Ferrara, pressing di Nanni

Il consigliere comunale del Partito Democratico di Ferrara Davide Nanni continua a fare pressing sull’amministrazione in merito alla possibile apertura del Centro di Permanenza per i Rimpatri in città.
Nanni ha notato che c’è una discrepanza tra quanto dichiarato dal sottosegretario Emanuele Prisco al question time alla Camera il 28 febbraio, e quanto afferma il sindaco Alan Fabbri.
Per Fabbri, grazie all’intervento di Fratelli d’Italia non si farà nessun Cpr a Ferrara. Per Prisco invece l’apertura del Cpr è stata esclusa “al momento”.
L’ipotesi delle opposizioni è che l’annuncio del Cpr è stato rimandato a dopo le elezioni locali, visto che gli elettori di destra, pur non essendo contrari ai rimpatri, non vogliono un centro rimpatri sul proprio territorio.
Tra le ipotesi circolate c’è anche quella di aprirlo non nelle vicinanze della città, ma nel basso ferrarese, insomma nella stessa provincia.
Si dice che il senatore di destra Balboni abbia suggerito una località alternativa al ministro dell’Interno. Il nome non è stato reso pubblico, sempre per evitare di scontentare gli elettori locali.
L’idea di escludere del tutto l’Emilia Romagna dal piano Cpr sembra strana. L’attuale governo sembra essere in linea con quanto avrebbe voluto fare Minniti, Partito Democratico, pochi anni fa, che era all’incirca quello che già aveva pensato Maroni, Lega, in precedenza: un centro di espulsione o rimpatrio in ogni regione.
Al momento sono in funzione nove Cpr (o forse otto) in sette regioni diverse. Si era detto che il Cpr di Trapani era stato danneggiato dalle rivolte e sarebbe stato chiuso, ma nessuno ha seguito la notizia nel dettaglio. Due regioni italiane avrebbero due Cpr ciascuna: la Sicilia (se il centro di Trapani è ancora aperto) e la Puglia.
Da Trapani è passato Ousmane Sylla, lo straniero che si è suicidato all’inizio di febbraio nel Cpr di Ponte Galeria, Roma. Il giovane era stato trasferito a Roma dopo le rivolte nel centro siciliano. La sua storia è stata riportata da Fanpage pochi giorni fa. Il sito ha pubblicato un video di quasi nove minuti, con interviste al fratello, alla garante locale dei detenuti, e a una consigliera comunale di Cassino, dove il giovane era stato ospitato in una struttura per minori poi sequestrata per irregolarità.

Ferrara, apertura campagna elettorale Fdi

Fratelli d’Italia ha aperto la campagna elettorale a Ferrara con un convegno di cui Il Resto Del Carlino ha pubblicato un resoconto.
La star dell’evento era il senatore Alberto Balboni, che ha parlato soprattutto di immigrazione e di Centri di Permanenza per i Rimpatri.
Al di là di quello che è stato detto in Parlamento in risposta ad un’interrogazione, il senatore si è detto sicuro che il Cpr non si farà a Ferrara, perché il luogo scelto è troppo vicino al centro abitato. Il centro si farà lì solo se vincerà la sinistra.
Non ha parlato di località alternativa, anzi a un certo punto è sembrato escludere la regione nel complesso. Al momento gli irregolari da rimpatriare a partire dall’Emilia Romagna vengono accompagnati ai Cpr di altre regioni, visto che le due strutture che erano presenti anni fa, a Modena e Bologna, sono chiuse definitivamente.
L’arcivescovo di Ferrara Gian Carlo Perego non è mai stato nominato direttamente, ma è stato bersaglio di qualche allusione col soprannome di “innominato”. Perego è esponente della Fondazione Migrantes, ed è contrario ai Cpr, a Ferrara e altrove.
Lui e la sinistra vorrebbero accogliere tutti i migranti, “ottocento milioni di persone pronte a partire dall’Africa”, ha detto il senatore. Fratelli d’Italia invece vuole che si firmino accordi coi Paesi di partenza, per limitare anche il numero di morti in mare.
All’evento era presente anche una imprecisata militante di Mediterranea Saving Humans, che si è alzata per “contestare, seppur garbatamente, il senatore”. L’articolo non dice chi è e che cosa ha detto. Dice solo che i “meloniani” l’hanno accusata di non essere democratica.
Balboni ha diffuso anche alcuni numeri: su 539 ospiti dei Cpr in Italia, 195 sono stati classificati come socialmente pericolosi.
Ne deduciamo che i restanti 344, ossia il 63%, si trovano rinchiusi senza essere pericolosi.
Eredità del Pd: quando il ministro Minniti, democratico, ha deciso di lanciare un piano di apertura di Cpr sul territorio italiano, per convincere i suoi compagni di partito che fino a quel momento si erano opposti ai centri di espulsione, aveva detto che sarebbero stati piccoli, rispettosi dei diritti umani, e soprattutto necessari a rimpatriare i criminali stranieri. Però non ha mai messo per iscritto questo dettaglio, col risultato che nei Cpr ci finiscono tuttora le stesse categorie di persone che finivano nei Cie voluti dalla destra.
Chi i oppone al Cpr ora non crede affatto alle rassicurazioni di Balboni. E’ possibile che l’annuncio sia solo stato rimandato a dopo le elezioni. Si è vociferato che se non aprirà a Ferrara, il centro potrebbe essere comunque allestito nella stessa provincia, magari verso la costa.
Il voto locale è previsto all’inizio di giugno, in concomitanza con le elezioni europee.

Da Balboni dati sui Cpr

Il senatore Alberto Balboni durante il lancio della campagna elettorale di Fratelli d’Italia a Ferrara ha parlato in lungo e in largo della possibile apertura di un Centro di Permanenza per i Rimpatri.
La località in cui si è svolto un sopralluogo si trova a soli quattro chilometri dal duomo. Evidentemente non si trova distante dal centro abitato come prevedeva il decreto scritto a suo tempo dal ministro Minniti. Lui ne ha parlato con l’attuale ministro dell’Interno Piantedosi, il quale ha convenuto sul fatto che bisognerà scegliere un’altra località, sempre in Emilia Romagna, ma distante dalla città e vicina a una via di comunicazione.
“Finché ci sarà Fratelli d’Italia a Ferrara il Cpr non si farà, perché ci assicuriamo che vengano rispettate le leggi”, ha detto.
Ed è entrato in polemica diretta col Pd, che ora finge di non ricordare che è lo stesso partito che ha istituito i Cpr nel 2017, quando il presidente del Consiglio era Gentiloni. “Secondo il Pd e la sinistra ci sono condizioni disumane nei Cpr? Sicuramente ci sono stati degli abusi, ma questa è un’autocritica che si fanno da soli, perché erano loro stessi a gestirli fino a un anno e mezzo fa”.
Balboni fornisce anche alcuni dati che finora non erano disponibili: nei 9 Cpr al momento in funzione in Italia sarebbero ospitati 539 stranieri di cui 195 connotati da pericolosità sociale. E’ il 36,2% del totale, e “hanno commesso gravissimi reati, oppure nei loro confronti il giudice ha applicato la pena alternativa dell’espulsione”.
“Si tratta di persone pericolose che hanno compiuto reati gravissimi come stupri, rapine e atti terroristici”, dice Balboni.
In teoria è possibile che nel conto rientrino anche piccoli spacciatori, ladruncoli o persone che hanno opposto resistenza durante un controllo. Qualcun altro dovrebbe analizzare i dati nel dettaglio, ma alla sinistra fa comodo pensare che siano tutti innocenti quindi questi dati non vengono mai presi in considerazione.
Comunque da questi numeri risulta che 344 stranieri su 539 non sono dentro per avere commesso reati. E’ il 63%, insomma, quasi due su tre.
“Nei Cpr ci finisce anche chi rifiuta di identificarsi e tutte quelle persone nei confronti delle quali era già stato eseguito un decreto di espulsione ma che poi sono tornate in Italia violando la legge”, dice ancora il senatore.
“I Cpr non servono a contrastare l’immigrazione, l’immigrazione si contrasta impedendo le partenze. Servono invece a garantire la sicurezza dei cittadini”, ha detto Balboni. Gli stranieri possono essere trattenuti fino a un massimo di 18 mesi consecutivi, per evitare che commettano reati o facciano perdere le loro tracce in attesa del rimpatrio.
In città ci sono già state manifestazioni contro il Cpr, organizzate da chi non vuole il centro né lì né nel resto della regione.
Il governo ha già eseguito sopralluoghi in varie località italiane, e si attendeva la lista dei nuovi Cpr entro la fine dell’anno scorso. Ma ci sono parecchi appuntamenti elettorali in questi mesi. Per evitare di perdere voti la comunicazione della scelta è stata rimandata. Gli stessi elettori e amministratori di destra che dicono di essere favorevoli al Cpr, lo voglio costruire “altrove”, anche se non specificano mai dove. Un problema di difficile soluzione per qualsiasi governo.
L’attuale ministro Minniti vorrebbe almeno un Cpr per ogni regione. Che è la stessa cosa che aveva chiesto il suo predecessore Minniti, Partito Democratico, nel 2017. Che è la stessa cosa che aveva chiesto il leghista Maroni sei anni prima. Senza mai riuscire a fare nient’altro che piccoli passi avanti. E qualche passo indietro: alcuni centri di espulsione che erano aperti in passato sono stati chiusi a seguito dei danneggiamenti ricevuti nel corso delle rivolte. Fino a febbraio dell’anno scorso era aperto il Cpr di Torino, ora fuori uso. Anni fa l’Emilia Romagna aveva due centri di espulsione, a Bologna e Modena, ora chiusi.
Nelle altre strutture molte stanze sono inagibili. Secondo i dati diffusi a suo tempo dal Garante dei detenuti, la capienza effettiva a dicembre 2022 era di 838 posti.
Quindi in base ai dati di Balboni adesso sarebbero disponibili solo il 64% dei posti che erano disponibili all’epoca.
I mass media seguono le notizie in maniera molto superficiale. Si era detto giorni fa che il Cpr di Trapani forse sarebbe stato sgomberato del tutto a seguito dei danneggiamenti subiti. In che condizioni è il centro, oggi?

Ferrara, 1500 persone al corteo contro il Cpr

Erano almeno 1500 le persone che hanno partecipato al corteo di ieri a Ferrara contro l’apertura del Centro di Permanenza per i Rimpatri.
Tra loro c’erano due candidati sindaco, Anna Zonari e Fabio Anselmo, la senatrice Ilaria Cucchi e l’attore teatrale Alessandro Bergonzoni.
Ferrara è una delle località in cui si sono svolti sopralluoghi per la realizzazione di uno dei centri per i rimpatri che il governo vorrebbe realizzare nelle regioni che ne sono sprovviste. In un manifesto pre-elettorale l’attuale sindaco si è vantato di avere ottenuto che il Cpr non sia aperto in città, ma il ministero si è rifiutato di confermare ufficialmente la notizia. E’ possibile che venga scelta una località nel Basso Ferrarese, ma non è neanche escluso che l’annuncio sia stato solo rimandato a dopo le elezioni.
Altre manifestazioni sono in programma: il 6 aprile toccherà a Milano, il 24 a Roma.
Il candidato Fabio Anselmo è famoso per essersi occupato dei casi Cucchi e Aldrovandi.
Ilaria Cucchi poche ore fa ha condiviso su Facebook un filmato ripreso all’interno di un Cpr si vedono immagini confuse di gente che grida. Probabilmente si tratta di un tentativo di suicidio sventato da parte dei reclusi. Un uomo dice che lo straniero che si è impiccato era dentro da sette mesi senza avere commesso reati. E la famiglia non sa se è morto o vivo.
“Le loro lacrime e la loro rabbia sono anche le mie, ogni volta che assisto a quelle scene terribili”, scrive la senatrice. “Non sono meno intense di quelle che ho provato per l’uccisione di mio fratello Stefano. No ai Cpr per un mondo migliore. Lo dobbiamo ai nostri figli.”
La Cucchi è stata eletta con Sinistra Italiana.
L’avvocato Anselmo è sostenuto anche dal Pd.
A livello nazionale il Partito Democratico è momentaneamente contrario all’apertura di nuovi Cpr, anche se evita di ricordare che è stato lo stesso partito ad istituirli, ed evita di affrontare il problema dei criminali stranieri.
Sul fronte della cronaca, arriva la notizia che pochi giorni fa un trentacinquenne nigeriano è stato rimpatriato senza passare dal Cpr. La questura di Ancona lo ha prelevato all’uscita dal carcere, dove ha scontato una pena per spaccio di imprecisati stupefacenti, e lo ha imbarcato su un aereo a Fiumicino.

Ferrara, due candidati sindaci al corteo contro il Cpr

Oggi pomeriggio a Ferrara ci sarà il corteo contro l’apertura del Centro di Identificazione ed Esplusione. Hanno aderito alla manifestazione tutti e due i candidati sindaci che sfideranno Alan Fabbri, ossia Anna Zonari e Fabio Anselmo.
Lo scrive Estense, senza fare particolari riferimenti agli schieramenti collegati con ciascuno di loro.
Per Anselmo i Cpr sono dei lager, mentre la Zonari afferma che chi è rinchiuso nei Cpr “non ha commesso nessun reato penale. Irregolarità amministrative non equivalgono a criminalità”. Che non è necessariamente vero: molti di coloro che finiscono al Cpr provengono direttamente dal carcere o hanno vari precedenti penali a carico, ma non vengono mai diffuse statistiche in proposito perché alla sinistra fa comodo pensare che siano tutti innocenti e alla destra che siano tutti colpevoli.
La Zonari fa parte dello schieramento La Comune di Ferrara.
Avrebbe aderito all’iniziativa anche il Partito Democratico, che al momento è convinto che il Cpr non debba aprire né a Ferrara né altrove, anche se non ha fatto un vero e proprio esame di coscienza. E’ stato lo stesso Pd quando era al governo a istituire i Cpr per rimpatriare i criminali stranieri e a lanciare un piano di apertura di un Cpr in ogni regione. Si era valutata l’ipotesi di riaprire l’ex Cie di Modena, ma il progetto è saltato per problemi con la proprietà dell’immobile. Non si parla più di Bologna, dove si trovava l’altro centro di espulsione presente in Emilia Romagna.
La regione è passata da due strutture di questo genere alcuni anni fa a zero. Al momento gli stranieri da espellere vengono accompagnati nei centri rimpatri di altre regioni.
Stranamente, anche il candidato che non ha aderito all’iniziativa è contrario al Cpr. E ha già fatto affiggere manifesti in cui si vanta che grazie a lui il Cpr non si farà a Ferrara. Tutto si basa su dichiarazioni non ufficiale. Il senatore Balboni, padre dell’aspirante vicesindaco scelto da Fabbri, ha detto di avere consigliato una località alternativa al ministro dell’Interno.
Balboni non ha voluto specificare pubblicamente quale sia questa località. Possibile che sia nel Basso Ferrarese, lontano dal capoluogo ma sempre sul territorio provinciale.
Gli organizzatori del corteo temono che il Governo non abbia affatto escluso Ferrara dalla lista, ma abbia deciso di rimandare l’annuncio ufficiale a dopo le elezioni che si svolgeranno tra tre mesi. E comunque sono contrari al Cpr in ogni caso, anche altrove nella provincia o nella regione.
Dice il Manifesto che tre Cpr su dieci in Italia sono sotto indagine per reati come truffa, maltrattamenti, violenza privata pluriaggravata, falso ideologico e crimini di natura fiscale. Non specifica quali sono. Due sono quelli di Milano e Palazzo San Gervasio, non si sa quale sia il terzo.
A quanto ne sappiamo il Cpr di Torino è chiuso dall’anno scorso, mentre quello di Trapani dovrebbe essere fuori uso da poche settimane. I centri in funzione sarebbero nove, forse otto, e anche in quelli aperti ci sono alcune sezioni inagibili. Manca una tabella con i dati aggiornati.
In teoria dovrebbe occuparsene il Garante dei detenuti. Negli ultimi anni Mauro Palma diffondeva i dati verso giugno. Il suo successore non ha ancora fatto sapere come intende procedere.

Il ministero dell’Interno non esclude un Cpr a Ferrara

Nel corso di un question time nella I commissione alla Camera il sottosegretario del Ministero dell’Interno Emanuele Prisco ha dato una risposta molto vaga ad una interrogazione dei parlamentari Pd Matteo Mauri, Ouidad Bakkali e Andrea Gnassi, illustrata dal vicepresidente del gruppo Toni Ricciardi.
Prisco si è limitato a dire che il Governo ha intenzione di aprire nuovi Cpr, che non diminuiscono il livello di sicurezza nei territori di localizzazione, che in Emilia Romagna sono state valutate diverse aree non meglio precisate oltre a Ferrara e che “al momento [la struttura] dell’Emilia Romagna non rientra tra quelle di prossima programmazione”.
“Allora hanno ragione i comitati cittadini a dire che avete messo in stand by la programmazione del Cpr a Ferrara in vista delle scadenze elettorali”, ha esclamato Ricciardi in risposta.
Il ministero “ha traccheggiato a dimostrazione della distanza che c’è tra la propaganda e l’arte di governare. I cittadini ferraresi avrebbero diritto ad una risposta chiara”, dice il capogruppo.
In campagna elettorale, Fratelli d’Italia ha fatto affiggere manifesti in cui si dice che grazie al partito il Cpr non si farà, sulla base semplicemente di indiscrezioni. Il senatore Balboni, padre dell’aspirante vicesindaco, ha raccontato di avere parlato direttamente col ministro dell’Interno per suggerire una località alternativa, ma si è rifiutato di specificare quale davanti ai giornalisti, per non scontentare l’elettorato locale del suo partito. Potrebbe trattarsi di un’area sempre in provincia di Ferrara, ma verso la costa, un po’ più lontano dal capoluogo.
Le associazioni che a livello locale si battono contro il Cpr, che sono molte, non si sono fatte ingannare dai manifesti elettorali e hanno confermato la manifestazione regionale no-cpr che si terrà a Ferrara domani.
Le elezioni si svolgeranno a giugno.
Per ora il Partito Democratico flirta con coloro che si oppongono a tutti i Cpr puntando tutto sull’accoglienza, ma non ha affrontato un vero e proprio esame di coscienza relativo al fatto che è stato lo stesso partito ad istituire i centri per i rimpatri con lo scopo di rimpatriare i criminali stranieri. Ora che è all’opposizione, sul suo radar è completamente scomparsa la questione dei reati commessi dagli immigrati. Non è escluso che possa ritornare in agenda in caso di vittoria alle elezioni nazionali.
La destra invece da un lato punta sui Cpr per aumentare la quantità di stranieri da rimpatriare o al limite da tenere lontano dalla strada, dall’altro si scontra con la diffidenza dell’elettorato nei confronti di qualunque cosa abbia a che fare con gli immigrati.
Un centro rimpatri è percepito come qualcosa che danneggia il quartiere, a prescindere. Che può essere anche vero, tenuto conto della frequenza con cui avvengono rivolte, incendi, tentativi di evasione e proteste anche fuori dalla struttura.
Lo stesso problema che si trascina da anni. Ma nessuno sta discutendo di come risolverlo, per cui i centri continuano ad essere devastati come negli anni scorsi. Non esiste nessuna tabella aggiornata che dica quanti posti siano rimasti a disposizione delle autorità. All’inizio del 2023 i Cpr attivi erano 10. A febbraio dell’anno scorso la struttura torinese è finita fuori uso. Nelle ultime settimane è stato sgomberato quello di Trapani, in tutto o in parte. Si sa che parte del Cpr di Gradisca è fuori uso per lavori di ristrutturazione. E stanze inagibili potrebbero esserci anche altrove.
Esiste un garante nazionale dei detenuti, che però non ha ancora rilasciato dichiarazioni pubbliche in proposito.
Solitamente il rapporto annuale veniva rilasciato all’incirca a giugno, ma il nuovo garante è entrato in carica da poco, non si sa cosa porterà davanti al Parlamento.
Di sicuro è poco loquace con l’opinione pubblica. Non ha ancora detto con che spirito intende affrontare il suo ruolo.

Ferrara, verso a manifestazione del 2 marzo

Sabato prossimo a Ferrara ci sarà un corteo contro l’apertura del Centro di Permanenza per i Rimpatri al quale hanno aderito una cinquantina di associazioni.
In vista delle elezioni locali, Fratelli d’Italia ha fatto affiggere dei manifesti in cui si vanta di avere scongiurato il rischio di apertura di un Cpr in città. Ma in molti hanno notato che manca qualunque annuncio ufficiale del Governo, che probabilmente è stato rimandato a dopo le elezioni. Un senatore locale ha proposto al ministro una località alternativa, ma non ha voluto dire alla stampa quale è, per evitare di inimicarisi i suoi sostenitori locali. Si è parlato di qualche posto nel basso ferrarese, ossia lontano dal centro ma sempre all’interno della provincia.
Ora Estense scrive “pare che il centro non si farà in provincia di Ferrara”, ma dovrebbe trattarsi di una conclusione arbitraria.
Il comunicato diffuso dagli organizzatori accena ai motivi per cui bisogna essere contrari ai Cpr: ci sono maltrattamenti, abusi, somministrazione forzata di psicofarmaci e violenze. Coloro che che si trovano rinchiusi hanno commesso soltanto un “reato amministrativo non penale”, per cui sono privati dei diritti umani essenziali, senza una vera tutela legale e senza cure mediche adeguate.
La questione di chi ha commesso reati non viene minimamente affrontata. Non si dice che i criminali stranieri debbano essere regolarizzati, ma neanche che debbano essere rimpatriati con sistemi più umani. Al momento gli stranieri da rimpatriare a partire dall’Emilia Romagna vengono accompagnati nei Cpr delle altre regioni.
Tra i firmatari mancano partiti politici. Tutte queste associazioni sono senza rappresentanza istituzionale.
Quando il Partito Democratico è stato al governo, ha istituito i Cpr come alternativa più umana ai centri di espulsione di destra, e ha sostenuto il piano di aprirne uno in ogni regione. La differenza era che il tempo di permanenza massimo era di tre mesi anziché gli attuali 18.
I Cpr attivi al momento sono nove o forse otto. Erano dieci all’inizio del 2023, poi il Cpr di Torino è stato chiuso a causa delle rivolte. Quest’anno lo stesso destino sarebbe toccato al Cpr di Trapani, ma la stampa non ha approfondito la notizia. Altre rivolte continuano a susseguirsi nelle varie strutture in giro per l’Italia, nessuno fornisce una tabella aggiornata di quanti posti sono rimasti a disposizione delle autorità.
Da poco è entrato in carica il nuovo Garante nazionale dei detenuti, il quale apparentemente non ha ancora capito di preciso cosa deve fare.
Una sua delegazione ha visitato il Cpr trapanese all’inizio di febbraio, ma per sapere che cosa ha stabilito dovremo forse aspettare la relazione annuale al Parlamento, che potrebbe arrivare tra alcuni mesi.

Forlì, conferenza sui Cpr

Domani a Forlì ci sarà un incontro per discutere di Centri di Permanenza per i Rimpatri con Tommaso Pieri, Avvocato Di Strada Onlus, e Igor Zecchini, Rete Mai Più Lager – No Cpr Milano.
Il Governo vuole aprire un Cpr in ogni regione. L’Emilia Romagna, che anni fa aveva due centri di espulsione, a Bologna e Modena, ora ne è sprovvista. C’è stato un sopralluogo a Ferrara, ma visto che nella città sono previste le elezioni locali, il Governo non ha ancora dato l’annuncio ufficiale, aspettando l’esito delle elezioni.
4 Live ha pubblicato il comunicato degli organizzatori, in base al quale i Cpr in Italia sono 10, tre dei quali sotto indagine per reati quali truffa, maltrattamenti, violenza privata pluriaggravata, falso ideologico oltre a reati fiscali. A quanto ne sappiamo le inchieste riguardano Milano e Palazzo San Gervasio, il comunicato non spiega quale sia il terzo. Il Cpr di Torino è chiuso per danneggiamenti da circa un anno, forse anche quello di Trapani è totalmente inagibile.
Nonostante Fratelli d’Italia abbia già pubblicato manifesti elettorali per vantarsi di avere impedito l’apertura di un Cpr a Ferrara, in città è prevista una manifestazione il 2 marzo, visto che non sono ancora arrivate smentite ufficiali.
Il fatto di non avere comunicato la decisione definitiva genera preoccupazioni in tutta la Regione, per cui i gruppi locali iniziano a mobilitarsi per ogni evenienza.
La foto pubblicata accanto all’articolo mostra anonimi stranieri dietro una rete, scattata chissà dove e chissà quando.
Alcuni giorni fa c’è stata una manifestazione sotto la Prefettura, per chiedere che il Cpr non venga costruito né a Ferrara né altrove. Hanno aderito i sindacati Cgil e Uil.
Mancavano i politici d’opposizione. E mancava un piano politico preciso: bisogna rinunciare del tutto a rimpatriare anche i criminali stranieri o bisogna trovare un sistema più umano per farlo?

Ferrara, manfesti contestati

Per le strade di Ferrara sono apparsi dei manifesti pre-elettorali di Fratelli d’Italia a sostegno del candidato Alan Fabbri con lo slogan: “Grazie a Fdi nessun Cpr a Ferrara”.
Nell’immagine compaiono il sindaco e l’aspirante vice-sindaco Alessandro Balboni, figlio del senatore Alberto, il quale nei giorni scorsi ha detto di aver parlato personalmente col ministro per suggerire una località alternativa in cui allestire il Centro di Permanenza per i Rimpatri. Località che non ha voluto specificare davanti all’opinione pubblica, per non inimicarsi gli elettori locali del suo partito.
Dal Ministero non è ancora arrivata una smentita ufficiale, e questo è stato ricordato anche dall’arcivescovo Perego, il quale è anche esponente della fondazione Migrantes ed è contrario a tutti i Cpr in quanto luoghi in cui vengono violati i diritti umani. Secondo lui la decisione è soltanto stata rimandata a dopo le elezioni.
Ora arriva un comunicato firmato da Enrico Segala e Fravio Romani, della segreteria comunale del Pd, che attacca duramente Fratelli d’Italia per questo manifesto.
“E’ incredible la mancanza di vergogna” di Fabbri e Balboni figlio, “che ancora una volta prendono in giro la cittadinanza attraverso i manifesti”, scrivono i democratici. Che ricordano che il sindaco aveva definito il Cpr “un’opportunità” a novembre scorso.
Prima che dal senatore Balboni arrivasse il contrordine a fine gennaio.
Il senatore non è contrario al Cpr, solo che non vuole che sia troppo vicino al centro abitato.
I piddini insistono sul fatto che la decisione definitiva non è stata ancora comunicata, “la chiacchierata di Balboni col ministro rimane appunto una chiacchierata”, e dopo le elezioni qualcuno riceverà una brutta sorpresa da parte del governo.
Per il Pd i Cpr sono “centri di detenzione disumani e degradanti” che “non devono esistere né a Ferrara né in nessun altro luogo del Paese”.
Quello che i democratici non ricordano è che i Cpr sono stati istituiti dal ministro democratico Marco Minniti come alternativa più umana ai Cie di destra, e che la normativa a cui il senatore ha fatto riferimento, ossia che i centri non debbano trovarsi nel centro abitato, è proprio quella messa a punto dal Pd. In precedenza i centri di espulsione potevano essere allestiti tra i palazzi, come ben sanno gli abitanti di Torino, che spesso si sono lamentati per rivolte, schiamazzi, incendi, sirene e cortei sotto le loro abitazioni, talvolta nelle ore notturne.

Ferrara, arcivescovo contro Balboni, la decisione sul Cpr è solo rimandata

Il senatore Balboni, rispondendo a un comunicato dell’arcivescovo di Ferrara Perego in cui si criticava l’accordo Italia-Albania, ha chiesto conto di una donazione di 20 mila euro che la fondazione Migrantes, di cui Perego è presidente, avrebbe fatto alla Ong Mediterranea, di cui fa parte Casarini.
Perego ha risposto in maniera molto stizzita, e ha spiegato che i 20 mila euro in questione sono stati dati all’ufficio per la pastorale dei migranti dell’arcidiocesi di Palermo, che li ha utilizzati per fornire ausili sanitari, in tempo di Covid, destinati alle persone migranti che sbarcavano nei porti e salvati in mare dalle Ong.
“Siamo orgogliosi, come Chiesa … di aver contribuito a salvare migranti in fuga da guerre, disastri ambientali, siccità, miseria, anziché lasciarli morire in mare”, ha scritto l’arcivescovo.
In coda al comunicato c’è anche una nota relativa al Centro di Permanenza per i Rimpatri che potrebbe aprire a Ferrara. La possibilità della sua apertura non è ancora sfumata, dato che il ministero dell’Interno non ha ancora fornito nessuna smentita ufficiale. Semplciemente si sarebbe deciso di rimandare la decisione a dopo le elezioni amministrative.
Il senatore Balboni è favorevole al Cpr, purché non sia a Ferrara. Anzi, avrebbe proposto al Governo una località alternativa, rifiutandosi però di parlarne con l’opinione pubblica per non scontentare i suoi elettori locali.
Anche a causa di quest’ostilità dei politici di destra all’apertura di un Cpr sul proprio territorio la Meloni è stata costretta a cercare un accordo con l’Albania, che è appunto quello che è stato criticato da Perego.
In questi gironi alcune dichiarazioni di Casarini sono state riportate sui giornali, dopo una sentenza della Corte di Cassazione che stabilisce che la Libia non è un porto sicuro, o almeno non lo era nel 2018 quando un rimorchiatore consegnò un centinaio di migranti soccorsi alla guardia costiera libica.
Per la Cassazione il reato è quello di “abbandono in stato di pericolo di persone minori o incapaci” e di “sbarco e abbandono arbitrario delle persone”.
Casarini ha ipotizzato di organizzare una class-action contro il governo e il ministro dell’Interno e il memorandum Italia-Libia.