Bolzano, condannato per terrorismo, accompagnato a Gorizia

Uno straniero condannato per terrorismo è stato accompagnato al Centro per i Rimpatri di Gorizia dalla questura di Bolzano.
Lo scrive l’Agenzia Giornalistica Opinione, con foto di un’auto della polizia del Trentino Alto Adige, in un comunicato pubblicato integralmente solo per gli abbonati.
L’uomo proveniva da uno stato imprecisato del Medio Oriente. A suo carico aveva sia una condanna a 4 anni per reato di associazione a delinquere con finalità di terrorismo, sia una condanna a 4 anni e 10 mesi per maltrattamenti in famiglia.
Secondo l’accusa l’uomo faceva parte di un gruppo criminale chiamato Jweb che preparava estremisti islamici disposti ad effettuare attentati in Europa e nel mondo.
Le stesse informazioni si trovano contenute in un articolo pubblicato gratuitamente dal sito della Tgr, con foto di un’altra pattuglia di polizia altoatesina.
Lo stesso schema viene seguito anche dal Dolomiti.

Latina, straniero accompagnato a Bari

Uno straniero di nazionalità imprecisata che a Latina ha preso a pugni un uomo e scagliato una sedia contro una donna è stato accompagnato al Centro di Permanenza per i Rimpatri di Bari.
La notizia è riportata da Latina Tu, con foto di un’auto della polizia stradale anche se l’uomo è stato arrestato dalla squadra volante.
Una decina di giorni fa a Bari c’è stato un presidio organizzato dall’associazione Digiuno Di Giustizia per protestare contro le condizioni di vita all’interno del centro.
Gli attivisti hanno ripetuto la vecchia storia in base alla quale chi si trova nei centri per i rimpatri “non ha commesso nessun reato”.
E’ vero che all’interno di queste strutture ci sono persone che non hanno fatto niente di male e magari hanno perso il permesso di soggiorno dopo avere lavorato per anni regolarmente in Italia, ma ci sono anche pluripregiudicati.
La notizia del presidio è stata riportata dalla Tgr, senza foto dell’evento ma con uno scatto di repertorio che raffigura uno straniero disperato nel cortile di un centro rimpatri.
Il sito non fa il nome di nessuno dei partecipanti, ma solo del fondatore dell’associazione, l’ex missionario comboniano padre Alex Zanotelli.