La polizia ha fatto irruzione in un laboratorio tessile clandestino a Bastia Umbra.
Al suo interno sono stati sorpresi sette cittadini cinesi, tutti immigrati regolari. Due di loro però erano stati assunti in nero.
La polizia ha anche scoperto alcuni locali adibiti a dormitorio. In un appartamento nel quale dovevano vivere due coniugi e tre bambini sono stati trovati oltre venti posti letto, in gran parte occultati dietro porte a scomparsa, fatte con pannelli di compensato bianco fissati in maniera da sembrare pareti.
Secondo la polizia, l’uomo che pagava il canone di locazione dell’appartamento era anche il titolare della ditta tessile. Per lui è scattata una sanzione di oltre undicimila euro, oltre alla sospensione immediata dall’attività.
La notizia è stata riportata dal sito Perugia Today.
I dipendenti della ditta venivano pagati circa 10 euro al giorno. Con lunghi appostamenti, la polizia ha verificato che i macchinari erano in funzione anche nelle ore notturne, quindi gli orari di lavoro erano diversi da quelli stabiliti dalla legge italiana.
Il datore di lavoro è un cinese residente a Trento e titolare di un maglificio a Monsano, provincia di Ancona. Ed era lì che, stando ai documenti, avrebbero dovuto lavorare i cinque lavoratori regolarmente assunti dalla ditta.
I committenti sono invece aziende italiane di maglieria, alcune delle quali molto affermate, che inviavano le commesse con le indicazioni operative per la cucitura e l’assemblamento dei tagli di maglieria.
Blitz in un laboratorio tessile in Umbria
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