Corsi di zumba e di chitarra nei Cpr

Quotidiano Nazionale titola: “Cpr: corsi di Zumba e di chitarra, attività fantasma con protocolli falsi”.
Nessun articolo, ma solo un video dell’Ansa, con alcune dichiarazioni di Luca Rondi, autore di un’inchiesta sui Centri di Permanenza per i rimpatri pubblicata da Altreconomia.
Secondo Rondi, nelle gare d’appalto ci sono promesse irrealizzabili, che dovrebbero essere realizzate da enti terzi, ma i protocolli sono falsi oppure riferiti a strutture diverse dal Cpr.
Il controllo da parte delle Prefetture è minimo e superficiale, dice Lorenzo Figoni, l’altro autore dell’inchiesta.
L’accusa è vaghissima: non si sa chi e dove avrebbe promesso corsi di chitarra nei Cpr, quindi non può arrivare nessuna replica, neanche volendo.
Lo stesso filmato è stato caricato anche da Tiscali, stavolta con una sintesi scritta del contenuto, ma senza informazioni aggiuntive.
Altrove nessuno ha dato spazio a questo dettaglio.
L’inchiesta di Altreconomia circolava già all’inizio del mese. Ne aveva parlato Redattore Sociale, ripreso poi dal sito Difesa Popolo.
All’epoca però non si parlava di zumba, ma di computer e bricolage.
L’articolo era incentrato sulla scarsità di controlli da parte della prefettura, con 33 ispezioni in cinque anni nei 10 Cpr che hanno funzionato in questo periodo.
Nel video di oggi sembra di vedere anche la senatrice Ilaria Cucchi alla conferenza stampa di presentazione, solo che non viene neanche citata.
Quattro giorni fa la senatrice ha dedicato un post alla liberazione dal Cpr di Ponte Galeria del cittadino algerino imprigionato in Italia per avere espresso il suo sostegno per la causa palestinese. Poche righe che non spiegano granché, e una foto del diretto interessato. Nessun riferimento ai motivi per cui questa storia ha attirato l’attenzione di mass media e politici.
Alcuni giorni fa alla storia dello straniero in questione, che si chiama Seif Bensouibat, è stato dedicato un articolo sul Post.
L’articolo riportava anche una dichiarazione della senatrice Cucchi, Alleanza Verdi Sinistra, secondo cui “quello contro Bensouibat è un provvedimento eccessivo rispetto ai fatti contestati e una violazione del diritto fondamentale alla libertà di manifestazione del pensiero”.

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