Toscana, centri di accoglienza al collasso

Sara Vatteroni, responsabile della cooperativa Casa Betania di Massa Carrara, ha spiegato a La Nazione che cosa non va nella gestione dell’accoglienza da parte dell’attuale Governo.
“Ho 3 euro a persona al giorno per pagare affitto e bollette, quindi per l’appartamento con 9 persone ho a disposizione 810 euro al mese. Quindi non posso che prendere piccoli appartamenti a prezzi ridotti e metterci dentro il maggior numero di persone fino al massimo consentito, per evitare di andare oltre la soglia massima. Questi prezzi spingono a creare mega strutture con un numero tale di persone che consenta di coprire le spese. Questa è la strada che sta seguendo il governo, non c’è altra spiegazione, sennò alzerebbero le cifre”.
Intanto il centrodestra in consiglio regionale ha presentato numerosi emendamenti al Piano Regionale di Sviluppo tra cui c’è anche la proposta dell’apertura di un Centro di Permanenza per i Rimpatri in Toscana.
La notizia è stata riportata sempre da La Nazione, che cita Elena Meini, Francesco Torselli e Marco Stella, capigruppo di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. L’articolo cita anche la preoccupazione del segretario del Pd Emiliano Fossi, secondo cui il Cpr sarebbe “un presidio di disumanità e un moltiplicatore di tensioni sociali”.
Mancano riferimenti al fatto che i Cpr li ha istituiti il Pd, e manca qualunque accenno alle possibili alternative. I democratici vogliono trovare un sistema più umano per rimpatriare gli stranieri che delinquono, o vogliono regolarizzarli? O lasciarli liberi nell’irregolarità sperando che se ne vadano da soli? Visto che le ultime elezioni nazionali sono state vinte dalla destra che ha puntato proprio sulla questione immigrazione nella sua propaganda, sarebbe importante un po’ di chiarezza su questo punto.
Sempre La Nazione ha dato spazio alla segreteria generale della Misericordia empolese, che ha segnalato di avere esaurito i posti nelle strutture di accoglienza. “Siamo davvero al limite, anzi lo abbiamo superato”, ha detto David Mannini, capo area sociale della Misericordia di Empoli. “Ci stiamo dando da fare per trovare nuovi alloggi, ma non è facile”.
Trovare una casa in affitto da un giorno all’altro non è facile. Servono determinati requisiti.
Del resto la responsabile di Casa Betania ha raccontato quali difficoltà ci sono in questi casi: “Non tutti sono disposti ad affittare un immobile ai migranti, con un numero elevato di ospiti”. E poi ci sono anche casi psichiatrici, che non possono essere sistemati con chiunque.
L’ultimo decreto Cutro ha ridotto le cifre, togliendo la convenzione con lo psicologo e i corsi di italiano. La situazione si sta degradando sempre di più, ha detto l’esponente della cooperativa di Massa Carrara.

Toscana, critiche al Governo sull’immigrazione

Il sindaco di Borgo San Lorenzo in Toscana ha criticato il Governo per il modo in cui viene gestita l’accoglienza dei migranti.
Il modello che funziona sarebbe quello dell’accoglienza diffusa, mentre il Governo sta puntando sui Centri di Accoglienza Straordinaria, che invece sono strutture che arrivano a ospitare anche 100 persone. Allo stesso tempo i Sistemi di Accoglienza e Integrazione (Sai) restano mezzi vuoti perché possono accogliere solo persone con permesso di soggiorno stabile, come fa notare il direttore area immigrazione della cooperativa Il Girasole.
Il direttore Immigrazione della fondazione Caritas di Firenze ha detto che non parteciperà ai grandi bandi, non condividendo l’idea di puntare su strutture grandi e con le risorse ridotte al minimo.
Il rappresentante della cooperativa Il Girasole nota che sono state ridotte le risorse eliminando servizi essenziali come lo psicologo, l’operatore legale e i corsi di italiano.
La Nazione ha raccolto tutte queste dichiarazioni in un unico articolo, accanto al quale parte in automatico una video-intervista al sindaco di Livorno Luca Salvetti, ripreso di fronte a una nave di Medici Senza Frontiere, indignato alla notizia che una donna ha abortito in un bagno.
Il fatto è avvenuto all’inizio del mese sulla nave Geo Barents, approdata a Marina di Carrara.
Altre donne incinte hanno rischiato la stessa cosa a causa dello stress del viaggio. Sulla nave erano presenti anche persone con segni di tortura.
Non viene mostrata nessuna mappa del luogo dove è avvenuto il soccorso, sicuramente molto lontano dalla costa toscana.
Per non intasare i porti del sud, il Governo indirizza le navi Ong in porti del centro nord, molto lontani dal luogo delle operazioni. Questo comporta un aggravio nei costi per le associazioni che gestiscono queste imbarcazioni, e le tiene lontane per parecchio tempo dall’area delle operazioni. La destra è soddisfatta visto che considera le Ong un pull-factor, un fattore che attira i migranti illegali verso l’Italia. Il lato negativo è che persone già provate per il viaggio sui barconi vengono costrette a rimanere per altri giorni su navi che non sono progettate per il trasporto passeggeri.
Qualcuno ha accusato il Governo di voler danneggiare le amministrazioni di sinistra, inviando i migranti verso comuni in mano all’opposizione. Come al solito da un lato si sostiene che l’immigrazione è un’opportunità, dall’altro si riconosce che ha un costo.
Comunque l’opposizione non è mobilitata in maniera incisiva su questo fronte. Tutti i riflettori sono puntati sul Governo e sulle prevedibili proteste che seguono alle sue decisioni, ma non si entra nel merito più di tanto sulle cause profonde dell’immigrazione, o anche su dettagli organizzativi. Ad esempio: bisogna rimpatriare i migranti che commettono reati? Se non tramite i Cpr come?
La Meloni di recente ha trattato sia con le autorità europee sia con i rappresentanti degli Stati nordafricani per cercare di rallentare i flussi.
A Roma si è tenuta una conferenza internazionale su sviluppo e migrazioni a cui hanno partecipato 20 paesi mediterranei, arabi, europei e africani e 10 organizzazioni internazionali.
HuffPost ha riportato una nota del responsabile Politiche migratorie nella segreteria del Partito Democratico Pierfrancesco Majorino, che ha fatto riferimento alle proteste da parte delle amministrazioni locali.
Dice Majorino che l’accoglienza ai minori non accompagnati è affidata ai progetti di accoglienza dei singoli Comuni senza una vera regia nazionale.

Lega Toscana, aprire un Cpr

La capogruppo in consiglio regionale della Lega Elena Meini ha diffuso un comunicato per chiedere al presidente della Regione Giani, Partito Democratico, di attivarsi per ottenere l’apertura di un Centro di Permanenza per i Rimpatri per allontanare gli stranieri che delinquono.
A quanto pare Giani si sarebbe lamentato per l’arrivo di troppi stranieri nella sua regione.
“La solita litania del Pd: le colpe sono sempre degli altri, in primis del Governo, guarda caso da alcuni mesi di centrodestra”, ha detto la Meini.
La notizia è stata riportata da Toscana Media News, senza approfondimenti e senza reazioni.
A quanto scrive ControRadio, Giani ha protestato perché il Governo nello smistare i migranti tiene conto dell’estensione territoriale anziché tenere conto della popolazione presente.
In Toscana c’è un’estesa superficie boschiva, quindi la regione si trova ad essere danneggiata dalla linea scelta dal governo, sempre che l’immigrazione sia da considerarsi un danno. Invece mandare i migranti in regioni che già sono sovrappopolate sarebbe una scelta più sensata, secondo l’amministratore locale.
Il confronto che viene fatto è con la Lombardia, che ha una superficie simile a quella della Toscana ma dove vive il triplo della popolazione. Col criterio scelto dal governo il numero di migranti in arrivo sarà pressoché lo stesso nelle due regioni, mentre col criterio suggerito da Giani in Toscana dovrebbe arrivarne un terzo rispetto alla Lombardia.
Insomma, su 100 migranti da dividere nelle due regioni, il Governo ne manderebbe 50 in Toscana e 50 in Lombardia, mentre Giani ne prenderebbe solo 33, mandando gli altri 67 in Lombardia.
Sarebbe interessante sapere cosa ne pensa il Pd lombardo di questa proposta, ma nessuno ha pensato di chiederglielo.
A dire il vero sarebbe interessante sapere anche cosa ne pensa il Pd nazionale. Se i migranti sono una risorsa che senso ha dire che le regioni in cui ne arrivano di più sono danneggiate?
E per quanto riguarda i centri per i rimpatri, istituiti dallo stesso Pd? Fa bene il governo di destra a portare avanti il piano Minniti, che prevede l’apertura di un Cpr in ogni regione? O dovrebbe trovare un sistema più umano per ottenere i rimpatri? O dovrebbe regolarizzare tutti, anche quelli che hanno commesso reati?
I vertici nazionali del Pd non considerano questo aspetto della questione, anche se continuano il loro pressing sul governo specie per quanto riguarda i tentativi di accordo a livello europeo per gestire i flussi.
La Schlein chiede non l’apertura dei confini, ma una missione di soccorso europea per portare sul continente i migranti che cercano di superare illegalmente i confini a rischio della vita.
Anche il Parlamento europeo ha avanzato la stessa richiesta. L’Ansa ha riportato le dichiarazioni della Schlein, senza fare il nome di nessun europarlamentare. E in effetti l’opinione pubblica italiana conosce ben poco delle dinamiche di funzionamento delle istituzioni continentali.
“Salvare una vita non può essere semplicemente una scelta. E’ prima di tutto un dovere”, dice la Schlein. Invece vendere ad un migrante il biglietto per un normale traghetto è un’opzione che non viene presa in considerazione. Come pure il rimpatrio dei pluripregiudicati, almeno ora che si è all’opposizione.

Torino, proseguono le indagini

Non sono ancora concluse le indagini partite dopo la morte di Moussa Balde nel Centro di Permanenza per i Rimpatri di Torino, che riguardano una quarantina di casi di persone rinchiuse nel reparto di isolamento della struttura.
Le ipotesi di reato sarebbero sequestro di persona, ma anche abbandono di incapace, lesioni colpose, falso, favoreggiamento e nel caso di Balde omicidio colposo.
Lo scrive Torino Oggi, senza specificare da dove arriva la notizia e senza riportare nomi e foto degli indagati, tranne quello dell’allora prefetto, la cui posizione “dovrebbe essere stralciata”. Per ipotesi di reato molto meno gravi i familiari di Soumahoro sono stati sbattuti su tutte le prime pagine per giorni e giorni.
L’immagine mostra il Cpr visto da lontano.
Il Secolo XIX dice che gli indagati sono dieci tra agenti di polizia e operatori con responsabilità di gestione.
Le informazioni sono pressoché le stesse, ma la foto mostra cinque africani qualsiasi visti da lontano in un parcheggio.
Il centro rimpatri torinese è chiuso da febbraio, dopo essere stato devastato nel corso di varie rivolte. Nessuno racconta che fine hanno fatto i dipendenti della struttura, né si dice se siano partiti lavori di ristrutturazione per rimetterlo in funzione.
Nel resto d’Italia continuano ad operare nove Cpr in sette regioni diverse.
Il governo vuole aprirne altri. Il dibattito finora è molto acceso in Toscana, visto che la Regione è contraria.
Il Governo ha proclamato lo stato d’emergenza, che la Regione non vuole firmare. In quel caso, perderà i soldi del decreto Cutro, ma i migranti continueranno ad arrivare.
Il commissario straordinario all’emergenza immigrazione ha detto che la questione Cpr non è collegata alla firma dello stato di emergenza: “Se ritiene, la Toscana può aderire al patto e continuare a dire no ai Cpr”. “Ma cosa comporterà il no?”, ha chiesto l’intervistatrice. “Niente. Il Cpr sarà comunque realizzato in Toscana, come altrove, perché è questa la linea del Governo”.
Quando la giornalista gli chiede se si sta valutando l’ipotesi di allestire il centro a Pescia il commissario risponde “Gli annunci saranno fatti a tempo debito”.
L’ultima domanda è: “Quando era prefetto a Firenze disse che i Cpr sono indispensabili per la sicurezza delle città e saranno destinati ai migranti autori di reato. E’ ancora di questa idea?”. La risposta è “Assolutamente sì”. E l’intervista si conclude così.
Come al solito non viene toccata la presenza di persone che non hanno commesso reati nei Cpr. Perché gli attivisti dicono che nei centri ci si finisce senza avere commesso reati. A quanto ne sappiamo, alcuni vengono rinchiusi nei Cpr dopo avere commesso reati, avere scontato la pena, o per il fatto di avere una lunga lista di precedenti, mentre altri soltanto perché hanno perso il lavoro e quindi il permesso di soggiorno, o addirittura perché sono appena sbarcati. Non circolano dati precisi in proposito, né i giornalisti li chiedono, quindi ognuno la pensa come vuole. Anche quando il ministro dell’Interno del Partito Democratico Minniti ha istituito i Cpr ha detto che non ci sarebbero finiti gli irregolari ma i criminali. Solo che poi non ha messo per iscritto niente del genere, e i Cpr hanno continuato a funzionare come se fossero Cie sotto falso nome.
Un’altra questione si potrebbe affrontare: Milano è una delle città dotate di Cpr, eppure in questi giorni è sulle prime pagine perché si dice che non c’è sicurezza. L’apertura di un Cpr in Toscana farà diminuire i reati? Non si può e non si potrà dire: non circolano dati precisi su quanti reati ci sono stati in questi anni nella regione, quindi se dopo l’apertura del centro diminuiranno o aumenteranno non se ne accorgerà nessuno.
Intanto a Milano il dibattito politico si è di nuovo fermato dopo le polemiche contro l’assessore Granelli aveva detto che “Ci vogliono i rimpatri e ci vogliono i Cpr perché chi delinque deve pagare la pena, andare al Cpr o in carcere o tornare al suo Paese”.
Alcuni consiglieri comunali del suo stesso schieramento, il Pd, e di Europa Verde lo hanno attaccato, accusandolo di non conoscere la differenza tra carcere e Cpr, insinuando che vuole negare il diritto al processo per gli stranieri, dicendo che la metà di coloro che vengono rinchiusi non vengono rimpatriati e che comunque molti di loro non hanno commesso reati.
Però i contestatori non dicono se uno stupratore straniero debba essere rimpatriato in maniera più umana, magari a partire dal carcere, o se dopo aver scontato la pena debba essere regolarizzato.
E uno dei motivi per cui il centrosinistra ha perso le elezioni è proprio la sua ambiguità su questo fronte. Quando era all’opposizione non voleva i Cie, poi quando è passato in maggioranza ha istituito un piano per avere un centro rimpatri in ogni regione, mentre ora che è di nuovo all’opposizione lo vede come un progetto disumano e diabolico. Idem per quanto riguarda gli accordi con la Libia o le limitazioni alle Ong: sono stati governi di centrosinistra a firmarli, mentre ora lo schieramento si oppone in maniera netta. E poi si è molto duri contro Orban che vuole bloccare l’ingresso ai migranti, ma non lo si è allo stesso modo nei confronti del governo fracese, che rappresenta un baluardo contro la Le Pen.
Negli ultimi giorni sono proseguite le polemiche tra politici francesi e governo italiano, accusato indirettamente di essere ingiusto e inefficace. Ingiusto perché prova a bloccare i migranti, e inefficace perché non ne blocca abbastanza.

La Lega spinge per il Cpr in Toscana

I politici locali leghisti della Toscana insistono per l’apertura di un Centro di Permanenza per i Rimpatri nella regione, e criticano il Pd che è invece si oppone.
Ieri è stato il turno del segretario provinciale di Grosseto e del segretario intercomunale, i quali hanno ricordato anche che il Partito Democratico “fino a poco tempo prima” della salita della Schlein alla segreteria “era tutt’altro che contrario”.
I Cpr “sono centri per il rimpatrio dei clandestini, dove velocizzare le pratiche di espulsione. Operazione fondamentale per un Paese come l’Italia che, oltretutto, si trova a subire le critiche di Paesi vicini non amministrati certo da governi di centrodestra e tacciata di essere la porta di ingresso di migranti illegali in Europa”, dicono gli esponenti della Lega.
Il riferimento è alle tensioni con alcuni esponenti francesi, le ultime nate da dichiarazioni del capo del partito di Macron, alle quali il governo italiano ha reagito con decisione.
Il politico francese stava attaccando l’estrema destra del suo Paese in un’intervista, e ha detto che “prende per modello l’estrema destra italiana. Si deve denunciare la loro incompetenza e la loro impotenza. Meloni fa tanta demagogia sull’immigrazione clandestina: la sua politica è ingiusta, disumana e inefficace”.
Il governo italiano ha fatto notare lo sforzo che il Paese sta facendo per garantire l’accoglienza, al fine di dimostrare che non è affatto disumano. Ma alla base delle tensioni con la Francia c’è l’aumento del flusso dei migranti in arrivo dall’Italia, quasi quadruplicato dall’anno scorso, da 11 mila a 42 mila persone transitate.
La settimana precedente un altro politico francese aveva appunto accusato l’Italia di essere incapace di risolvere i problemi migratori.
Al confine italo-francese ci sono 400 uomini schierati appunto ad impedire il transito degli irregolari.
Insomma, l’attacco francese è abbastanza confuso: l’Italia sarebbe disumana perché cerca di bloccare i migranti e incompetente perché non ci riesce. Non ci si rende conto che blocco dei migranti e umanità sono due obiettivi contrapposti.
Ciononostante, in Italia quando si deve attaccare la Meloni si insiste sul fatto che non fa pressioni su Orban perché accetti di accogliere una quota di migranti in arrivo in Europa, e non si ricorda invece che in Francia, dove non c’è la Le Pen al governo, si chiede lo stesso di chiudere i confini.
Anche gli Stati Uniti sono alle prese con gli stessi problemi. Il presidente non è Trump ma il democratico Biden, il quale è stato criticato dal New York Times con l’accusa di stare facendo peggio del suo avversario sul fronte delle migrazioni.
A quanto pare, ora verrà negato l’asilo ai migranti non messicani (seppure con alcune eccezioni). Ed è stata lanciata un’app per prenotare i colloqui con i funzionari americani, ma i posti sono pochissimi.
Biden conta di ricandidarsi, ma è considerato troppo vecchio per un secondo mandato. Tanto più che circolano parecchi dubbi sulle sue condizioni di salute, visti alcuni episodi imbarazzanti avvenuti in pubblico, in cui il presidente è apparso molto disorientato. Gli elettori democratici perferirebbero un presidente diverso, possibilmente più giovane.
Nel frattempo le opposizioni di destra alimentano la paura dell’invasione, facendo circolare sui social le foto delle baraccopoli dei migranti in attesa di arrivare negli Stati Uniti. Dove la situazione economica viene descritta già come drammatica. In California alcune attività commerciali hanno chiuso i battenti lamentando la presenza di troppi senzatetto accampati in strada, che fanno lì i loro bisogni, partecipano a risse, rubano. Ed è stata data massima visibilità ad alcune star del mondo dello spettacolo che hanno venduto le loro lussuose case californiane per trasferirsi in altri Stati, dove il problema della povertà non è così evidente.
Intanto in Italia la Schlein ha dato visibilità a un tweet di solidarietà a don Mattia Ferrari, il prete della Ong Mediterranea che ha ricevuto minacce da un account Twitter che si dice sia collegato con la mafia libica. Il sacerdote si era schierato in difesa del giornalista di Avvenire Nello Scavo, autore di varie inchieste sui trafficanti di esseri umani. E chiede di non rifinanziare la guardia costiera libica, “infiltrata dalla mafia” locale. In questo è in linea con le nuove direttive del Pd, partito che finora era favorevole a sostenere le autorità libiche per aiutarle a bloccare il flusso di migranti verso l’Italia.

Cpr Toscana, chiacchiere e numeri

Continuano a succedersi dichiarazioni a vuoto sulla possibile apertura del Centro di Permanenza per i Rimpatri in Toscana, senza che emergano nuove informazioni sulla località in cui allestirlo.
Dopo che il commissario per l’emergenza migranti ha accennato alla questione a seguito di una riunione con sindaci e prefetti in cui l’argomento non è stato affrontato, è stato diffuso un comunicato dal parte del capogrupppo di Forza Italia in Consiglio regionale in cui si ribadisce la necessità di aprire il centro. “Noi sosteniamo questa proposta da 30 anni, quando questi centri si chiamavano Cie, ma ci siamo sempre sentiti dare dei razzisti dai vari esponenti Pds, Ds e Pd che si sono succeduti nei decenni scorsi”, ha detto l’esponente forzista.
Senza ricordare che se i centri non si chiamano più Cie ma Cpr è perché a un certo punto c’è stato un governo appoggiato dal Pd che non solo ha cambiato la denominazione per indicare che da quel momento in poi i centri rimpatri non sarebbero stati disumani, ma ha anche lanciato un piano per istituirne uno in ogni regione, inclusa la Toscana. Non c’è timore di smentita: ora che il Pd è all’opposizione ha tutto l’interesse a far credere di essere sempre stato contrario alle soluzioni di destra, anche se quando è stato al governo sosteneva la stessa linea del governo attuale.
L’esponente di Forza Italia snocciola alcuni dati relativi ai crimini commessi dagli stranieri. Gli stranieri sono solo l’8% della popolazione italiana, ma commettono il 30% dei reati, il 59% dei furti con destrezza, il 54% dei furti negli esercizi commerciali, il 52% delle rapine in pubblica via, il 39% delle violenze sessuali, il 36% dei reati di droga, il 25% delle minacce e percosse, il 20% degli omicidi, delle truffe e dei reati di riciclaggio di denaro.
Insomma, bisogna sbarazzarsene, quindi è necessario aprire un Cpr. In effetti non ha neanche senso confrontare i reati commessi nelle regioni dotate di un Cpr con quelle in cui il Cpr non c’è: il problema, per la destra, è la presenza stessa degli stranieri, che deriva dal fatto che partono sperando di essere accolti, per cui bisogna eliminare completamente questa possibilità, ridurre le partenze per ridurre gli arrivi e ridurre la criminalità.
E la sinistra come risponde? il sito Nove da Firenze riporta anche una replica da parte di due esponenti di Sinistra Progetto Comune. Che auspicano una mobilitazione forte contro il Cpr oltre alle prese di posizione da parte degli esponenti politici. E insinuano che gli esponenti di destra della città che sarà prescelta per l’apertura del centro non saranno così entusiasti.
Ma non affrontano minimamente la questione dei reati, e del trattamento da riservare a chi li commette. Una persona che ha commesso reati deve essere rimpatriata, dopo che ha scontato la pena, o regolarizzata? Implicitamente la sinistra è convinta che molti reati si potrebbero evitare regolarizzando gli stranieri. Se una persona è regolare e può trovarsi un lavoro, non va a rubare o a vendere stupefacenti. Quindi il fatto che l’attuale maggioranza in Parlamento abbia approvato ulteriori limitazioni alla protezione speciale non fa altro che spingere le persone nell’irregolarità e aumentare i reati di quel genere.
Ma quando si parla di violenze sessuali o di minacce e percosse? E quando uno straniero con permesso di soggiorno ha commesso un reato approfittando della sua situazione di regolarità?
Ecco, le attuali opposizioni non dicono mai se sono contrarie ai rimpatri sempre, o se semplicemente vorrebbero un’alternativa più umana, ad esempio il rimpatrio a partire dal carcere per lo straniero che ha commesso reati. Non a caso la sinistra ha perso le ultime elezioni: non ha conquistato i voti di chi si oppone ai Cpr, avendoli istituiti; e non ha conquistato i voti di chi vuole i Cpr, perché non li rivendica.
Nel vertice col Commissario nazionale per l’emergenza migranti non si è discusso di Cpr, ma di immigrazione e accoglienza. Anche perché i migranti da gestire sono più di quanto le amministrazioni locali siano in grado di sopportare, e anche per questo è stata proclamata l’emergenza. Tanto più che nel tentativo di ostacolare le Ong che si occupano di soccorso in mare, il Governo ha trasformato i porti toscani in luoghi di sbarco, pur essendo a quattro giorni di viaggio dai luoghi delle operazioni. Indirizzare i soccorritori verso i porti toscani li tiene lontani dall’area in cui si trovano le altre imbarcazioni in difficoltà, e fa aumentare i costi di carburante e cibo a bordo.
Il presidente della Regione Toscana insiste a dire che vuole puntare su accoglienza e integrazione.
Bisogna sostenere centri Cas e Sai, con non più di 20 persone in ogni luogo, che però hanno bisogno di risorse economiche. Al costo di 34 euro al giorno per migrante, non si trovano più associazioni disposte a rinnovare le convenzioni. Bisogna alzare il prezzo.
Nel solo comune di Firenze i minori non accompagnati sono 450.

Toscana, ancora nessuna novità

Si è svolta in Toscana una riunione del Cosp a cui hanno partecipato i prefetti della regione e alcuni amministratori, tra cui i sindaci di Firenze e di Prato.
Lo scrive la Nazione, senza spiegare cosa significa Cosp (dovrebbe essere Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica).
La questione dell’apertura del Centro di Permanenza per i Rimpatri non era all’ordine del giorno, la Regione resta contraria ma il commissario per l’emergenza immigrazione ha detto che pensa che prima o poi si farà, “perché è questa la linea dell’attuale governo e su questo ci sono delle norme all’interno del decreto legge immigrazione”.
Si sa che sono allo studio alcune ipotesi sulle località nelle quali allestire la struttura, ma nessuna decisione è ancora stata comunicata dall’alto.
La destra pressa per l’apertura del centro, la sinistra si oppone, e nessuno ricorda che quando il Pd era al governo aveva lo stesso piano di Piantedosi, ossia quello di aprire un Cpr in ogni regione.
La Regione Toscana, insieme ad altre, di recente ha minacciato di non accettare lo stato di emergenza istituito dal governo, per poi valutare di fare un passo indietro, ma fissando delle condizioni ben precise, tra cui la rinuncia al Cpr.
Al momento gli irregolari catturati in Toscana e che devono essere espulsi con la forza vengono accompagnati ai centri rimpatri di altre regioni, ma non circolano dati precisi in proposito.
Ci sono invece i dati relativi all’accoglienza. Il Corriere parla di 8 mila profughi di cui 6.500 nei Cas e 1.88 nei centri Sai (Sistema Accoglienza Integrazione).
Il Governo continua a indirizzare verso le coste della regione le navi Ong che soccorrono i migranti nel Mediterraneo centrale. L’ultima è la Life Support, con 35 persone a bordo.
Il comandante della nave si è lamentato per avere dovuto trattenere a bordo i migranti per quattro giorni in più, dopo che erano già stremati essendo stati alla deriva per quattro giorni senza scorte di cibo ed acqua, dopo essere partiti dalla Libia.
Gli amministratori locali si sono lodati per il loro spirito di accoglienza e hanno criticato il Governo per non utilizzare porti d sbarco più vicini all’area di soccorso. Nessuno ha intervistato i migranti per farsi dire di preciso da cosa stanno scappando.
La nuova segretaria del Partito Democratico ha cambiato rotta rispetto alla linea seguita dai suoi predecessori a proposito della Libia. Finora sono stati sempre rinnovati gli accordi firmati da Gentiloni col Paese nordafricano, mentre ora la linea è quella di votare contro. Solo che parte del partito non è d’accordo, e tre esponenti si sono rifiutati di votare un ordine del giorno condiviso Verdi e Sinistra.
I giornalisti cercano di interpretare anche qualche criptica parola relativa all’Egitto, Paese che è coinvolto nella morte di Giulio Regeni ma che è anche un partner necessario per le forniture energetiche, soprattutto dopo la rinuncia europea alle risorse russe.
A non votare la mozione Pd/Verdi/Sinistra sulla Libia è stata anche Lia Quartapelle. I siti di informazione la citano, ma nessuno l’ha intervistata nel dettaglio.
Scorrendo i suoi ultimi tweet, se ne trova uno datato 4 maggio, molto vago: “Non ho votato l’Odg di un altro partito che è cosa ben diversa da mettere in discussione la linea del mio partito. Nel Pd si apre una nuova stagione in cui rigenereremo anche la linea sull’immigrazione guardando al futuro senza farci stringere da chi vuole metterci in difficoltà”.
E va bene. Ma la Libia è da considerarsi Paese sicuro o no? Bisogna aiutare i Libici a trattenere i migranti nei loro centri di detenzione? Bisogna agire in qualche modo per garantire che siano rispettati i diritti umani? Bastano cinque righe su Twitter per convincere gli elettori che bisogna continuare a votare il partito nonostante i continui cambi di rotta?

Pd Toscana, i Cpr sono campi di concentramento

Un consigliere regionale del Pd in Toscana ha detto che i Centri di Permanenza per i Rimpatri sono campi di concentramento, per cui bisogna opporsi all’apertura di una struttura di questo tipo nella regione.
Lo scrive Toscana Media News, riportando le sue dichiarazioni, tra cui quelle contro il sindaco di Pescia che ha detto che prima di decidere aspetta di sapere come funzionerà il Cpr, se darà lavoro, cosa sarà. “Bastava che cercasse su internet per vedere cosa è”, ha detto il consigliere.
Come al solito il dibattito resta a livello superficiale. Non si fa nessun riferimento alla questione dei reati: gli stranieri che commettono crimini devono essere rimpatriati o no? Bisogna interrompere anche l’accompagnamento degli stranieri nei Cpr di altre regioni? Non è stato il Pd ad avere istituito i Cpr come alternativa più umana ai Cie di destra? Cosa è andato storto?
Gli amministratori locali sono alle prese anche con i problemi relativi all’accoglienza. In Emilia Romagna un sindaco del Pd ha fatto notare che i migranti da accogliere vengono inviati dal governo senza nessun preavviso, generando situazioni “problematiche e potenzialmente esplosive”. Le amministrazioni hanno “difficoltà di reperimento di alloggi per l’affitto” e subiscono “tagli alle risorse destinate all’accoglienza che fanno andare deserti i bandi e acuiscono l’emergenza”.
Il governo dovrebbe imparare a collaborare con i sindaci invece di scavalcarli, ha detto l’amministratore.
Modena Today riporta le dichiarazioni, senza specificare quanti migranti sono stati mandati e come sono stati sistemati.
A quanto pare Piantedosi intende puntare sull’accoglienza diffusa. Come faceva il democratico Minniti, anche se quest’ultimo puntava pure su protezione speciale e sistema Sprar che sono stati ridimensionati dai successivi governi appoggiati dalla destra.
Minniti è stato a Napoli alcuni giorni fa insieme a Piantedosi. Alcuni manifestanti hanno organizzato una contestazione, venendo caricati dalla polizia.
Il Fatto Quotidiano ha pubblicato un video delle tensioni, senza linkarlo a una spiegazione di cosa faceva Minniti lì.
Lo dice Napoli Today: il ministro e l’ex ministro dovevano partecipare al forum sui beni confiscati.
Non sono state riportate dichiarazioni da parte dei poilitici contestati.
La contestazione è stata commentata da Luca Casarini, attivista della Ong Mediterranea, che è stato criticato duramente per il tono usato, considerato troppo minaccioso.
Alcuni politici leghisti si sono subito mobilitati in difesa di Piantedosi, rinfacciando a Casarini il fatto che è sotto processo per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Il Sussidiario è sorpreso invece dal “silenzio assordante della sinistra” di fronte a parole che “si inseriscono in un contesto teso all’interno del Paese” e alimentano ulteriormente le tensioni.
Del resto se si definiscono i Cpr “campi di concentramento” non ci si può stupire se poi ci sono reazioni accorate.
Per giunta le “minacce” di Casarini riguardano l’esito del giudizio universale, contro il quale non servirà a nulla la protezione dei manganelli. Non è detto che esprimere quest’opinione sia considerato reato.
Quali direttive arrivano in proposito dai vertici del Pd? Nulla di preciso. Dopo la contestata intervista a Vogue, in cui la segretaria ha parlato della sua armocromista che le consiglia gli abbinamenti di colori per l’abbigliamento, si è tornati alle dichiarazioni senza contraddittorio. Per il primo maggio la Schlein è stata a Siracusa, e ha tirato fuori qualche slogan che si adatta tanto ai migranti che agli omosessuali: “Dico al Governo che tiene molto al tema della sicurezza, che la società più sicura è quella inclusiva, quella che non lascia indietro nessuno, quella che non discrimina, che non marginalizza e tiene insieme i diritti sociali e civili”. Sì allo ius soli, perché “chi nasce e cresce nei nostri territori sia italiano e italiana”, “nessuno gli può togliere questo diritto, perché fanno parte della nostra comunità, pagheranno le tasse, studieranno qui, investiranno”.
In barba a quello che dice Saviano quando deve attaccare il ministro dell’Interno di turno: “Ma di cosa parliamo, ministro Piantedosi? Ma quale opinione pubblica che funge da pull factor! Lo sa che l’Italia è solo il Paese di primo approdo? Lo sa che se potessero, gli immigrati, l’Italia la scavalcherebbero? Lo sa che dall’Italia scappano gli italiani? Figuriamoci se gli stranieri penserebbero mai di poterci vivere…” (Corriere della Sera, 8 aprile)
Così diamo loro la cittadinanza.
Ultimamente lo scrittore ha detto che abolendo la protezione speciale gli stranieri si troveranno ad essere irregolari e nell’impossibilità di regolarizzarsi, e quindi verranno sfruttati dalla criminalità.

Cpr a Castelfiorentino?

Spunta un nuovo nome nella ricerca di una località in cui aprire il Centro di Permanenza per i Rimpatri in Toscana: Castel Fiorentino, vicino Firenze.
La notizia è riportata da Go News, che racconta che la Lega ha presentato una proposta in Consiglio Comunale, che è stata bocciata dalla maggioranza.
L’articolo non specifica se in città c’è una struttura adatta allo scopo. In base alla linea dettata dall’ex ministro Minniti, si punta ad aprire i centri rimpatri utilizzando edifici dismessi di cui lo Stato è già in possesso. Per questo si era parlato dell’ex carcere di Pescia (mai entrato in funzione) oppure di Coltano, dove c’è un’ex struttura militare abbandonata.
Possibile che la proposta leghista fosse solo propagandistica.
Intanto il ministro Piantedosi lavora a cercare una soluzione al problema dell’immigrazione clandestina. Sul fronte del Cpr auspica ad un raddoppio delle strutture esistenti, aprendone di nuove in quelle regioni in cui ancora non ci sono (13 su 20). Poi vorrebbe incrementare i rimpatri consensuali, che costano meno di quelli forzati. E infine vorrebbe stringere accordi coi Paesi del nord Africa per fermare le partenze. Altra impresa complicata: se la Tunisia non trovasse l’accordo col Fondo Monetario Internazionale finirebbe sul lastrico, con conseguente aumento dei flussi migratori. Ma anche se trovasse l’accordo, il presidente tunisino è convinto che la popolazione insorgerebbe contro le misure popolari imposte dall’Fmi, e ne nascerebbero disordini contro un regime che già non è considerato legittimo, con possibilità di fughe verso l’Italia a partire da uno Stato diventato instabile.
Il governo punta anche sull’ accoglienza diffusa. Ma accoglienza diffusa e un Cpr per ogni regione era anche il programma del Pd, quando stava in maggioranza.
L’Asgi insiste nel dire che non c’è nessuna emergenza migranti, che la colpa è tutta dei governi che non pianinficano. Le domande di asilo che arrivano all’Italia sono sotto la media europea.
Fanpage mostra una tabella in inglese nella quale non ci sono i numeri assoluti, ma quelli relativi al milione di abitanti. In vetta quindi compare Cipro, con quasi 25 mila richiedenti asilo ogni milione di abitanti, seguito dall’Austria, unico Paese che supera i 10 mila. All’ultimo posto c’è l’Ungheria, praticamente a zero.
Secondo l’Asgi l’emergenza non dovrebbe scattare quando aumentano i flussi previsti, ma quando i migranti che arrivano sono più di quelli previsti. Apparentemente l’Italia non era pronta ad affrontare neanche l’aumento di arrivi che era stato previsto.
Trovare soluzioni frettolose porta a risultati deludenti, che aumentano la percezione che l’emergenza ci sia e quindi alimentano la retorica emergenziale.
Ovviamente l’Asgi non entra nel merito su quali siano i motivi per cui sono aumentati i flussi dei migranti. Come se fosse normale che milioni di persone siano costrette ad abbandonare il proprio Paese.
E il Pd? A livello nazionale sta demonizzando il Governo per le sue scelte, senza specificare che in molti casi sono in linea con quello che i democratici sostenevano quando erano in maggioranza.
Certo la destra sta riducendo le possibilità di essere accolti, colpendo la protezione umanitaria, e intende aumentare il tempo di permanenza massimo nei centri rimpatri, contando di aumentare un po’ le espulsioni. All’opinione pubblica mancano i dati: già in passato il termine superava i tre o quattro mesi, ma quanti stranieri venivano rimpatriati dopo il primo trimestre?
La destra ha interpretato le dichiarazioni rilasciate dalla Schlein in materia di immigrazione come “parole vuote”. C’è l’impegno per non abolire la protezione speciale, si mette in luce la scarsità di risultati finora a livello europeo. E poi ci si concentra sull’antifascismo folkloristico, quello che basato sulle reazoni isteriche alle parole degli avversari più che sulla costruzione di un’alternativa.
Ma il Pd non dice quanti migranti l’Italia dovrebbe accogliere all’anno. Né se bisogna rimpatriare quelli che commettono crimini. Né che bisogna abolire le frontiere.
Il cambio di segretario non ha ottenuto un aumento dei consensi nei sondaggi. La svolta non è stata significativa, e questo non promette bene per il resto del quinquennio.

Sindaco di Pescia, no Cpr. Friuli, Fedriga solidale con la polizia

Il sindaco di Pescia ha detto che l’ex carcere presente nella sua città è già in funzione come magazzino comunale, quindi non dovrebbe essere trasformato in un Centro di Permanenza per i Rimpatri.
Dall’alto non sono arrivate comunicazioni ufficiali, ma da giorni si parla di aprire un Cpr in Toscana in una località a scelta tra Pescia, provincia di Pistoia, dove c’è una struttura costruita come carcere ma mai entrata in funzione, e Coltano in provincia di Pisa.
Come previsto, a livello locale in molti si sono schierati contro la decisione di aprire il centro rimpatri, tra politici e associazioni, tanto più che è periodo di elezioni amministrative.
Un candidato sindaco a Coltano, di cui Pisa Today non vuole nominare lo schieramento, ha spiegato i motivi della sua contrarietà, attingendo alla propaganda circolata in questi anni, non sempre aggiornata.
A suo dire, l’identificazione avviene nel giro di pochi giorni, per cui “prolungare il trattenimento fino a 18 mesi non ha alcuna utilità pratica”.
I dati più recenti, vecchi ormai di 16 mesi, dicono che il tempo di permanenza medio nei Cpr varia dai 14 giorni registrati a Caltanissetta ai 73 di Macomer, in Sardegna. Nessuno ha mai spiegato questa discrepanza. Il dato include anche il trattenimento di quegli stranieri che poi vengono dimessi alla scadenza dei termini, che sono il 16% del totale. Solo la metà dei trattenuti viene effettivamente rimpatriata.
La proposta di estendere il tempo di trattenimento massimo a 18 mesi era circolata parecchi anni fa, attingendo ad una cifra presente in qualche normativa europea. Poi la destra si era stabilizzata sui sei mesi, che la sinistra aveva abbassato a tre. Ora si parla di allungare il periodo di 45 giorni, ossia di un mese e mezzo rispetto ai tre o quattro mesi previsti finora.
“I cittadini devono sapere che i Cpr non servono per contrastare la criminalità. Nei centri finiscono infatti non gli immigrati che hanno commesso furti, rapine e aggressioni, ma coloro che semplicemente non hanno un permesso di soggiorno in tasca”, dice il candidato.
E questa è solo propaganda, perché oltre agli incensurati, talvolta anche migranti appena sbarcati, nei Cpr ci finiscono anche gli stranieri appena scarcerati o quelli che hanno una lunga sfilza di precedenti penali.
I NoCpr si rifiutano di riconoscere l’esistenza di queste persone, e di dire se i criminali stranieri dovrebbero essere rimpatriati con procedure meno disumane, regolarizzati o semplicemente lasciati liberi nella clandestinità. Non a caso le ultime elezioni politiche nazionali le ha vinte la destra.
Un altro candidato, di cui Pisa Today non specifica lo schieramento, accusa la destra di approvare leggi che “favoriscono l’immigrazione illegale e la clandestinità”, e chiede invece di “attivare corridoi legali” oltre alla “reale condivisione europea dei flussi”.
Pisa Today riporta anche dichiarazioni del segretario provinciale del sindacato di polizia Siulp, che è nettamente contrario ai Cpr, “luoghi di disagio e degrado”, e per giunta dai costi altissimi.
Ovviamente il sindacato non chiede di interrompere le espulsioni dei criminali fermati in Toscana e il loro accompagnamento nei Cpr delle altre regioni.
Intanto in Friuli il presidente della regione, Fedriga, ha rilasciato delle dichiarazioni di totale solidarietà alle forze dell’ordine dopo gli attacchi ricevuti a seguito della diffusione di un video realizzato nel Cpr di Gradisca.
Fedriga utilizza vari aggettivi per delegittimare tutti gli attacchi, ma non entra troppo nel merito della questione e non nomina le persone a cui si riferisce. Le nomina Tele Friuli: il consigliere regionale Furio Honsel e l’onorevole Nicola Fratoianni. La tv comunque non inserisce nel servizio le immagini riprese dai reclusi.
Nelle quali non si vedono violenze delle forze dell’ordine: si vedono poliziotti in tenuta anti-sommossa che fanno rientrare un migrante nella stanza dove qualcuno sta effettuando la ripresa. Il migrante è a torso nudo, e rimane a terra a pancia in giù lamentandosi per mostrare all’inquadratura i segni delle bastonate che ha sulla schiena.
Dalla questura hanno fatto sapere che gli agenti si trovavano in tenuta antisommossa per contrastare una protesta collettiva con incendio di materassi e lancio di suppellettili, ma non hanno fornito nessuna immagine in grado di documentare la dinamica e i danni subiti dalla struttura.
Inoltre hanno insinuato che i segni che si vedono sulla schiena del recluso non sarebbero quelli dei manganelli, ma di un bastone di altro tipo.
Lo straniero in questione aveva già commesso atti di autolesionismo nel Cpr di Milano.
Fedriga ha detto che si tratta di un pregiudicato, ma finora non si sa di quale reato era stato accusato.