Petizione contro il Cie

Quattro intellettuali italiani sono i primi firmatari di una petizione contro il Cie di Santa Maria Capua Vetere.
I quattro sono Maurizio Braucci, Goffredo Fofi, Alessandro Leogrande e Roberto Saviano.
L’iniziativa è partita da Braucci, che ha visitato il centro al seguito dei due senatori democratici Marco Perduca e Annamaria Carloni.
Dal testo che hanno firmato sembra che tutti e quattro abbiano visitato il centro (“il sopralluogo… ci ha permesso di constatare…”). Il Corriere pensa che il testo sia di Saviano (“Lettera di Saviano: si chiuda il Cie”). Secondo l’Unità i quattro hanno scritto la lettera solo “in base al resoconto” della visita dei senatori. Insomma, ognuno ha capito a modo suo la questione.
Il testo è stato pubblicato anche su Nazione Indiana, dove si è subito aperto il dibattito sul fatto se sia giusto o no chiedere la chiusura di un solo centro, piuttosto che di tutti.
Secondo l’Unità, che fa riferimento all’ordinanza 3953 del 21 aprile, il centro di Santa Maria Capua Vetere è definito Ciet, Centro di Identificazione ed Espulsione Temporaneo. Nella stessa ordinanza sono stati istituiti anche due Ciet in Basilicata e Sicilia. Il centro in realtà era nato come tendopoli. Tuttora i reclusi vivono nelle tende, a gruppi di 10-12, e non possono allontanarsene senza autorizzazione, neanche per andare in bagno.
Durante il sopralluogo in questione, i visitatori hanno constatato che i reclusi dormono su materassi appoggiati per terra. Sembra che le reti siano state portate via perché potrebbero essere utilizzate per le fughe. Una fuga di massa c’è stata alla fine di aprile. Nel campo, al momento della visita, c’erano numerosi feriti. Sembra che le forze dell’ordine reagiscano duramente a qualsiasi infrazione, e che nessuno abbia ancora spiegato agli immigrati che cosa ne sarà di loro.
La petizione ha raggiunto le 800 firme.
Una petizione analoga è stata lanciata per la chiusura del Ciet a Palazzo San Gervasio, in Basilicata (42 firme in 18 giorni).

Lascia un commento