui non è stato ancora identificato il colpevole, per rendere l’idea di quali sono i rischi derivanti dall’accoglienza.
La portavoce di Fratelli d’Italia, esprimendo solidarietà alla donna aggredita, ha dichiarato: “Ormai non si può più sottovalutare la presenza massiccia e l’aumento costante e senza controllo di migranti. Gli stessi, bivaccano senza meta oppure chiedono soldi, anche con prepotenza, in ogni angolo della città”.
La settimana scorsa una parlamentare del Pd, l’onorevole Venittelli, ha presentato un’interrogazione in cui presentava al governo le richieste dei sindaci della zona. I quali preferirebbeo che il villaggio fosse utilizzato per la ripresa sociale e produttiva del territorio.

No hub a San Giuliano di Puglia

Il consiglio comunale di Santa Croce di Magliano si è riunito per discutere di immigrazione, elaborando una delibera in cui si chiede la revoca dell’accordo tra il comune di San Giuliano di Puglia e il Ministero dell’interno e la sospensione di ogni attività amministrativa inerente l’istituzione del centro Hub a San Giuliano, non essendo rispettati gli accordi Stato-Regioni-Province autonome e non essendo garantita nessuna sicurezza per le popolazioni residenti e per gli ospiti, se non a livello di intenti.
La notizia è stata riportata dal sito Termoli Online.
L’hub doveva essere realizzato in un villaggio temporaneo fatto di casette di legno insediate in occasione del sisma di alcuni anni fa. San Giuliano è noto a livello nazionale perché in occasione del terremoto del 2002 crollò una scuola, provocando la morte di 27 bambini e un’insegnante.
Le casette, spiega la delibera, dovrebbero invece essere utilizzate per la ripresa economico-sociale dell’area, con particolare riferimento ai giovani. Per i migranti bisognerebbe valorizzare l’accoglienza diffusa.
Il documento è stato approvato all’unanimità.
A ottobre scorso l’Ansa aveva comunicato che i primi stranieri sarebbero arrivati a San Giuliano entro la fine del 2016.
Già a febbraio del 2015 il senatore di centrodestra Ulisse di Giacomo aveva presentato un’interrogazione per sapere “quali provvedimenti urgenti si intendano adottare per sospendere la decisione che individua il comune di San Giuliano di Puglia come centro hub regionale del Molise”.
“Il suddetto comune insiste in un territorio caratterizzato da vie di comunicazione disastrate, dall’assenza di idonee strutture sanitarie di emergenza, e dalla mancanza di sufficienti presidi delle forze dell’ordine”, scriveva il senatore, aggiungendo che “tutta l’area presenta già ora una situazione socio-economica allarmante”.

Isernia, accompagnamento al Cie

Un tunisino con imprecisati precedenti penali è stato accompagnato al Centro di Identificazione ed Espulsione di Bari.
Lo scrive Isernia News, inserendo la notizia in coda ad un articolo col bilancio delle attività svolte dalla Questura nel corso della settimana.
Un cittadino ucraino fermato dai carabinieri ha invece ricevuto un ordine del questore di lasciare il territorio nazionale.