Incendio al Cpr di Torino

Alcuni materassi sono stati incendiati nel Centro di Permanenza per i Rimpatri di Torino.
Sono intervenute le forze dell’ordine e i vigili del fuoco, la situazione non è degenerata, non risultano feriti.
La protesta è rapidamente rientrata dopo la paura iniziale, ha scritto Torino Oggi, senza spiegare i motivi della protesta. La foto è quella panoramica del Cpr visto da uno dei palazzi vicini. Nell’articolo si legge che i materassi sono stati dati alle fiamme da “alcuni richiedenti asilo”. In realtà nel Cpr non ci sono richiedenti asilo, ma stranieri irregolari in attesa di essere espulsi.
In teoria nel Cpr dovrebbero esserci delle telecamere per documentare quello che accade, ma quasi mai vengono diffuse le immagini riprese in caso di rivolte. Come pure non vengono diffuse foto dei danni riportati.
Il 19 dicembre scorso uno straniero è morto intossicato al Cpr di Brindisi. Ancora non se ne conosce il nome. A parte pochi attivisti, nessuno si è interessato della vicenda. Alcune persone erano state arrestate in relazione alle proteste che c’erano state in quelle ore, ma non si è mai saputo che pena devono scontare.
Le informazioni che riguardano i Cpr vengono riportate in maniera frammentata e superficiale. Poco prima di Natale un marocchino è stato portato al centro rimpatri torinese dopo essere stato trovato in possesso di un quantitativo di stupefacente a Monza. Non si è mai saputo il tipo e la quantità della droga rinvenuta, che secondo l’arrestato era per uso personale. Non si sa se l’uomo si trova ancora nel Cpr: le autorità emettono comunicati solo al momento dell’accompagnamento, non al momento del rimpatrio o del rilascio.
I mass media non hanno riportato alla fine dell’anno nessuna statistica su quanti trattenimenti e quanti rimpatri ci sono stati nel corso del 2022. Forse ci penserà in primavera il Garante nazionale dei detenuti.

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