Come inventammo i Cpr

Sabato in uno spazio sociale di Avigliana, Torino, ci sarà uno spettacolo intitolato “Reietti. Come inventammo i Cpr”. Seguirà dibattito.
L’autore è un certo Oscar Agostoni.
Il sito Luna Nuova ha pubblicato un articolo sull’argomento, leggibile sull’edizione a pagamento. Apparentemente le informazioni sono attinte dal comunicato ufficiale che si può leggere sulla pagina Facebook ufficiale del locale.
La retorica è quella no-cpr: si finisce nei centri rimpatri senza averecommesso alcun reato, ma solo perché “colpevoli di mere irregolarità amministrative legate al permesso di soggiorno”.
In realtà nei Cpr finiscono anche stranieri che hanno commesso reati gravi, che vengono avviati verso il rimpatrio dopo che hanno scontato la pena in carcere, ma questo agli attivisti e ai politici di sinistra non interessa. Né ai garanti dei detenuti né ai giornalisti, quindi non circolano statistiche precise in proposito, tenuto conto che i criminali vengono rinchiusi insieme con i disoccupati e talvolta anche con i migranti irregolari appena sbarcati.
Lo spettacolo parte dalla vicenda di Moussa Balde, morto suicida all’interno del Cpr torinese nel 2021. Il centro rimpatri di Torino è stato chiuso in seguito, e non si ha idea di quando riaprirà.
I centri rimasti in funzione sul territorio italiano sarebbero nove, o forse otto. In effetti anche quello di Trapani sarebbe stato chiuso, ma non tutti i siti di informazione sono d’accordo su questo.
A breve il governo dovrebbe comunicare la lista dei nuovi Cpr che verranno inaugurati nelle regioni che ancora ne sono sprovviste. I sopralluoghi si sono già svolti, ma le località scelte non sono state ancora comunicate, anche perché finora si era in campagna elettorale per le europee e non si voleva scontentare gli elettori di centrodestra, favorevoli ai rimpatri ma istintivamente contrari al centro rimpatri, a meno ché non sia allestito in un imprecisato altrove.
Un estratto dello spettacolo di Agostoni si può vedere sempre su Facebook, caricato da Mai Più Lager – No Ai Cpr a febbraio scorso.
Finora chi ha tentato qualcosa di simile è stata solo Alice Conti, sempre a partire da Torino, che nel 2013 aveva messo a punto un altro monologo, intitolato “Chi ama brucia”.

Lascia un commento