Cpr Milano, i Pm chiedono il processo

Si sono concluse le indagini su abusi e maltrattamenti al Centro di Permanenza per i Rimpatri di Milano. I Pubblici Ministeri hanno chiesto il processo per i due responsabili della società che lo gestiva. La notizia è riportata da Repubblica. L’articolo è riservato agli abbonati. La foto è quella di alcuni mezzi delle forze dell’ordine fuori dalla struttura.
Il Cpr milanese è stato commissariato ed è ancora in funzione. La settimana scorsa sono uscite statistiche che riguardano Milano. Dall’inizio dell’anno la Questura ha rimpatriato 193 stranieri, con un aumento del 7,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Sono soprattutto cittadini tunisini, egiziani, marocchini e albanesi, a volte denunciati per reati che vanno dai maltrattamenti, alle lesioni, ai furti, alle rapine e lo spaccio di droga. Non è detto che tutti questi rimpatri siano avvenuti tramite il locale Cpr: potrebbero essere avvenuti direttamente tramite accompagnamento alla frontiera, oppure usando i Cpr di altre regioni. Gli anni scorsi all’inizio dell’estate usciva un rapporto dettagliato del Garante dei detenuti coi dati relativi ai Cpr. Quest’anno il nuovo garante non ha ancora detto come intende procedere.
Intanto il Partito Democratico ha proposto di abolire la Bossi-Fini, in giorni in cui la questione del caporalato occupa le prime pagine dei giornali dopo l’episodio del bracciante che è stato lasciato morire dissanguato a Latina perché il datore di lavoro non l’ha accompagnato in ospedale in quanto irregolare. La Bossi-Fini è una norma “che impone ricatti, ingiustizia sociale e violazione dei diritti umani nei confronti dei migranti”.
Molti commenti su Facebook sono critici nei confronti del Pd: “Il business dell’immigrazione è stato sempre un vostro cavallo di battaglia”; “Ma non dite altre minchiate, tutte le vostre risorse dormono sotto i ponti oppure sono trattati da schiavi, in Italia devono entrare solamente le persone che sono richieste per lavorare, altrimenti gli altri li prendete a casa vostra”; “Aboliamo il Pd”.
Nel caso di Latina, l’immigrato deceduto non era uno sfaccendato, ma era appunto uno che lavorava. Solo che non era stato regolarizzato.
Pierfrancesco Majorino ha scritto su Facebook che il Pd, “sbagliando”, non ha fatto alcune cose mentre era al governo, “o per scelta o perr numeri, oramai poco importa”. Tra l’altro si parla di superamento della Bossi-Fini e della “necessaria battaglia per riproporre la riforma della cittadinanza. Perché le bambine e i bambini che nascono in Italia sono nuove italiane e nuovi italiani. Senza se e senza ma”.
Commenta un utente: “‘Senza se e senza ma’ è lo slogan meno di sinistra che la sinistra abbia adottato. Non riesce a piacermi anche con tutti i necessari ‘se’ e ‘ma’ del caso”.

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