Bari, coperta in fiamme

Nel Cie di Bari uno straniero ha dato fuoco ad una coperta per protestare contro il rinvio dell’udienza che avrebbe dovuto decidere il suo destino. Lo scrive Repubblica, nelle pagine locali. La settimana scorsa un altro straniero aveva compiuto un gesto simile. Repubblica riporta una dichiarazione del direttore del centro di espulsione, straniero anche lui, ed ex recluso in un Cpt: “Sono esasperati dalla detenzione, cercano la libertà”, ha detto.
Intanto a Bologna si segnala una interrogazione da parte di due consiglieri regionali di centrodestra. I due chiedono se non sia opportuno riaprire i Cie di Modena e Bologna “ai fini del controllo e dell’isolamento dell’epidemia [di Ebola]”. In Italia al momento non sono segnalati casi, ma c’è comunque uno stato di pre-allerta. Di recente la regione Emilia Romagna ha chiesto di non riaprire più il Cie bolognese, mentre per quello di Modena la decisione di non riaprirlo è già stata presa.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità il virus di Ebola avrebbe causato la morte di 121 persone in Africa occidentale, tra Guinea, Liberia e Mali.
Da Roma, infine, arrivano indiscrezioni secondo le quali “nelle prossime settimane” dovrebbe arrivare in aula un provvedimento del Consiglio dei Ministri che riduce il tempo di permanenza massima all’interno dei centri di espulsione. Se ne parla da tempo, ma finora non c’è nulla nero su bianco. L’occasione dovrebbe essere un decreto con cui si stanziano nuove risorse per l’accoglienza dei nuovi arrivati. Dall’inizio dell’anno sono giunti in Italia oltre 20 mila profughi.

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