Cpr, domande frequenti

Melting Pot ha diffuso un Pdf con una serie di domande e risposte riguardanti i Centri di Permanenza per i Rimpatri. Il documento è pensato per gli stranieri che dovessero finire nei Cpr e non hanno idea di cosa fare. Spiega perché si viene rinchiusi, quanto tempo si può stare dentro, quali sono le procedure per uscire, cosa si può e cosa non si può fare, a che cosa si ha diritto.
Il testo è disponibile in cinque lingue: italiano, inglese, francese, urdu e arabo.
Oltre alla versione testuale ne è stata preparata anche una versione audio, in tutte e cinque le lingue, nella quale l’intero testo viene letto ad alta voce.
La registrazione dura circa 21 minuti nella versione italiana e araba, un po’ di più nelle altre versioni.
In coda al documento vengono forniti indirizzi e numeri di telefono di tutti i Cpr italiani. C’è anche quello di Torino, con la dicitura “attualmente chiuso”, e c’è quello di Trapani, senza nessuna dicitura.
Ma il centro rimpatri trapanese è aperto o chiuso? A un certo punto era sembrato che a causa dei danneggiamenti subiti nel corso di una rivolta fosse completamente fuori uso.
Pochi giorni fa Wired aveva pubblicato una lista dei Cpr presenti in Italia. Aveva incluso quello torinese pur specificando che era “temporaneamente chiuso”, e quello di Trapani, senza nessuna nota aggiuntiva.
E però da quanto tempo non sentiamo notizie di accompagnamenti a Trapani di migranti irregolari catturati sul territorio?
Gli anni scorsi il Garante nazionale dei detenuti forniva più o meno in questo periodo le statistiche dettagliate sull’attività di tutti i Cpr italiani. Il nuovo garante entrato in carica quest’anno non ha ancora fatto sapere come intende procedere e non ha espresso nessuna opinione sull’argomento. Neanche gli è stata chiesta, a dire la verità.
Sul suo sito ufficiale si forniscono i contatti del Garante regionale della Sicilia, Santi Consolo, con tanto di pagina web.
Cliccando sul link, stamattina, viene fuori un errore 503, servizio temporaneamente non disponibile.
I danni subiti dal Cpr siciliano risalgono a gennaio di quest’anno.
Santi consolo aveva visitato la struttura nel settembre precedente, constatando la presenza di immigrati con “disabilità mentali evidenti, alcune dovute a segni di gravi traumi al capo”, come riportava il Manifesto.
Non sono circolate dichiarazioni più recenti.
Il Cpr trapanese veniva usato anche con funzioni di hotspot, ossia per le operazioni di smistamento delle persone appena sbarcate nel porto cittadino.
La Sicilia è una delle due regioni italiane con due centri per i rimpatri (l’altra è la Puglia).
Il secondo Cpr si trova a Caltanissetta.
Anche da lì non sono giunte notizie recenti.
Intanto Sardegna Live ha raccontato dell’accompagnamento di un ventiduenne tunisino al Cpr di Gradisca d’Isonzo su ordine della questura di Padova.
La notizia è finita sul sito sardo perché in passato lo straniero sarebbe dovuto finire al Cpr di Macomer, ma a quanto sembra di capire era fuggito in aeroporto durante l’accompagnamento.
Almeno, questo è quello che sembra di capire dal resoconto confuso che viene dato dal sito. La foto è quella di una vettura della polizia, presumbilmente una Lamborghini della stradale, con una livrea che non si usa più da anni.

Lascia un commento